Fatti e misfatti di Forlì e della Romagna

<p>Fatti e misfatti di Forlì e della Romagna è la rubrica curata da Gabriele Zelli e Marco Viroli. Gran parte degli articoli pubblicati fanno parte di una raccolta di libri pubblicati dagli storici forlivesi Zelli e Viroli.</p>

La famiglia Paulucci di Calboli: una storia che parte da lontano

Stemma casato famiglia Paulucci di Calboli

La pregevole documentazione predisposta su Ladino nel 2002 dalla Pro Loco di Terra del Sole, su suggerimento di don Enzo Donatini (1920-2016) contenente testi e disegni di Vito Werther Vitali (Terra del Sole 1942) riporta anche utili informazioni su Villa Paulucci e sul parco che la circonda. Prima però di parlare di questa importante presenza La famiglia Paulucci di Calboli: una storia che parte da lontano

La Chiesa di San Martino in Ladino

Chiesa di Ladino foto di Lorenzo Treossi

Il complesso parrocchiale di Ladino è composto dalla chiesa intitolata a San Martino di Tours (316-397 d.C.), dalla canonica, dal cimitero, dall’abitazione del colono e da alcuni fabbricati di servizio costruiti più recentemente. Chiesa e canonica sorgono, come già accennato, sul luogo dell’antico castello, mentre la superficie occupata dal cimitero e dalle altre costruzioni era La Chiesa di San Martino in Ladino

Da dove deriva il toponimo Ladino?

Ladino

Per la bellezza dei luoghi e per la facilità del percorso consiglio a tutti coloro che abitualmente si dedicano all’attività motoria, sia a piedi, sia in bicicletta (meglio una mountain bike), di frequentare più assiduamente le zone attorno alle località Ladino, Rovere e Terra del Sole. Naturalmente il percorso di circa sei chilometri potrà essere diviso Da dove deriva il toponimo Ladino?

Dopo la fienagione quando l’erba diventa fieno

raccolta del fieno

Sempre con l’aiuto e la testimonianza di Radames Garoia e Nivalda Raffoni, esperti delle tradizioni popolari romagnole, si ricostruiscono le fasi di lavoro successive alla fienagione, un momento importante di questo periodo dell’anno della vita dei campi, sia in passato sia nella realtà odierna, che oggi viene svolto con modalità totalmente diverse. Occorre considerare che Dopo la fienagione quando l’erba diventa fieno

Novembre 1944: la distruzione della chiesa e della canonica di San Varano

Il campanile danneggiato durante la Seconda Guerra mondiale

Prosegue l’itinerario storico in previsione del 2 giugno essendo la Festa della Repubblica ormai imminente. Nel precedente articolo si è iniziato a raccontare quanto avvenne durante il passaggio del fronte a San Varano e con questo fornisco le ulteriori informazioni che sono riuscito a trovare spulciando diverse pubblicazioni. Anche in questo caso sarà comprensibile come Novembre 1944: la distruzione della chiesa e della canonica di San Varano

Lutti e distruzione a San Varano durante il Secondo conflitto mondiale

San Varano

“Un’ora, segnata dal destino, batte nel cielo della nostra patria. L’ora delle decisioni irrevocabili“, così Benito Mussolini annunciò il 10 giugno 1940, dal balcone di Palazzo Venezia a Roma, che la dichiarazione di guerra era stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia. Impressionato per le folgoranti vittorie iniziali della Germania di Hitler, Lutti e distruzione a San Varano durante il Secondo conflitto mondiale

I lunghi mesi del Secondo conflitto mondiale a Rovere

lapide a Rovere

Fra pochi giorni ricorrerà l’anniversario della nascita della Repubblica Italiana dopo 20 anni di regime dittatoriale e al termine di un conflitto che causò immani distruzioni e oltre 70 milioni di morti. Che festa sarà quest’anno mentre si sta ancora combattendo la pandemia generata dalla diffusione del virus Covid-19? Come già avvenuto per il 25 I lunghi mesi del Secondo conflitto mondiale a Rovere

La battaglia di Biserno

In ricordo della battaglia di Biserno

L’odierna tappa storica di avvicinamento al 2 giugno, festa della Repubblica, ci conduce nel territorio di Santa Sofia, abbastanza distante dal punto di vista chilometrico da Forlì, ma in realtà unito dagli avvenimenti della Resistenza combattuta da dopo l’8 settembre 1943 alla Liberazione. Infatti in questa zona il 12 aprile 1944 dodici partigiani appartenenti alle La battaglia di Biserno

Le grotte di Castiglione: nel 1944 utilizzate come rifugio dai civili

grotte di Castiglione

La data del 2 giugno si avvicina. Una bella iniziativa a livello nazionale è stata avviata in queste ore e prevede per i prossimi giorni il sorvolo di molte città italiane da parte delle Frecce Tricolori dell’Aeronautica Militare Italiana. È un modo davvero nuovo ed eclatante per richiamare l’attenzione su un importante anniversario che, come Le grotte di Castiglione: nel 1944 utilizzate come rifugio dai civili

La lapide che ricorda i morti del bombardamento tedesco del 1944

Monastero della Clarisse Povere

Nel percorso di avvicinamento alla Festa della Repubblica attraverso alcuni luoghi simbolo di Forlì, che permettono di raccontare le tragedie del Secondo conflitto mondiale e comprendere il grande valore della pace, non poteva mancare la lapide che ricorda le vittime del bombardamento tedesco del 10 dicembre 1944. La lastra di marmo è collocata sul muro La lapide che ricorda i morti del bombardamento tedesco del 1944

Santa Maria del Fiore: una cappella ricorda i morti del 19 maggio 1944

Chiesa di Santa Maria del Fiore Forlì

Quel 19 maggio 1944 mai i forlivesi si sarebbero aspettati un simile inferno proveniente dal cielo. Anche se il “Cittadone”, come tutta l’Italia, era fortemente prostrato da quattro anni di conflitto mondiale, la vita continuava fra incertezze, fame e mercato nero. In molti covava già l’illusoria speranza che la guerra finisse presto, sul presupposto che gli Santa Maria del Fiore: una cappella ricorda i morti del 19 maggio 1944

La lapide di via della Ripa

Via Della Ripa foto di Viola Annamaria Azzolina

Riprendo l’itinerario storico che deve consentire di riflettere sui sacrifici compiuti per costruire la nostra Repubblica focalizzando l’attenzione su una lapide posta in via della Ripa, sul muro di cinta dell’ex distretto militare (nella foto). La storia racconta che il 24 marzo 1944, il Tribunale Militare, riunito nella caserma “Ettore Muti”, così si chiamava a La lapide di via della Ripa

Da sferisterio a parcheggio, il destino di uno degli impianti sportivi più importanti d’Italia

Palla col bracciale

Concludo con questo quarto testo il resoconto, sicuramente incompleto, sull’importanza che ha avuto il gioco della palla al bracciale a Forlì. Nel frattempo, infatti, mi sono pervenute ulteriori informazioni su questo sport e il forte legame con la città, oltre a copie di nuovi documenti conservati all’Archivio di Stato che mi ha trasmesso lo studioso Da sferisterio a parcheggio, il destino di uno degli impianti sportivi più importanti d’Italia

Quando la palla al bracciale era lo sport simbolo di Forlì

gioco palla al bracciale

In un testo precedente è stato messo in risalto lo straordinario successo che il gioco della palla al bracciale cominciò ad ottenere verso la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento, tanto da dover emanare regolamenti sempre più precisi per evitare “disdicevoli litigi” fra i tanti tifosi che accorrevano a vedere le partite. La passione Quando la palla al bracciale era lo sport simbolo di Forlì

Quando la palla al bracciale si giocava nel cortile di casa Monsegnani

palla al bracciale

Con questo contributo ritorno a parlare del gioco della palla al bracciale avendo la possibilità di fare riferimento a nuovi documenti. L’argomento, già trattato in precedenza, ha suscitato molto interesse e in diversi mi hanno chiesto approfondimenti che cercherò di fornire anche nei prossimi giorni con ulteriori due testi. Ho già raccontato dell’enorme seguito di Quando la palla al bracciale si giocava nel cortile di casa Monsegnani

Benito Graziani: la vita di un ragazzino stravolta dalla crudeltà della guerra

Bagno di Romagna

Gli articoli dedicati alla storia delle operazioni di sminamento a Forlì e a coloro che svolgendo questo pericolosissimo lavoro persero la vita, o rimasero segnati per sempre, hanno suscitato molto interesse e tante reazioni, tutte tese a trovare ulteriori elementi per raccontare un periodo storico molto difficile per il nostro territorio e per l’Italia. Paolo Benito Graziani: la vita di un ragazzino stravolta dalla crudeltà della guerra

I primi giorni di maggio e le tradizioni popolari dimenticate

Radames Garoia e Nivalda Raffoni

Maggio, con i suoi 31 giorni, è il terzo mese della primavera che entra in questi giorni nella sua fase di massimo fulgore effetto della crescente esposizione alla luce solare, che raggiungerà l’apice nel solstizio d’estate (21 giugno). Di conseguenza le giornate si allungano e il clima è decisamente più mite. Questo periodo aveva ed I primi giorni di maggio e le tradizioni popolari dimenticate

La Scuola di Bonifiche Campi Minati di Forlì

sminatori

Proseguendo il racconto sullo sminamento del territorio forlivese subito dopo il passaggio del fronte occorre ricordare che esistevano molti tipi di mine antiuomo, si andava dalla terribile “S” tedesca che veniva interrata lasciando spuntare solo un sensore. Il dispositivo se calpestato attivava una piccola carica faceva saltare fuori dal terreno la mina che poi esplodeva La Scuola di Bonifiche Campi Minati di Forlì

Il ricordo degli sminatori forlivesi deceduti

sminatori

Nel corso degli anni molti sono stati gli avvenimenti del Secondo conflitto mondiale e della Resistenza che sono stati approfonditi gettando nuova luce su quanto avvenne in quei tragici anni e nell’immediato dopoguerra. Fra gli argomenti che restano ancora da indagare in modo più approfondito merita sicuramente attenzione l’attività di sminamento del territorio forlivese. Un Il ricordo degli sminatori forlivesi deceduti

Il colera del 1855 a Pievequinta fece 49 vittime in meno di due mesi

Mauro Mariani

Sull’ultimo giornalino del Comitato di Quartiere Pievequinta, Caserma e Casemurate (si tratta del 120° numero) lo storico Mauro Mariani ha pubblicato un importante articolo dove evidenzia gli effetti letali dell’epidemia di colera del 1855 nella sola Pievequinta. Lo scritto prende spunto dall’attuale situazione di emergenza sanitaria creata dal diffondersi del virus Covid 19 e si Il colera del 1855 a Pievequinta fece 49 vittime in meno di due mesi