I sassolini nella scarpa dell’ex leghista Corrado Metri

Corrado Metri

Corrado Metri, ex segretario regionale della Lega Nord Romagna,  dopo avere qualche mese fa consegnato insieme a tutto il gruppo “chiavi e tessere” della sede castrocarese, non ci sta alle “epurazioni” interne che sta macinando il Carroccio in Romagna e, senza peli sulla lingua, punta il dito sui vertici. Riportiamo integralmente le sue dichiarazioni.

«Avevo deciso che per certe cose avere pace è meglio che avere ragione, ma a seguito della fuoriuscita di tre amici di Ravenna e soprattutto della solita reazione verbalmente violenta dell’onorevole Pini e dei suoi funzionari, senza escludere i commenti sgradevoli e maleducati di alcuni sedicenti militanti della Lega Nord Romagna, ritengo giusto dire la mia a proposito della conduzione del Movimento in Romagna da parte dell’on. Pini.

Disincentivare brave persone, militanti attivi e capaci, fino a portarli alla decisione di andarsene dalla Lega, oppure cacciarle direttamente è il sistema, credo comune a tutti i partiti, per configurare a propria immagine e somiglianza una compagine politica.
Gli amici di Ravenna hanno capito in tempo che era ora di andarsene, per interrompere una situazione umiliante prima di essere sanzionati, io li capisco perchè a me è capitato di peggio.

Non mi si può dire che non conosco il Movimento e le logiche sia politiche che organizzative, perchè la Lega Nord Romagna l’ho fatta io, sono stato primo segretario regionale, per 6 anni, oltre che deputato e sindaco.
Purtroppo ho visto annientare le sezioni della provincia di Rimini, oggi il comunale del capoluogo conta la bellezza di 1 militante, forse 2, ho visto congelare la militanza di Ravenna ed aumentare in maniera spropositata il numero di militanti da congresso del forlivese, con l’ovvio obiettivo di controllare la Romagna.
Chi non era d’accordo è stato eliminato in qualche modo, io sono stato espulso senza una motivazione concreta, un fatto specifico, basti dire che solo 9 persone su 15 (componenti del consiglio della Romagna), sono stati i miei accusatori, ma anche testimoni e pure giudici, anche se Pini blatera di giudizi all’unanimità, un giudizio senza una prova, solo sulla sua parola.

L’aspetto più singolare però è dato da una delle motivazioni, sempre generiche e non provate, sarebbe che ho ‘portato danno all’immagine della Lega’.
Anche se io non ho fatto comunicati, rilasciato dichiarazioni e tenuto comportamenti civici e morali sconvenienti, il meglio è che questa accusa viene da chi, Pini, è stato condannato in primo grado a 2 anni per ‘millantato credito’, per aver, come cita la sentenza, ricevuto 15 mila euro per far vincere un concorso da notaio, e da una persona, sempre Pini, che è tuttora all’attenzione di alcune inchieste della magistratura, una di queste, per dichiarazione dei giudici riportata dai quotidiani locali, dovrebbe vedere un processo proprio in questo mese di gennaio, perciò mi chiedo e chiedo agli altri: chi porta danno all’immagine del Movimento?

Al mio caso e ad altri simili si aggiunge l’opera di mortificazione e inibizione operata nei confronti della sezione di Castrocaro, commissariata per ‘non aver lavorato negli ultimi 12 mesi’, nonostante tutto il lavoro espresso, superiore a qualsiasi altra sezione, comprese quelle provinciali, e i risultati elettorali di tipo ‘lombardo’, ad esempio il 33% delle ultime elezioni regionali, l’unica sezione che rispettava il parametro del tesseramento di 3 sostenitori per ogni militante, quella che faceva feste con partecipazioni superiori a qualsiasi altra, nonostante l’assenza sistematica di personaggi noti, quella che raccoglieva firme come tutto il resto della provincia. A fronte di questa ennesima provocazione ed offesa tutti gli iscritti di Castrocaro se ne sono andati.

Per tutto questo ritengo giusto esprimere, a nome mio e di tutta la ex sezione di Castrocaro, sentimenti di solidarietà e amicizia degli amici di Ravenna, Paolo Guerra, Giovanni Calisesi e Orazio Pezzi. Calisesi è uno dei più anziani militanti della Romagna, dal 1990, ha ricoperto diversi ruoli interni ed istituzionali, tra i quali capogruppo in Consiglio Comunale a Ravenna, mentre Paolo Guerra è stato consigliere comunale di Ravenna, si è dimesso in questa occasione con una dignità inusuale nell’ambiente politico, e ha portato avanti il suo ruolo pubblico con capacità e continuità ammirevoli, portando lustro alla Lega, ma purtroppo molta invidia al suo interno».

Corrado Metri

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