Un trio d’Arte su “Lacattivastrada” di De Andrè al teatro Dehon di Bologna il 3 febbraio alle ore 21,00. I testi e le canzoni di Fabrizio De Andrè fanno parte da tempo delle migliori creazioni letterarie e musicali conosciute ed apprezzate nel mondo intero per la loro profondità concettuale e per il loro sguardo aperto sulle zone oscure e d’ombra dell’umanità. La sua visione trasgressiva rientra in una visione completa della natura umana con un particolare riguardo per la figura femminile che De Andrè racconta sempre con grande rispetto e poesia, nobilitando infine anche le donne meno nobili. E proprio per questa sua singolare e ampia visione, i suoi testi e le sue canzoni continuano a sedurre il mondo, rivelandosi costantemente di grande attualità.
Il 3 febbraio, alle ore 21,00, al Teatro Dehon a Bologna, un Trio d’Arte riproporrà i testi di De Andrè, ripercorrendo l’oramai nota “cattiva strada” seguendo la drammaturgia dell’attrice Cristina Sarti, insieme alla voce e alla musica del talentuso Aldo Ascolese, accompagnati entrambi dal pianoforte di Domenico Berta. Lo spettacolo ha già raccolto numerosi e sinceri consensi, sia di pubblico che di critica nelle rappresentazioni precedenti, come è accaduto lo scorso 27 dicembre 2015 presso il Teatro della Rosa di Pontremoli.
Lo spettacolo “Lacattivastrada” è un racconto a due voci, in cui il Teatro, la Canzone e la Musica si fondono insieme, originando uno speciale tessuto narrativo e partecipativo che trasporta lo spettatore tra le viuzze e le brezze marine che Fabrizio ha conosciuto e vissuto a Genova. In questo spettacolo, la voce e le corde della chitarra dense di verità e carisma dell’apprezzato cantautore genovese Aldo Ascolese che ha collaborato con De Gregori, Guccini, Bertoli e con lo stesso Fabrizio De Andrè, si incontrano con l’intensa e sensibile interpretazione dell’attrice e autrice Cristina Sarti che da anni collabora in teatro con il maestro Antonio Salines ed è stata diretta dal maestro Giulio Bosetti nelle sue ultime rappresentazioni, per ridare vita e colore ai pensieri, ai turbamenti e alle molte sfaccettature delle indimenticabili protagoniste femminili cantate da Faber.
In questo viaggio i due protagonisti saranno accompagnati al pianoforte da Domenico Berta, diplomato in pianoforte al Conservatorio Niccolò Paganini di Genova, concertista e compositore con il maestro Giuseppe Bisio e Manlio D’Angelantonio. L’idea di realizzare questo spettacolo è nato un anno fa, in un pomeriggio freddo di Milano, davanti al tepore delle tazze di cioccolata calda e rum, intorno al tavolino di un bar vicino alla stazione di Milano centrale, tra le chiacchiere alcuni amici artisti di Milano, Genova e Pontremoli, accomunati dalla stessa passione per la musica, il teatro e tutto quello che si respira sul palcoscenico e soprattutto accomunati dall’amore per la profondità e malinconia delle canzoni di De Andrè.
Da qui, quasi per gioco, è nata l’idea di portare a teatro non semplicemente le canzoni di Faber, ma di fare rivivere i suoi personaggi, nello specifico le figure femminili, dei testi delle sue canzoni, che in questo spettacolo si incarnano dal pensiero di Faber alla voce delle donne che sono state pensate da Faber attraverso la voce di Aldo Ascolese e l’interpretazione delle stesse di Cristina Sarti che formano la coppia artistica portante di questo progetto. Lo spettacolo è concepito come un teatro-canzone che non si limita al racconto parlato e cantato ma porta in scena facendo rivivere le donne di Faber che si materializzano sul palco come dei personaggi vivi in carne e ossa e non più solo pensati e che si autorizzano ad uscire fuori quasi autonomamente dal pensiero dell’autore ( Faber) in un’armonia circolare con le parole in musica delle canzoni che le ritraggono. Non ci sono pause tra un intervento drammaturgico e quello cantato, c’è una circolarità continua che le fa rivivere nella loro evoluzione, in un tempo senza tempo, dove le canzoni e le parole si intrecciano una con l’altra a completare il cerchio della collana in cui al gancio finale si ricongiunge quello iniziale.
Così si creano dei ponti continui tra le donne “che aspettano” di Rimini e Franziska, le donne “ che si offrono” di Via del Campo e Bocca di Rosa e molte altre sognatrici malinconiche e ironiche delle canzoni di Faber, spettatrici e interpreti allo stesso tempo dei più sconfinati temi, dalla guerra, alla morte, dalla fine di una relazione al ricordo di un nuovo amore, dal sacrificio di una donna votata ad un ideale o a quello del corpo che diventa merce vissuto con pietà o con fulgida ironia e scaltrezza. Ed ecco la fusione perfetta tra teatro e canzone che aprono i sensi dell’immaginazione, come se lo spettatore potesse “leggere” questo mondo semplicemente guardandolo e ascoltandolo come se stesse sfogliando un libro in cui le illustrazioni e le parole prendano anima aprendogli la porta per viverlo personalmente.
Infine i testi di De Andrè continuano ad essere fonte di ispirazione per gli artisti i quali contribuiscono ad esaltarne il valore, aggiungendovi nuovo talento artistico, in un crescendo continuo di ispirazione ed esaltazione della autentica qualità espressiva.
Cristina Sarti. Diplomata all’Accademia Teatrale del Teatro Stabile di Trieste nel 2006 (direzione artistica Francesco Macedonio), ha proseguito la sua formazione artistica approfondendo il metodo Strasberg con Michael Margotta, coach dell’ Actor’s Studio di New York. Il suo debutto sul palcoscenico è avvenuto ancora prima del terminare l’Accademia teatrale, quando nel 2004 al Festival della Versiliana ha affiancato Corinne Clery, Antonio Salines e Vittorio Viviani nelle Allegre comari di Shakespeare per la regia di Andrea Buscemi. Sempre con la regia di Buscemi è stata tra le protagoniste de Le Intellettuali di Molierè. Seguiranno poi diversi spettacoli di successo. Nel 2008 ha iniziato una collaborazione con l’attore e regista Antonio Salines e ricoprirà sempre il ruolo di protagonista nelle sue regie tra cui : Nanà di E. Zolà, La voce umana di J. Cocteau, La signora delle camelie di M. Ainzara, Gamianì di A. de Musset ( adattamento teatrale di Riccardo Reim), Generazione due cavalli di M. Ferrari.
Ti ho sposato per allegria di N. Ginsburg. Ha poi lavorato con il regista Francesco Macedonio su testi di A. Checov per la Compagnia del Teatro Orazio Bobbio di Trieste. È stata inoltre interprete di diverse regie di Giuseppe Emiliani tra cui Aldo Moro come Antigone con VirgilioZerniz. Nel 2009 ha lavorato a fianco di Vanessa Gravina e Edoardo Siravo per la 40 Biennale internazionale di Teatro Venezia nello spettacolo Capitano Ulisse sempre per la regia di Giuseppe Emiliani., Teatro Goldoni di Venezia. Ha lavorato anche al fianco di Mascia Musy ai Musei capitolini del Campidoglio Roma nella piece Il Volpone di Ben Jonson , regia a. Gagnarli. Ha interpretato per la regia e con Carlo Simoni La Marcolfa d Dario Fo per il prestigioso Festival di BorgioVerezzi.
È stata interprete di Madame de Sade di Mishima al Nippon Festival di Lugano per la regia di P. Ferrarini. E’ stata protagonista dello spettacolo La voce delle donne regia di Luca Sandri, Il fantasma del castello di A. Panzarella per il circuito Il mito Magna Grecia festival. Ha preso parte allo spettacolo Frankenstain regia Federico Zanandrea, inoltre ha curato e interpretato la presentazione della prima nazionale del romanzo Sono il fratello di XX di Fleur Jeggey e del romanzo Il testamento di Maria di Colm Toibin. Dal 2011 è entrata a far parte della prestigiosa compagnia del Teatro Carcano di Milano, dove sarà interprete de La bottega del caffè e de I sei personaggi in cerca d’autore, regia Giulio Bosetti. Ha inoltre preso parte a diverse campagne pubblicitarie tra la Francia e l’Italia.
Aldo Ascolese. E’ originario di Genova. Il pubblico e gli addetti ai lavori definiscono Aldo come uno tra i migliori cantautori genovesi in circolazione. Molti lo definiscono il vero erede di Fabrizio De André, non solo per la pasta vocale e la profondità timbrica, che in effetti ricorda il noto cantautore scomparso, ma soprattutto per i suoi testi, che si sviluppano sempre su temi riguardanti il sociale, i suoi vicoli e la sua Genova. All’età di 14 anni Aldo ha lasciato gli studi ed ha iniziato a lavorare in porto, nel settore demolizione “caldaie marine”. Grazie a questo lavoro è riuscito ad entrare in possesso della sua prima chitarra, di seconda mano, imparando ad usarla sotto la guida di un altro grande genovese: Bambi Fossati.
Nello stesso periodo ha iniziato a farsi sentire dentro di sé, un’altra forte pulsione per la fotografia. La sua prima macchina fotografica, comprata usata, è stata una Cannon, e da quel momento ha percorso l’Italia intera con i suoi scatti e ritratti, fino ad arrivare ad aggiudicarsi un premio Newton e ad essere presente più volte sulla home page è di PhotoSIG, bibbia internettiana della fotografia. Aldo da subito ha iniziato a scrivere canzoni, ne ha scritte quasi 500, con testi intrisi di quotidianità e poesia e da subito ha iniziato anche a cantarle. Nel ’78 ha vinto il suo primo Concorso al teatro Margherita di Genova. Ha vinto con una canzone che parla di un barbone, manifestando l’attenzione per un mondo di emarginati, di drop out, di non reintegrati, tra Dickens e Hugo, tutti personaggi border line che Aldo non abbandonerà mai più.
Negli anni successivi si è alternato sui palcoscenici per fare da spalla a nomi del calibro di Pierangelo Bertoli, Andrea Ming Hardy, Roberto Vecchioni, Francesco de Gregori, Francesco Guccini, Fabrizio de Andrè, Claudio Baglioni. Nel 1987 ha vinto una rassegna componendo il pezzo “Natale d’oggi” battendo la concorrenza di autori del calibro di Enrica Bonaccorti, Maurizio Costanzo, Mogol e Franco Bracardi, partecipando alla prima edizione di quello che sarà il premio Tenco, appuntamento che non mancherà negli anni successivi. Per la sua voce così profonda che sembra un contrabbasso che batte il tempo al tempo, dicono che la sua vocalità sia simile a quella di Fabrizio De Andre’. Aldo sorride e si mette a scrivere un’altra canzone, di notte, come racconta lui stesso:”Arrivo a casa dal lavoro e comincio a scrivere. Scrivo tutta la notte e poi finisce che mi accorgo che è arrivata l’ora di andare a lavorare, di nuovo. È sempre stato così, ma va bene così”.
Domenico Berta. S è diplomato in Pianoforte nel 1988 presso il Conservatorio Nicolo’ Paganini di Genova. Dopo il diploma ha perfezionato gli studi con il Maestro Giuseppe Bisio, insegnante presso il Conservatorio Paganini di Genova, con il quale ha eseguito diversi concerti. Ha seguito anche lezioni di composizione con il Maestro Manlio D’angelantonio per diversi anni, ed è stato accompagnatore del gruppo polifonico da lui diretto. Ha inoltre eseguito svariati concerti in rappresentazioni e teatri tra cui il Teatro Modena di Genova. Attualmente ha registrato ed arrangiato le musiche, partecipando alla creazione di brani inediti con il B.A.D. Trio, con Barbara D’Alessio alla batteria e Adriano Arena alla chitarra elettrica. Il primo cd “Scream”, è disponibile dal 1/05/2015 su tutte le piattaforme digitali.
“Questa di Marinella è la storia vera
che scivolò nel fiume a primavera
ma il vento che la vide così bella
dal fiume la portò sopra a una stella”
La canzone di Marinella – De Andrè
Info: Teatro Dehon Via Libia, 59 Bologna 051/342934 web; http://www.teatrodehon.it/