Il prossimo 27 ottobre ricorrerà il 76° Anniversario della Liberazione di Predappio, già proprio il 27 e non il 28, come, invece, a bella posta hanno sempre fatto credere le formazioni partigiane perché la coincidenza della data della liberazione con quella della trascorsa “Marcia su Roma” assumesse, volutamente, maggior valor simbolico di riscatto dal Fascismo. Ma, soprattutto, il prossimo martedì 27 ottobre ricorrerà l’opportunità di ribadire la verità storica della liberazione di Predappio, solo ed esclusivamente ad opera delle truppe polacche del generale Wladyslaw Anders, fatto storico documentato da varie fonti storiche, italiane e straniere, pure di natura militare, da me esposte in precedenti interventi sul tema.
Con queste mie argomentazioni non voglio affatto negare un eventuale contributo, recato dai resistenti, bensì intendo solo dichiararne il valore e il significato accessorio, secondario rispetto a quello principale ed esclusivo dei combattenti polacchi.
Da aprile scorso si è aperto concretamente un dibattito sul riconoscimento della verità storica sulla liberazione predappiese, quindi sul merito, in proposito, dei soldati polacchi, e, sempre dall’aprile trascorso non è mancata la disponibilità dell’Amministrazione Comunale di Predappio a onorare questa verità, pure con la concessione della cittadinanza onoraria alla memoria all’indimenticabile generale Anders.
I mesi, il tempo, però, trascorrono come un soffio, allontanando e diluendo il ricordo del passato, quasi a conferma del vecchio adagio come gli intenti stentino a concretizzarsi: in fondo, la concessione di una cittadinanza onoraria non richiede grandi tempi burocratici né chissà mai quali costi e, nel frattempo, poteva già coinvolgersi sul tema il dibattitto e il deliberato del Consiglio Comunale. Invece, niente!
Eppure, sarebbe un’occasione per fare chiarezza storica, rompere l’antagonismo fazioso, annualmente ricorrente a Predappio per la falsa coincidenza della Liberazione del paese con la “Marcia su Roma”, dunque dare concretamente prova e impegnare tutti sul distacco da certa retorica celebrativa di parti contrapposte.
Ancora, sarebbe una splendida occasione per dare di Predappio l’immagine di una comunità critica, riflessiva sul passato come sul presente e le sue prospettive future.
Onorare i liberatori polacchi e il loro generale Anders significa, inoltre, celebrare quanti combatterono per la libertà dalla ignobile dittatura nazifascista per poi finire essi stessi vittime dell’altrettanto ignobile dittatura comunista, imposta dall’URSS, dunque costretti all’esilio e privati, addirittura, della stessa cittadinanza d’origine, appunto quella polacca.
Predappio dia questo messaggio.