I sostenitori e gli elettori forlivesi di Fratelli d’Italia, il partito capitanato con polso e grinta da Giorgia Meloni, sono davvero sconcertati, confusi che nel consiglio comunale cittadino seggano adesso ben sei rappresentanti di FdI, parimenti divisi in due gruppi, antagonisti tra loro: da una parte, il gruppo “Fratelli d’Italia per Giorgia Meloni”, guidato da Davide Minutillo; dall’altra “Fratelli d’Italia”, riconosciuto ufficialmente dai vertici nazionali del partito e, come tale, guidato dal capogruppo Emanuela Bassi.
Quasi un gioco di prestigio politico che illude e falsa la realtà, già a partire ovviamente dal risultato delle ultime comunali del 2019 con un FdI al 2.95% con soli 1.758 voti ed un unico consigliere, eletto proprio nella persona di Davide Minutillo. Incredibile, saltando a piè pari il risultato elettorale, quindi la volontà degli elettori, stiamo assistendo ad una moltiplicazione di seggi sui quali ospitare il fondoschiena di ben 5 consiglieri, eletti in altre liste, perciò transfughi, voltagabbana, soprattutto abili trasformisti sulla base di convenienze, calcoli, personali e di gruppo.
Dinanzi alla crescita continua e sempre più ampia del partito della Meloni, ormai veleggiante verso la terza posizione tra le forze politiche nazionali, non è mancato a livello forlivese chi, concependo la politica quale strumento personalistico, ha fiutato il tornaconto di passare a FdI, magari costruendo una rappresentanza comunale da far valere di più per probabili rimpasti della giunta o nomine nel sottogoverno della città.
Nell’uno e nell’altro gruppo c’è un po’ di tutto, un pot-pourri di funamboli politici della destra locale: una ex “pasionaria” leghista; due orfanelli del berlusconismo, ormai sulla via di un inesorabile tramonto; un trascorso celodurista della Lega, protagonista, tempo fa, di una pubblica figuraccia davvero “cacina”, tanto per dirla alla toscana; infine, precipitatasi da una lista civica pro Zattini, una magnetica signora bionda, tutta charme e tanto glamour.
“Les jeux sont faits, rien ne va plus”, i giochi sono fatti, nulla va più! Dagli alambicchi dell’alchimia politica forlivese è nato così un Fratelli d’Italia bicefalo, a due teste, ma chissà quale con un’anima definita e schietta. A Forlì Fratelli d’Italia è diventato protagonista di una commediola leggera e ridicola, una sorta di pochade della mediocrità politica spacciata come autorevolezza e impegno al servizio del cittadino.
A Forlì Fratelli d’Italia è apparentemente come un tessuto double-face con due diritti, quindi a doppia faccia, ma nessuno s’illuda perché, in verità, di ciascuna faccia esiste pure il rovescio, anche se ben nascosto nella trama del segreto intreccio dei suoi tessitori.
Franco D’Emilio