Risiedo a Forlì dal dicembre 1986, dunque, poco manca, che sia un forlivese d’adozione da circa 35 anni, quasi una vita. Come cittadino ho attraversato diverse ‘sindacature’ del Comune di Forlì, ma, guardando al passato, la mia stima e considerazione sono solo per due figure che ricordo, ancora oggi, con affetto e un nodo alla gola: Giorgio Zaniboni e Franco Rusticali, due personalità diverse per carattere e formazione, entrambe anche tanto discusse per la loro azione di Primi Cittadini, uso le maiuscole per rispetto all’onore con il quale hanno assolto questo loro mandato, ma sicuramente un’eccellente memoria storica della municipalità forlivese.
Sia Zaniboni che Rusticali erano ben lontani dalla mia collocazione politica, però ci intendemmo sulla concretezza di talune prospettive della città di Forlì ed io nel mio piccolo e per quel poco che potevo fare non feci loro mancare il mio contributo. Tutti e due hanno lasciato segni tangibili nello sviluppo di Forlì e delle sue attività, dopo di loro solo grigia pochezza amministrativa.
Nell’attualità di questi giorni, fra l’altro insidiati dall’incombente epidemia covidiana, ho appreso con soddisfazione la notizia che il sindaco forlivese in carica, Gian Luca Zattini, pare deciso ad avviare a soluzione il pluriennale problema di abbandono e degrado dell’area verde dell’Ex Eridania, magari con la realizzazione di un nuovo parco urbano che proietterebbe Forlì al vertice dei comuni con maggior spazio verde disponibile.
Un grande progetto, dunque, realizzabile con il ricorso ai fondi del Recovery Fund, il cui avvio può concretamente avviarsi entro questa sindacatura Zattini; un progetto che, unitamente al nuovo disegno dell’area antistante il Polo Museale del S. Domenico, alla ricerca di una nuova via alternativa alla strada Ravegnana e al già consolidato polo universitario forlivese con la neonata facoltà di medicina e chirurgia, davvero rappresenta, significa uno slancio complessivo, innovativo e fattivo, della vita della nostra amata “Forum Livii”.
Negli ultimi tempi Forlì mi appare più vivibile, più curata nel suo decoro urbano, più agibile nella sua viabilità, più attenta alle attività amministrative, riguardo alle quali, a titolo esemplificativo, voglio testimoniare il grande impegno dei lavoratori dell’anagrafe comunale nel mantenere, nonostante il pericolo epidemico, un validissimo standard di servivi al cittadino. Da 35 anni non avevo mai sentito sollevare il problema dell’ex Eridania e, tutte le volte che in treno tornavo a Forlì dai miei viaggi, provavo un senso di disagio a vedere quell’abbandono di archeologia industriale in mezzo a tanto spazio, sottratto all’uso della città.
Adesso, finalmente mi conforta sapere che il sindaco Zattini si pone la progettualità di recuperare questo spazio ai forlivesi, quindi riconsiderando l’assetto cittadino, il rapporto tra edilizia e verde pubblico, dando nuove prospettive al tempo libero, alle attività ricreative, e perché no, pure culturali di Forlì. Mi auguro che questo progetto si avvii perché può veramente dare forma al disegno della nostra città futura: mi piacerebbe che attraverso la comunicazione istituzionale i forlivesi fossero coinvolti in questa vicenda di recupero della grande area verde ex Eridania, dunque informati del concorso di idee e progetti per una destinazione d’uso finale che deve essere pienamente fruibile dalla cittadinanza.
Non sono incline all’apologia, tanto meno a quella di un sindaco, lascio ai posteri l’ardua sentenza, però Zattini merita stima perché ci prova sempre, nelle piccole e grandi cose, così come pensa al quotidiano e a qualcosa di più ampio e significativo per Forlì. Discutibile, criticabile, certo, ma concreto e, in questo, direi quasi nel segno dei trascorsi e indimenticati Giorgio Zaniboni e Franco Rusticali.
Franco D’Emilio