Venerdì scorso a Forlì un importante e fattivo incontro tra il sindaco Gian Luca Zattini e Luciano Caro, rabbino di Ferrara e della Romagna, per definire concretamente le modalità operative e i tempi per la tanto attesa realizzazione nel polo museale di Palazzo Romagnoli di una sezione permanente, dedicata alla memoria storica della presenza ebraica a Forlì: iniziativa di significativo valore culturale per riaffermare come gli ebrei forlivesi abbiano costituito e costituiscano un motivo fortemente identitario della comunità cittadina, essendone stati sempre partecipi della vita sociale, politica ed economica.
Dunque, una realizzazione per testimoniare un indiscutibile patrimonio di conoscenza storica, utile strumento sul piano didattico, formativo e, soprattutto, per confermare quanto sul piano storico valga la verità storica delle fonti documentarie, inconfutabile arma contro ogni maldestro, maligno tentativo di revisionismo o negazionismo, ancora oggi, spesso, ma vanamente, risorgenti contro la comunità ebraica italiana e internazionale.
Il sindaco Zattini, come sempre validamente supportato dal contributo, minuziosamente dettagliato, da Stefano Benetti, dirigente del Settore Cultura e Musei, e dagli attenti suggerimenti di Mario Proli, responsabile dell’Ufficio Stampa, è stato risoluto: il 9 novembre prossimo, in coincidenza con l’anniversario della liberazione di Forlì, si svolgerà l’inaugurazione della sezione museale ebraica nell’ambito di Palazzo Romagnoli, prezioso scrigno di arte e cultura a Forlì.
Questa risolutezza del Primo Cittadino ha confermato l’attenzione dell’attuale maggioranza comunale di centrodestra verso quei valori di libertà, concordia e rispetto dell’identità altrui che caratterizza l’anima democratica della nostra Forlì, questo in continuità pure con l’indagine storica, condotta da alcuni studiosi forlivesi, sulla persecuzione antiebraica nella Romagna forlivese: dagli studi di Paola Saiani allo splendido testo, lo scrivo senza esagerare, di Francesco Gioiello “La Forlì ebraica. Una storia tra integrazione e Shoah”; dal contributo tenace di Maura de Bernart, già docente dell’Università di Bologna, sede di Forlì, contro l’antisemitismo ed ogni razzismo all’impegno di storico ed educatore di Maurizio Goiello.
Aggiungo anche il contributo mio e dell’amico Paolo Poponessi, quali curatori della prossima mostra a Palazzo Romagnoli che raccoglie, in parte, le trascorse esperienze, sempre ad opera degli stessi autori, delle mostre “Stelle Gialle” e “Forlì ebraica”, entrambe svoltesi a Forlì, rispettivamente nel 2015 e nel 2018. Dunque, il sindaco Zattini conferma e dà la giusta sistemazione museale a questa tradizione di studio e approfondimento della presenza ebraica a Forlì, accogliendo, così, la sentita aspirazione del rabbino Caro perché fosse garantita tale memoria: davvero ammirevole la tenacia di Luciano Caro, impegnatosi pure ad arricchire la nuova sezione museale di Palazzo Romagnoli con alcuni oggetti simbolici della vita ebraica.
Credo che la realizzazione di questa nuova, pur piccola, ma significativa, sezione museale sugli ebrei forlivesi rappresenti un ulteriore passo di civiltà nella storia del nostro Comune, ma, soprattutto, costituisca un’originale, perché unica, “pietra d’inciampo” sui passi dei futuri visitatori di palazzo Romagnoli, testimoni così di rinnovata memoria.
Franco D’Emilio