“Tutto il Consiglio comunale sarà coinvolto nella decisione se concedere la cittadinanza onoraria alla memoria al generale polacco Wladyslaw Anders”: così, il 26 aprile 2020, sulle pagine della stampa locale il sindaco di Predappio Roberto Canali si era pronunciato sulla mia proposta di conferimento di tale riconoscimento postumo ad uno dei maggiori comandanti militari delle forze alleate contro il nazifascismo, le cui truppe del secondo Corpo d’Armata Polacco, fra l’altro, già valorose nelle battaglie di Cassino ed Ancona, liberarono Predappio nell’ottobre ‘44 e, successivamente, Imola e Bologna nell’aprile ’45.
Contrariamente alla falsa, perché senza prova documentaria obiettiva, narrazione partigiana, i soldati polacchi del generale Anders furono i soli, autentici liberatori del paese natale del Duce nella giornata del 27 ottobre ’44 e non dell’indomani 28, come ho ampiamente dimostrato con ampia documentazione da fonti italiane e straniere, pure di natura militare, riferite allo svolgimento della campagna d’Italia dello stesso generale: come spesso avviene, i vincitori vollero scrivere la storia a modo loro, anteponendo un inesistente valore partigiano predappiese al merito reale dei combattenti polacchi e ascrivendo al 28 ottobre la data della liberazione per l’alto significato simbolico che tale falso cronologico avrebbe assunto coincidendo con il giorno della fatidica Marcia su Roma.
La concessione della cittadinanza alla memoria al generale Anders da parte del Comune di Predappio sarebbe il giusto riconoscimento della verità storica contro la teatrale vulgata partigiana e, se sostenuta da tutto il Consiglio Comunale, rappresenterebbe per l’intera comunità predappiese un segno di riconciliazione e un concreto tributo all’indiscutibile, autentico valore condiviso della Libertà.
Sulla stampa locale del 24 aprile ’20 sempre il sindaco di Predappio Roberto Canali era stato chiaro come per colpa della pandemia Covid19 “non si potrà fare niente per questo anniversario della Liberazione. Potrebbe essere rinviata al 2021. La decisione spetta al consiglio comunale, che non si riunirà prima della metà di maggio.”
Dunque, cosa ne è stato di tanta promessa, sino ad oggi caduta nel vuoto?
Forse, l’ennesimo annuncio di ciò che si potrebbe fare, ma, in realtà, non si farà per non turbare il quieto vivere, fondato sulla millantata liberazione partigiana?
Forse, il prosieguo di una tattica amministrativa cerchiobottista, un colpo al cerchio, l’altro alla botte, nel segno di una pavida equidistanza?
Ho spulciato l’albo pretorio del comune: nessuna convocazione del consiglio comunale sul tema della concessione della cittadinanza alla memoria a Wladyslaw Anders. Eppure, la procedura di conferimento non è né complessa né insolita, come tale prevista dall’art. 114 della nostra Costituzione, dallo stesso Testo Unico degli Enti Locali, infine anche dallo statuto del comune; addirittura, in mancanza di una disposizione comunale, in proposito, un consiglio comunale può votare a maggioranza la delibera di concessione di tale tributo.
Neppure, il silenzio del sindaco Canali sul riconoscimento al generale Anders può ancora trincerarsi dietro le difficoltà in corso, poste dal frangente epidemico, viste le diverse manifestazioni sportive, enogastronomiche, ricreative, organizzate dal Comune, nonostante le restrizioni Covid19.
Contraddice, fra l’altro, pur nel clima epidemico attuale, la disponibilità dello stesso sindaco Canali ad elevare recentemente sugli altari del partigianato antifascista qualche nuova gloria locale, a lungo orfana di riconoscimenti e allori.
Il generale Anders e i suoi soldati furono duplici combattenti per la libertà: quella dell’Europa intera dal nazifascismo, quella della loro patria dall’occupazione sovietica.
Davvero imbarazzante il silenzio assordante del sindaco Canali dopo tante vane parole.
Franco D’Emilio