È stata inaugurata questa mattina la Prevenzione Oncologica sede di Forlì, rinnovata grazie ad un intervento di ristrutturazione complessivo, durato circa un anno, che ha interessato sia opere murarie che di impiantistica, che, soprattutto, di miglioramento del comfort e dell’accoglienza, con un’attenzione particolare all’umanizzazione dell’ambiente.
L’evento ha visto la partecipazione delle massime autorità istituzionali, l’assessore alle politiche per la Salute della regione Emilia-Romagna Raffaele Donini, il sindaco di Forlì Gian Luca Zattini, il direttore generale dell’Ausl Romagna Tiziano Carradori, il direttore sanitario Mattia Altini e il direttore del presidio ospedaliero di Forlì Paolo Masperi, insieme a Fabio Falcini, direttore della Prevenzione Oncologica e alle direzione infermieristiche e tecniche.
Collocato su una porzione del piano seminterrato del padiglione storico Vallisneri, il reparto di Prevenzione Oncologica del presidio ospedaliero di Forlì, è stato completamente rivisitato, con un progetto che ha interessato l’area dei locali dedicati alla diagnostica delle pazienti, inclusi i servizi di accoglienza, segreteria, studi medici e ambulatori, per un investimento di 600 mila euro più Iva, ai quali si devono aggiungere ulteriori 16 mila euro, per l’intervento di umanizzazione delle pareti e del soffitto, reso possibile grazie al sostegno di Lilt ed Alive e ulteriori 15 mila euro resi disponibili dallo Ior, per l’acquisto di nuove sedute per le sale d’attesa ed altri arredi.
La nuova ambientazione, caratterizzata pareti con raffigurazioni di ampio respiro e soffitti con la riproduzione del cielo illuminato allo scopo di rendere l’ambiente luminoso e restituire profondità e respiro agli spazi, è stato pensato con la finalità di trasmettere un senso di benessere alle pazienti che accedono alla struttura. L’Unità Operativa è il cuore delle attività di diagnosi precoce per la prevenzione del tumore al seno; i controlli a cui le donne sono sottoposte possono essere talora invasivi dal punto di vista fisico, ma non si può prescindere, oggi, dall’avere anche uno sguardo empatico sull’impatto emotivo che questi esami e visite hanno sulle pazienti.
“Un po’ come nell’inferno dantesco – afferma il direttore Fabio Falcini, che dirige anche il Dipartimento oncologico della Romagna – la donna entra nel reparto con un carico emotivo di preoccupazioni e per questo abbiamo pensato al progetto di umanizzazione pittorica degli ambienti, proprio con l’intento di rendere accogliente e confortevole un luogo che notoriamente è connotato da timori e sofferenze. Il progetto di ristrutturazione degli spazi in chiave umanistica nasce esattamente da questa idea: creare un ambiente che possa alleggerire lo stato d’animo e insieme alla presenza dei volontari Virgilio, accompagnare la donna nel suo cammino di prevenzione e cura”.
A tal proposito, insieme alle associazioni di volontariato LILT e IOR, da sempre vicine ai malati oncologici del territorio e l’associazione Alive, un’associazione fondata da donne, particolarmente sensibile alle necessità dell’Ospedale Pierantoni-Morgagni di Forlì, è stato possibile realizzare questo progetto di rinnovamento. Mare cristallino, palme selvagge e orizzonti esotici caratterizzano le pareti della struttura, mentre sul soffitto sono stati applicati pannelli retroilluminati a tutto cielo che regalano la sensazione di quiete e di immediato sollievo. Un altro agente rinfrancante è la presenza della musica di sottofondo in filodiffusione nei luoghi di attesa.
“Crediamo in una nuova visione di sanità, fatta di persone che curano persone, con la volontà di abbattere le distanze tra medico e paziente, e rendere anche gli ambienti ospedalieri sempre meno asettici e più abitabili. Gli effetti di questo nuovo reparto a misura di donna – che dopo due anni di sospensione dovuta alla pandemia, non a caso abbiamo deciso di inaugurare proprio oggi, 8 marzo – li riscontriamo quotidianamente nei commenti positivi delle pazienti al nostro personale e ai volontari, fortunatamente oggi i vecchi locali formali e inespressivi sono solo un ricordo“.
“Umanizzare i luoghi di diagnosi e di cura significa aprirsi alla parte emotiva dei pazienti – dichiara Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute – avere cura del loro stato d’animo, un modo concreto e importante per rendere meno traumatico un percorso che può rivelarsi carico di sofferenza. La prevenzione oncologica è da anni riconosciuta come un momento determinante della lotta al tumore e questa regione ne ha fatto un tratto distintivo dell’impegno profuso per raggiungere i buoni risultati di sopravvivenza che oggi possiamo vantare a livello nazionale”.
La modalità con cui si è andati alla ristrutturazione della Prevenzione Oncologica del presidio ospedaliero di Forlì è un segno di attenzione reale, tangibile verso le donne – che di questo centro sono le principali utenti, e che oggi, proprio in occasione della Festa della Donna, trovano in questo luogo un ambiente in cui si viene accolti con sensibilità. E’ un intervento che ha potuto contare su un investimento pubblico molto importante in termini finanziari, perché per noi la prevenzione è la più importante arma a disposizione e va sostenuta con il massimo impegno. Vorrei infine ringraziare Lilt, Alive APS e l’Istituto Oncologico Romagnolo per il loro contributo, un segno evidente del senso di comunità, di appoggio e sostegno.
“Sono molto soddisfatto – asserisce il direttore sanitario dell’Azienda Mattia Altini – per il risultato raggiunto oggi, che deve rappresentare non un punto di arrivo, quanto piuttosto l’avvio di un percorso sulla strada dell’umanizzazione degli ambienti di cura come elemento essenziale della medicina che pone al centro la persona, secondo la logica incentrata su concreti risultati di salute per il paziente. Questo principio assume ancora più valore se in un ambito delicato come quello oncologico, ci affiancano anche le associazioni dei pazienti, contribuendo al raggiungimento di un risultato connotato da solidarietà e grande senso della comunità”.
La direzione generale si unisce al ringraziamento alle Associazioni che hanno contribuito all’iniziativa, per il sostegno che hanno voluto assicurare con questa significativa donazione alla sanità romagnola, in un momento ancora difficile, in cui è particolarmente importante avere attestazioni concrete di fiducia, solidarietà e vicinanza, fondamentali per la migliore risposta che l’intero sistema sanitario pubblico è chiamato a dare”. Unanime la soddisfazione delle associazioni di volontariato presenti e coinvolte nel contributo alla realizzazione del restyling.
“In questo momento provo ammirazione ed orgoglio – afferma Sandra Montalti presidente Lilt. – Ammirazione per medici ed infermieri che hanno voluto offrire questo luogo di cura alle donne che si servono di questo servizio. Un luogo bello è un luogo dove le donne possono vivere meglio un percorso così carico di attesa. Provo orgoglio, infine, per il contributo dato dalla mia Associazione a questo progetto“.
“Siamo orgogliose di essere qui per questa iniziativa così importante – aggiunge Federica Poggi presidente Alive – soprattutto perché è un progetto rivolto esclusivamente alle donne”. “Mi sembra importante segnalare in questa occasione due parole, che ci stanno particolarmente a cuore come associazione: cura e bellezza – sottolinea invece il direttore generale dello Ior – La parola cura, che esprime benissimo tutta l’attività svolta da sanitari e volontari e la parola bellezza, perché i luoghi di cura devono essere belli”.
“Penso che questa mattina vada davvero dedicata alla figura del prof. Dino Amadori – ha concluso Gian Luca Zattini, il sindaco di Forlì – per tutti i valori che ha saputo trasmettere con la sua presenza rassicurante ed innovativa. I cittadini forlivesi devono essere davvero contenti ed orgogliosi di questa comunità che li rappresenta”.