Ora è ufficiale: la sessantacinquesima edizione del Festival Voci Nuove di Castrocaro per il 2022 non si farà. Non si è trovata la società di gestione della kermesse canora dopo il forfait dell’agenzia del noto Lucio Presta che aveva organizzato le ultime tre edizioni. Una situazione di difficoltà e di crisi che viene però da lontano: in questi ultimi 35 anni di vita del Festival non è emerso nessun vincitore che sia poi diventato famoso, segno inequivocabile di carenze di strategie organizzative, di marketing, di promozione, di selezione dei concorrenti. Pensate che negli ultimi anni sembra che i concorrenti siano stati coinvolti a “chiamata” e nella misura di poche decine di partecipanti, a fronte delle 6-8.000 adesioni negli anni d’oro, ’60 e ’70.
Si è sempre ragionato sull’importanza della presenza della Rai e della partecipazione delle star e starlette di turno, come ospiti d’onore, e la musica, i concorrenti passavano sempre in secondo piano! Ho letto una recente intervista del giornalista Massimo Cotto, sul Festival Voci Nuove, ma al di là delle buone intenzioni e della grande professionalità di Cotto, e della sua eventuale disponibilità a prendere in mano il Festival, e conoscendo tutto il suo back-ground musicale, mi è sembrato che si voglia ricalcare lo stesso iter di sempre, pur con tutte le correzioni e le novità del caso.
Di fronte a X Factor, Amici, Italia’s Got Talent e ora anche il Festival di Sanremo che si è aperto ai giovanissimi, un concorso Voci Nuove di musica italiana non ha alcun senso, ecco perché è necessaria una rivoluzione a 360°.
La soluzione, a partire dalla prossima edizione, potrebbe essere il Festival Voci Nuove Jazz e Blues, una vera rivoluzione, con il coinvolgimento nella giuria per il settore Jazz di noti musicisti e cantanti come Paolo Fresu, Fabrizio Bosso, Flavio Boltro, Simona Molinari, Maria Pia de Vito, Rossana Casale, ma anche il presidente di IJC (Italia Jazz Club), l’associazione nazionale dei jazz club italiani e il presidente del MIDJ, l’Associazione nazionale dei musicisti jazz, mentre per la giuria riguardante il Blues si potrebbero coinvolgere Eugenio Finardi, Edoardo Bennato, Federico Zampaglione dei Tiromancino, Alex Britti, Andrea Mingardi, che sono nati con la musica Blues e che se la portano sempre nel cuore. Grandi star che in nome del jazz e del blues potrebbero prestarsi facilmente a questo coinvolgimento e regalarci, durante le varie selezioni, anche qualche estemporanea performance, una loro suggestiva jam session, come si dice in America, magari con i partecipanti al Concorso! Inoltre, si potrebbe nominare presidente della giuria il regista Pupi Avati, amante del jazz e abile clarinettista, e presidente onorario Renzo Arbore. Il tutto con il supporto della oliata macchina organizzativa del MEI, Meeting delle Etichette Indipendenti, che lo scorso anno ha festeggiato i 25 anni di attività, che potrebbe avvalersi della collaborazione della prestigiosa Scuola di Musica Rossini di Castrocaro, che da tempo organizza anche un corso di Jazz.
Per dire…il collegamento col territorio! Ai vincitori si possono proporre degli stage, dei work shop di 15 giorni sulla voce in prestigiose scuole di canto a New York, per il jazz, e a New Orleans, per il blues, con cui da tempo abbiamo dei rapporti, oltre a farli esibire in alcuni prestigiosi festival italiani di jazz (Umbria Jazz) e di blues (Pistoia Blues) ed europei (Montreaux Jazz Festival), oltre in alcuni jazz club del circuito di IJC.
Michele Minisci