Raramente capita che un amministratore pubblico onori il proprio incarico con l’esempio, l’impegno duro e fattivo della sua persona: invece, è il caso, davvero esemplare, di Lorenzo Lotti, assessore allo sport del Comune di Predappio, che al suo protagonismo politico dà l’inesauribile forza delle sue gambe, soprattutto dei suoi piedi, uno dopo l’altro metronomo di un travolgente passo da maratoneta. Lorenzo Lotti è innovatore politico nel segno dello sport, della maratona, la sua disciplina, sino al punto di aver impresso nuovo ritmo all’amministrazione predappiese. La modernità dei tempi chiede tempi decisionali sempre più brevi, con un’eccessiva elaborazione di pensiero, dunque con una tardiva decisione di testa, si rischia solo l’elucubrazione di sbadiglievoli pipponi mentali.
Invece, Lorenzo Lotti, novello emulo di Filippide, l’eroe in corsa da Maratona ad Atene con l’annuncio della vittoria a sorpresa dei Greci sui Persiani nel 490 a.C, salta a piè pari ogni traccheggio di pensiero, antepone l’azione, dunque via “sempre di corsa” e “svelto”, come egli stesso si definisce in un suo blog o in qualche intervista. D’altronde, il nostro protagonista ha il giusto physique du role per questo faticoso ed innovativo compito: asciutto e atletico, temprato e avvezzo a tener duro sotto il crescente accumulo di acido lattico nei muscoli spossati, insomma, senza alcuna esagerazione, l’incarnazione del dio Mercurio con le ali ai piedi.
Si, riconosciamolo, il maratoneta/assessore Lorenzo Lotti si colloca nella parafrasi della pubblicità di una nota bevanda energetica, pure marchio della Formula1: la politica “ti mette le ali”, naturalmente, in questo caso, ai piedi, come nell’antica divinità.
Oggi, nel vincente maratoneta Lorenzo Lotti, sempre di corsa e svelto, convivono in perfetta sinergia il campione sportivo e l’amministratore politico, a questo punto entrambi riassumibili nel plurale maiestatis di “We are the Champions” di Freddie Mercury. La classe, i meriti non sono acqua e Lotti è un vero campione che onora la Valle del Rabbi, giù fino a Forlì e, ovunque, nel mondo ci sia da correre e stare in politica solo col piede giusto.
Mica facile! Non sono mai stato dotato di piede tempestivo e celere, sono un bradipo lento e cogitabondo, per questo invidio all’assessore predappiese la sua abilità. E, poi, proprio a Predappio, dove tutto ebbe origine, credo che con il suo piede instancabile e rapido Lorenzo Lotti offra una rappresentazione attuale e moderna del mito nostalgico del Ventennio: “Chi si ferma è perduto!” L’assessore né si ferma né si perde, punta sempre alla vittoria, alla gloria, perché no ad entrare nel mito, anche nella leggenda, quasi dall’Appennino predappiese alle Alpi, dal Rabbi al Tevere fosse pari a “quel securo il fulmine tenea dietro al baleno”.
La sua meta è la striscia di carta, spesso multicolore, che segna l’arrivo di ogni maratona: sì, primo nello spasmo di un ultimo slancio e con lo strappo di quel nastro, come per ribadire un perentorio “solo dopo di me tutti gli altri”. Ogni vittoria è la lezione di un impegno umile, ostinato, nonostante la fatica, i crampi, la sete; ogni vittoria è anche un incentivo al proprio ruolo di politico: correre per non indugiare, comunque correre, dove non importa, l’importante è che la gente, soprattutto i propri elettori vedano che non stai mai fermo! Giusto, quindi, che Lotti usi l’assessorato allo sport come ribalta scenica del suo impegno sportivo, accrescendone così la visibilità, la notorietà.
Se lo merita, è un campione, sempre in sfida con se stesso e alla ricerca di nuovi record: recentemente, persino di corsa, sospingendo un passeggino con un delizioso e paziente bimbetto a bordo, ma non basta, sono sicuro che il nostro campione, mai pago, osera’ ancora e di più. Non mi stupirei di vederlo strafare e stravincere anche in una maratona con l’aggravio di spingere una nonna in carriola, anzi già me lo immagino, giù da Predappio, tra due ali di folla plaudente a S. Martino in Strada, ‘uomo solo al comando” in corsa dietro alla sua attempato azdora in carriola! Questa, sì, sarebbe promozione del territorio attraverso lo sport ed un suo magnifico campione!
Lorenzo Lotti, sempre di corsa e svelto, incentiva lo sport, modula i tempi nuovi di una politica senza troppi pensieri e non più parolaia: per questo auguriamoci che “tenga botta” più a lungo possibile, lontano da un crollo improvviso alla Dorando Pietri, come avvenne alle Olimpiadi londinesi del 1908. Con Lorenzo Lotti persino il motto di Pierre de Coubertin muta in “l’importante non è partecipare, ma vincere” e qui, tornando ad un opportuno plurale maiestatis “lottiano”, possiamo concludere che “Vinceremo!”
Franco D’Emilio