Voto a Galeata: non sarà più zuppa ma pan bagnato?

Ponte di Galeata

Galeata si appresta al voto, dunque a dare il benservito al passato: importante è votare bene, scegliere con accortezza chi possa degnamente rappresentare il paese, ma soprattutto valutare attentamente i programmi di chi vorrà correre in questa tornata elettorale. La cosa dovrebbe essere semplice: Galeata è Comune di limitate dimensioni, poco più di 2500 abitanti e 1690 aventi diritto al voto, quindi nei confortevoli confini di tanta amena piccolezza sarebbe auspicabile la definizione di una proporzionata corsa tra due liste, non di più, davvero concorrenti tra loro sul piano del programma e non di ciance al vento o maneggi discutibili.

Basterebbero solo due candidati buoni, perché credibili e senza precedenti di alcuna sorta, a contendersi il voto, ciascuno con la sua proposta come meglio organizzare e far progredire la vita dei galeatesi, obiettivo da troppo tempo consegnato all’oblio. Invece no, le prossime lezioni di giugno a Galeata già si profilano come una tempesta in un bicchier d’acqua, colmo fino all’orlo di chiacchere futili, ancora di protagonismi, pure ispirati alla salvezza personale o sopravvivenza politica, infine di interessi e calcoli più da bottegai che da futuri giusti amministratori.

Priorità ed opportunità del fare, questa dovrebbe essere la rotta di una valida tornata elettorale: dire quali cose servono a Galeata, quali debbano farsi prima e per quali motivi; tutto sempre secondo una scaletta, chiamiamola semplicemente così, di realizzazioni che possano risultare veramente utili ai galeatesi e non fumo o, addirittura, gran polverone negli occhi di falsi annunci, incaute inaugurazioni e tanto menare il can per l’aia. Invece no, si profila una corsa con tre liste: una, certa, del centrodestra; una, ancora in pectore, del centrosinistra, che tarda a farsi verbo; infine, un’altra, né carne né pesce, soltanto con tanta parte, la sua.

Nota solo la candidata del centrodestra, scelta, così riferiscono le cronache, per ripiego dopo la rinuncia di un maggiorente tanto ambito, che alla fine ha dato buca, come spesso avviene con le prime donne. Quindi, sola ad esporsi, sinora, la candidata del centrodestra che prima di parlare del suo programma ritiene necessario verificare che passi il suo messaggio: ohibò quale? Difficile intravederlo nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa locale. Diciamo, piuttosto, che si guarda attorno e annusa l’aria che tira!

Si profilano, dunque, tre liste civiche ed auguriamoci che la finalità civica dichiarata sia reale e non mirata a mimetizzare interessi o privilegi, soliti a Galeata come in qualunque altro Comune italiano. Eh già, è la preoccupazione che suscitano proprio tutti i tatticismi e le misure, i messaggi e gli avvertimenti sinora in volo tra i tre poli elettorali in gara a Galeata. Tatticismi, questa è la fondata preoccupazione di diversi cittadini di Galeata, che potrebbero favorire, sin da ora, solo un vincitore: il conservatorismo, quello dei padroni del paese, alcuni dei quali io stesso ho conosciuto per loro, definiamole così, poco amabili telefonate alla mia persona che troppo indispettiva con la penna il tranquillo trantran del loro paese, il loro.

Tatticismi che ancora la dicono lunga: c’è chi non si rassegna, chi si muove con la spada di Damocle sulla testa, chi vorrebbe scegliersi un delfino sicuro per poi tornare in campo, quasi in un rinnovellarsi, in scala casereccia, della storia infida tra Vladimir Putin e Dmitri Medvedev. Nell’attesa che scenda in campo ufficialmente il candidato della lista civica di centrosinistra, cari amici di Galeata, attenti a non farvi infinocchiare ancora: dalla zuppa al pan bagnato non sarebbe per voi tutti un gran guadagno! Anzi.

Franco D’Emilio

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