Dopo il successo della serata dedicata al dipinto di Guido Cagnacci, domenica 19 marzo alle ore 18,00, al Teatro Diego Fabbri di Forlì con ingresso gratuito, torna “Un’Opera al Mese”, la rassegna pensata per far conoscere i capolavori dei Musei Civici di Forlì. Promossa dall’assessore alla Cultura Valerio Melandri, la rassegna è ideata dal dirigente alla Cultura Stefano Benetti e realizzata dal Servizio Cultura in collaborazione con l’Associazione Amici dei Musei di Forlì presieduta da Raffaella Alessandrini. L’opera protagonista della serata sarà il pregevole dipinto di Fortunato Depero “Tornio e telaio” del 1949 proveniente dalla Collezione Verzocchi di Palazzo Romagnoli, che verrà esposto al pubblico per l’occasione.
“L’incontro di domenica – spiega l’assessore alla Cultura Valerio Melandri – sarà anche un’occasione per parlare della Collezione Verzocchi e della nostra volontà di valorizzarla al massimo con il nuovo museo di Palazzo Albertini in Piazza Saffi, che si presenterà come un contesto museale dinamico e in grado di rinnovarsi costantemente, assimilabile alle esperienze più moderne italiane ed europee“.
Riguardo al dipinto di Depero “Tornio e Telaio”, commissionato da Giuseppe Verzocchi per la propria collezione d’arte dedicata al lavoro, il dirigente alla Cultura Stefano Benetti precisa che “questa bell’opera di Fortunato Depero, nella sua produzione una delle più significative del secondo dopoguerra, ci restituisce un rapporto di grande amicizia tra committente e artista. Depero infatti inizia a collaborare con Verzocchi almeno sin dal 1924, con una serie di tavole di indubbio fascino che vanno ad impreziosire il catalogo commerciale “Veni VD Vici”. Ad illustrare il dipinto sarà Federico Zanoner, che da molti anni si occupa dell’archivio dell’artista trentino al Mart, Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, ed è ora responsabile della Casa d’Arte Futurista Depero, una delle sedi dello stesso museo.
“Realizzato nel 1949 – racconta Federico Zanoner – il dipinto appare per molti aspetti un condensato del pensiero dell’artista attorno a diversi concetti, tra cui quelli di realtà e astrazione, stile e soggetto. Partendo da tali aspetti, con l’appuntamento di domenica cercheremo di riannodare alcune tappe dello straordinario percorso dell’artista precedenti la sua realizzazione, necessarie per comprendere l’evoluzione del suo linguaggio e le condizioni critiche vissute dall’artista negli anni successivi all’esperienza futurista. Successivamente ricostruiremo il suo rapporto con l’omonimo committente dell’opera, Giuseppe Verzocchi, attraverso un punto di vista privilegiato, basato sulle tante testimonianze di questa relazione presenti nel Fondo Depero, intrecciate e ricongiunte idealmente a quelle conservate nel Fondo Verzocchi a Forlì. Si tratta in particolare di un nutrito carteggio che documenta, dalla metà degli anni Venti alla fine degli anni Cinquanta, la lunga amicizia e la reciproca stima tra l’artista e l’industriale. I documenti al tempo stesso permettono, passo dopo passo, di seguire la genesi dell’opera stessa, Del dipinto si conservano numerosi riferimenti in materiale a stampa e varie riproduzioni, comprese alcune lastre fotografiche realizzate all’epoca nell’abitazione dell’artista”.
Giunta così al suo decimo appuntamento, la rassegna “Un’Opera al Mese”, attraverso la narrazione di autorevoli studiosi, è stata un’occasione per promuovere e far conoscere grandi artisti e grandi capolavori appartenenti alle collezioni antiche e moderne dei Musei Civici forlivesi: dalla “Ebe” del Canova alla “Dama dei Gelsomini” e al “Pestapepe”; dal Beato Angelico al Palmezzano e al Cagnacci; da Wildt a De Chirico e, ora, Depero.