Questa è solo una spigolatura breve, ma pungente, come, spesso e dappertutto, accade nei sentimenti di quanti non sopportano le facce toste, insomma la sfacciataggine arrogante di chi non accetta che il suo volto, ormai, nel motivato e consolidato giudizio di tanti, sia ritenuto pari soltanto alle sue terga. Sì, solo una considerazione spigolata sulla notizia che tre liste definitive, finalmente partorite sul filo di lana, si affronteranno a Galeata per le prossime elezioni amministrative del 14 e 15 maggio per l’elezione di un* nuov* sindac*, l’* per rispetto alla fluidità di genere, e di un nuovo consiglio comunale con la speranza, così, di dimenticare, calciare via ciò che è stato sinora nella beffa di vane promesse e logorroici sproloqui.
Dunque, tre candidat* sindac* e una pletora di aspiranti consiglieri comunali, magari con il desiderio, nemmeno molto contenuto, “gusto ricco mi ci ficco”, di diventare assessore in caso di vittoria della propria lista di appartenenza. Diversi nomi: pochi purosangue, diversi ronzini; non mancano le nullità, che, però, si sa, in politica fanno sempre numero. A tutti, in bocca al lupo, vinca il meno peggio! Galeata si accontenterebbe già di questo risultato, considerati i trascorsi. Certo, non sfugge che una lista vanti ben 3 candidati sotto processo per reati, riferibili alla Pubblica Amministrazione, nello specifico al Comune di Galeata.
Forse, i processi fanno curricula, certificano “esperienza amministrativa”, quindi un credibile pedigree politico-amministrativo? Non dimentichiamo come per le elezioni politiche esista una specifica Commissione Parlamentare per il vaglio dell’ammissibilità di ogni candidatura. Basta una quisquiglia, una pecca, e il candidato resta trombato prima ancora di entrare in corsa. Cari amici elettori galeatesi, prendetevi la rivincita del vostro amore, sinora tradito, per il paese. Nel segreto dell’urna votate liberi: Dio solo vi vede, nessun altro! Stavolta siate degni e non succubi, non siate proni, leccaculo o vigliacchi!
Lo so che vi provoco, e di questo vi chiedo scusa, ma vi stimo, vi voglio bene ed auspico per voi un futuro migliore di quello finora rimasto stretto negli artigli di qualche rapace.
Nello stemma araldico del Comune di Galeata figura una galea o galeone, che dir si voglia: ecco fate forza sui remi, date vento alle vele del vostro paese; fatelo rinavigare per nuovi approdi di futuro e concordia. A terra lasciate chi rema contro, solo per propri interessi e, oggi, anche con tanta stizza e scorno personali. Al voto, al voto, Galeata, e scegli il nuovo, il vecchiume solo nel pattume!
Franco D’Emilio
1 commento
Confesso che sono stupito dal “livore” di questo articolo.
Cerco la “ciccia” del contendere ma non la trovo, non è questo il modo di fare politica che mi appartiene, perché di questo che si tratta,
l’invettiva e la chiamata alle armi non mi piace, sarà perché tendo ad essere un pacifista ma confesso non sempre rigoroso.
Mi chiedo se fosse possibile dire le stesse cose in modo diverso e più pragmatico.
C’è e non può prescindere dl fatto che a Galeata si è speso circa un milione e mezzo di euro per opere non necessarie ed urgenti.
Queste hanno un nome e cognome, rotonda di Pianetto, ponte di Mercatale e fontana del Comune.
Pur apprezzando il resto mi interessa di meno.