Certe signore bene e colte della sinistra forlivese

Manifesto

La signora C. è una nota militante della sinistra forlivese, rottamata nel PD borghesuccio postcomunista, al pari del marito, già alla presidenza di qualche ente, esperienza che non ricordo esaltante, e del figlio, giovane virgulto da tanti lombi, subito in Consiglio comunale con la vocazione inevitabile e preminente del “bastian contrario”. Dunque, ferrea fedeltà politica familiare, ampiamente riconosciuta e premiata, non ultimo un immediato e buon impiego in taluna lega cooperativistica al “burdel” che però, dimentico di tanto favore, non esita spudoratamente a concionare sul diritto al lavoro dei giovani e contro la loro stessa precarietà: parafrasando un arguto detto toscano, “fare i ganzi sulle pene dei bischeri”, sic et simpliciter con tanta faccia tosta.

Orbene, la gentile compagna in un post su Facebook si chiede cosa abbiano a fare con la cultura le due serate del 24 e 25 giugno prossimi all’Arena San Domenico di Forlì nelle quali, rispettivamente, il giornalista Giuseppe Cruciani dialogherà con i noti colleghi Mario Giordano e Alessandro Sallusti sul tema “la libertà di parola e di espressione”, avvalendosi anche della partecipazione di Hoara Borselli, opinionista, conduttrice televisiva e collaboratrice de Il Riformista.

Ohibò, inorridisce la “pasionaria” signora C.! Come si può pensare che tanto becero giornalismo di destra possa esprimersi su un tema di così ampio valore democratico? Indispettita, la coriacea compagna sembra abbandonarsi ad uno stizzoso “che c’azzecca” alla Di Pietro! Infine, come mandare giù il rospo che Conad, società cooperativa della grande distribuzione ed erede, si fa per dire, del solidarismo della sinistra, si sia fatto coinvolgere dal Comune di Forlì nell’organizzazione di queste due serate?

Nella sua stizza, sicuramente perniciosa sul piano gastrico, sì da consigliarle del benefico Maalox, la nostra cara compagna manifesta un’indole politica faziosa, settaria, dogmatica, ma, soprattutto, una concezione parziale, autoritaria del concetto di cultura, perché davvero ignara del suo contenuto e significato. La signora C. non è minimamente educata alla giusta considerazione cosa sia la cultura: resta ignorante che, prima ancora che di destra o di sinistra, la cultura è un patrimonio di sapere, di valori e ideali, sul quale articolare riflessioni e giudizi critici che facciano scegliere o rafforzino da che parte stare: di qua o di là, a destra o a manca o, magari, nell’ondivago centro.

A tal riguardo, potrei rammentare le parole di Gramsci o Pasolini, perché no anche di La Pira sul concetto universale di cultura, ma non credo che possano conciliarsi con la visione intollerante della nostra “pasionaria”. Nel suo piccolo la nostra signora forlivese fa molto pendant con la puzzetta sotto il naso della sapientina Lilly Gruber o della tanto glamour Concita De Gregorio: pensare che, magari, tutte e tre sono lì a sciacquarsi la bocca sulla libertà di pensiero con la citazione, tanto dotta e cara alla sinistra, erroneamente attribuita a Voltaire, “non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo”. Gentile signora C., per dirla alla Totò: “ma mi faccia il piacere!”

Franco D’Emilio

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