Negli ultimi tempi, più di una volta, son dovuto ricorrere alle prestazioni cliniche del reparto di oculistica dell’Ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì: quest’anno, al solito controllo periodico si sono aggiunti due interventi chirurgici, inevitabili ad una certa età, soprattutto se, questo è proprio il mio caso, si vuol continuare a veder bene come stanno le cose e a fissare il mondo nelle palle degli occhi. Sono un veterano “quattrocchi” dall’età di 5 anni e ancora ricordo la prima visita a Siena dal celeberrimo oculista professor Alberto Bencini, compreso il giocattolo da lui ricevuto in dono, cosa che faceva con tutti i bambini; quindi, ho cura degli occhi con molta premura, basta un nonnulla e, via, corro dal medico.
Da ormai 37 anni mi avvalgo delle competenze e prestazioni della clinica oculistica dell’ospedale forlivese, adesso nelle salde mani del dottor Giacomo Costa, e in tutto questo lungo periodo di tempo posso affermare di aver assistito alla costante crescita della qualità dei servizi, sempre in progressivo aggiornamento scientifico, tecnologico e, cosa che non guasta, anche sul piano dell’organizzazione in generale del reparto. Che sia una visita medica o un esame diagnostico, più o meno complesso, o un intervento chirurgico, che tutto sia a pagamento oppure in esenzione, l’attenzione dell’oculistica del Morgagni-Pierantoni di Forlì esprime sempre e soltanto il pieno rispetto deontologico verso il paziente, chiunque esso sia.
Qualcuno obietterà che fanno solo il loro dovere, d’accordo, ma non sempre questo impegno, già solo sul piano umano e morale, si registra in altri reparti dello stesso ospedale, ove il paziente si riduce ad un numero, perlopiù con molti doveri e pochi diritti.
Orari d’appuntamento sempre rispettati, rari i ritardi, fra l’altro sempre giustificati con immediata informazione; grande premura del personale medico e paramedico a orientare i pazienti, in particolar modo quelli nuovi o quelli fisicamente impediti; il tatto e la premura con i quali i medici informano gli assistiti delle loro condizioni, illustrando malattie, terapie necessarie ed eventuali interventi, sempre con un linguaggio immediato, comprensibile, perché abilmente modulato sulla capacità al volo di comprendere la personalità dell’assistito.
Durante i miei due recenti interventi in anestesia locale il chirurgo mi ha tranquillizzato, quasi reso partecipe della progressione dell’operazione, illustrandomi cosa si accingesse a fare o cosa avrei provato in un determinato passo della procedura. Sono cose constatate da me e da tanti pazienti, pure immancabilmente confermate dalle chiacchiere nelle sale d’attesa quando, in attesa del proprio turno, risulta distensivo passatempo ciaccolare dei propri guai di salute, sostenersi a vicenda e, perché no, fare un po’ di pettegolo “tagli e cuci” sul reparto di oculistica. Solitamente, gli ospedali sono luogo di sofferenza e ansia, di insofferenza e impazienza, persino di irrefrenabile voglia di uscirne quanto prima; invece, nel reparto di oculistica del Morgagni-Pierantoni di Forlì tutto si stempera, si lenisce, sopisce tanto l’ambiente accoglie, custodisce e rispetta i suoi visitatori in cerca di cure e sollievo.
Il decoro, la pulizia dei locali e servizi è ineccepibile; il garbo è un tratto comune di tutto il personale, ma spesso caratterizza in modo particolare qualche persona: unico l’infermiere di una certa età, sempre con la battuta pronta al momento giusto e ad hoc sul paziente; sempre frettolosi e in gara contro l’orologio, i medici verso gli ambulatori nel timore di attese altrui troppo lunghe; incuriosisce la caposala o caposervizio, non so esattamente come si dica, che alta e con fare severo taglia l’aria del corridoio, ma si tradisce col sorriso e la carezza al volo nella chioma di un piccolo intimorito, stretto alla mamma; aitante e molto professionale il giovanotto di molte speranze che si affaccia sulla porta con la cordialità schietta della domanda se qualcuno abbia bisogno; indimenticabile la giovane mora che ti strega, dilata gli occhi con le gocce di atropina.
Se eccellere vuol dire sovrastare la media, quindi caratterizzarsi in modo unico per il proprio valore complessivo, ebbene, allora, il reparto di oculistica del Morgagni-Pierantoni di Forlì è un’eccellenza e il suo personale è protagonista ogni giorno e con tanta modestia di questa voglia di dare il meglio di sé stesso ai pazienti e al servizio. Non è poco in un paese dove spesso molte cose sono scarse, precarie, anche perché raffazzonate, superficiali e approssimative. All’oculistica del Morgagni-Pierantoni c’è la Forlì che mi piace, l’Italia che apprezzo, una realtà che silenziosamente e tanto concretamente costruisce fatti e garantisce un servizio. È un aspetto di quella Forlì, di quella Italia che merita davvero di essere riconosciuta nei suoi meriti, invece amaramente sacrificati nella logica del sindacato e dell’ottusa amministrazione della sanità pubblica. Sì, l’oculistica dell’Ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì è un piccolo, ma prezioso, eccellente scrigno degli sguardi della nostra città.
Franco D’Emilio