È successo domenica scorsa 16 luglio alla Festa dell’Unità di Rimini, ma l’eco della notizia stenta a spegnersi, anzi, giorno dopo giorno, diventa sempre più pruriginosa, stuzzica le battute salaci della sinistra e degli avversari politici, soprattutto resta la curiosità perché mai un simile episodio di così innovative prospettive politiche per il Partito Democratico riminese.
Innanzitutto, la protagonista: Loretta Pompili, storica compagna di Rimini, oggi piddina, con 67 primavere che ancora “tengono botta”; infine ex funzionario della regione Emilia-Romagna, ora audace pensionata, intenzionata a recuperare il tempo perduto come lascia intendere il volto furbo e dispettoso da gattamorta dietro accattivanti occhiali da segretaria sexy. Quindi, l’accaduto: ogni pudore alle ortiche e senza più alcun freno alla sua sensualità, la compagna Pompili è salita sul palco in bikini, si è calata in un’ampia tinozza, sino a rimanervi peccaminosamente nuda per detergersi con una spugna e tanta voluttuosa schiuma, ohibò! Nuda, l’anticonformista compagna Pompili ha elargito la visione del seno, del lato B, maliziosamente sul bordo della tinozza. Tutto ai posteri, quindi ampiamente documentato da un video, divenuto morbosamente virale sulla rete: come perdersi una così rara occasione di palese, democratico, generoso “spogliarello politico di cittadinanza”?
Occasione ghiotta per scoprire da questo spettacolino burlesque casereccio quanto davvero possano rinnovarsi gli orizzonti politici della sinistra e del PD. In fondo, il lato B della compagna Pompili sul bordo della tinozza, di questo alla signora dobbiamo essere grati, è apparso come consolatoria conferma, concreta e a tutto tondo giottesco, di una verità perlomeno certa, la stessa che faceva dire a Totò “quel viso non mi è nuovo” o a Macario “solo a posteriori si capisce dove vadi il mondo”. Alcuni dei fortunati presenti hanno sparato a zero le loro diottrie come in un binocolo della marina: qualcuno sospirando per vigori andati, politici e no; altri, più giovani, reprimendo a stento il ritorno di una gran voglia di venire davvero ai fatti perché, si sa, anche in politica per vincere bisogna fottere.
Non sono mancate le critiche, le voci allo scandalo, sia da parte della sinistra che della controparte politica; i bacchettoni non mancano mai e, spesso, chi disprezza vorrebbe in cuor suo essere della partita, ma resta timoroso di bruciarsi e allora confinato nel grande freddo del suo spirito, umano e politico.
Che direbbe della compagna Pompili il compagno Giuseppe Bottazzi, indimenticabile sindaco di Brescello nelle pagine di Guareschi? Cosa l’imperturbabile Togliatti, detto Il Migliore, che, perché non si sapesse in giro, teneva l’amante Nilde Iotti, confinata all’ultimo piano delle Botteghe Oscure? In fondo, la sinistra, in particolar modo con i comunisti, ha costituito per decenni una sorta di seconda chiesa, dogmatica e bigotta, sempre convergente sul piano morale ed etico con la chiesa cattolica.
La compagna Pompili, audacemente senza veli come verità, nuda e cruda, della cui consistenza al morso non garantisco, ha giustificato il suo spogliarello libertino come una provocazione per riaffermare il diritto ad essere donne, anche nella piena libertà di esibire il proprio corpo contro la violenza ed ogni sessismo; riconosce di aver sbagliato solo nel non avvertire del suo spettacolino i dirigenti del Partito Democratico riminese.
Comunque, aveva tutto a portata di mano: il palco, la tinozza con acqua schiumosa e spugna, lei ci ha messo del suo, condividendolo con tanto spirito democratico e socialista.
Un dubbio, compagni, non è che, per caso, avete confuso il sole dell’avvenire con le terga dove mai batte il sole?
Franco D’Emilio