Chissà perché, da sempre, il suo faccione baffuto e calvo da marpione piacione e pacioso mi richiama alla mente o il norcino fiorentino Olindo Cantelli del mercato coperto di San Lorenzo o Alfonso Bialetti, inventore negli anni ’30 della caffettiera moka, ormai celeberrima nel mondo. Anche quest’ultimi due con tanto di baffi: Cantelli, maestro artigiano di finocchiona e salame toscano del Granduca, di preziosa sbriciolona di cinta senese, ma, soprattutto, di fegatelli nella rete d’omento e con l’alloro, cotti il giusto e, via, sott’olio, in barattoli di vetro, da tenere in casa per quando ne viene la voglia; Bialetti, fonditore piemontese ingegnoso e taciturno, una parola è poco, due sono troppe, che, rivoluzionando la fusione dell’alluminio, creò, appunto, nel 1933 la moka, molto più agile e facile all’uso tanto da cambiare la quotidianità della prima tazzina del mattino. La norcineria Cantelli a Firenze prospera ancora, il marchio Bialetti, pur se passato di proprietà, continua a vendere milioni di pezzi della sua caffettiera.
Invece, nei debiti fino al collo e in tanto fumo sono finiti gli affari di Natale Farinetti, detto Oscar, fondatore di Eataly e del parco FICO Eataly World, insomma il marpione piacione e pacioso qui all’inizio, ora tanto deludente nella sua inconsistente ambizione di essere un gran FICO della sinistra. Proprio così, quasi 26 milioni di perdite nel 2022 per Eataly, a conferma di precedenti risultati negativi; pesante pure il tonfo, ormai pluriennale, di FICO, il cui esercizio 2022 registrerebbe un bel buco da 3 milioni. Alla faccia della lungimiranza, dell’avvedutezza, della proiezione verso un successo inarrestabile dell’omino coi baffi Oscar Farinetti, rappresentante nel mondo del gusto italiano all’insegna della più genuina, ricercata, garantita enogastronomia. È la fine ingloriosa di iniziative “acchiappacitrulli”, come si dice nella concretezza toscana, ovvero far credere che sia oro il comune ottone!
Da Eataly trovi prodotti di qualità, reperibili a prezzo inferiore anche in un buon supermercato, oppure pranzi o ceni in un casino assordante, pagando più che nel miglior e tranquillo ristorante romano a Trastevere o sui Navigli. A Forlì, Eataly è durata poco, giusto il tempo perché i forlivesi provassero l’ebbrezza di tornare a casa con una bistecca di chianina sottovuoto nella plastica o con una miscela di caffè, selezionato per parità di calibro, forma e peso a secco di ogni chicco, o, ancora, con un vasetto di miele esclusivo delle api della ditta “Dolce ronzio” della terza traversa a sinistra della strada interpoderale della contrada La Rocca nel Comune della Sambuca Pistoiese. Roba da palati fini, adesso a 26 milioni di debiti, prosit!
Se penso, poi, quanto Oscar Farinetti risultasse FICO alla sinistra, tanto da essere proposto come ministro dell’agricoltura; se penso che sempre Oscar Farinetti ha persino pubblicato “Never quiet”, libro autobiografico con tanti auspici di creatività e coraggio per l’Italia futura, beh, allora, ragazzi in campana, mai fidarsi di un guru indebitato sino al collo.
Franco D’Emilio