“Dolce Passione”, marchio registrato, è il nome di un cocomero, taglia midi (sui 5-6 kg) prodotto nostrano del Consorzio formatosi dall’unione di 4 aziende: Lamboseeds di S. Agata Bolognese, Alma Seges di Eboli, Commercio; Ortofrutta Castello di Stanghella (PD); Lorenzini Naturamica di Sermide (MN), produttore. Quattro soggetti che si sono inglobati creando questo bellissimo cocomerino, gusto favoloso: ci sono voluti 7 anni di studi e ricerca ed ecco che abbiamo il prodotto sulle nostre tavole. La nota decisiva è quella genetica, senza impazzimenti né paroloni, ma stando sulla ricerca, la “ricerca” parte da un cocomero di razza Giotto, una specie ragguardevole, se non la migliore, portandolo a divenire senza semi (per questioni idriche deficitarie, potrebbero esser minimamente presenti, comunque 100% edibili), buccia di un bel colore e liscia, molto sottile, una polpa bella rossa con un sapore unico ed indice zuccherino che sbaraglia la concorrenza (superiore a 12-13 Brix, misurazione zuccheri). Nel 2022 abbiamo avuto il suo esordio.
Sermide provincia di Mantova, è un po’ la Silicon Valley dei cocomeri e angurie: dovunque, lungo i campi, cartellonistica con scritte tipo “Km zero” per acquisti diretti, distese enormi di campi coltivati a melone o cocomero, da Lorenzini troveremo anche pomodorini e a più colori. Sui “colori” il management spiega ai 22 giornalisti invitati, che si “divertono” a fare cose nuove: così ci presentano una chicca, anteprima nazionale se non europea, ci portano un cocomero apparentemente normale, una volta spaccato a metà, sorpresa, l’interno è completamente giallo, un bel giallognolo intenso che ci lascia di stucco; il sapore è buono, come se fosse “rosso” ed invece è diversissimo, la mente non è abituata a tali sforzi cromatici.
Il nostro gruppo viene accompagnato nei campi. Appezzamenti enormi, il nostro campo in esame consta di 23 ettari pari a ca. 92.000 piantine di anguria Dolce Passione. C’è anche la coltivazione in serra ma ora si lavora il terreno che avrà fasi di raccolta da fine giugno a fine settembre, massimo un po’ di ottobre. Irrigazione mirata mediante “manichetta microgoccia” sia per risparmiare acqua che per ottimizzare le goccioline sulla piantina, fertilizzanti naturali (a base organica) iniettati con l’acqua di irrigazione, siamo al top della tecnologia agricola. Una distesa di Dolce Passione fa il capolino: due addetti tagliano direttamente dal campo delle anguriette che vengono magistralmente spaccate con dei mini-machete davanti a noi: mi è venuto in mente quando si spacca una forma di parmigiano nel caseificio, una poesia incredibile che abbiamo riservato al semplice non-povero cocomero; si tratta di frutti che matureranno entro 6 giorni, la Shelf-Life è vicina alla scadenza dopo la maturazione, ci avvertono che per questo motivo il gusto sarà meno zuccherino, invece sono ottimi.
Ci spiegano che per la troppa calura i frutti, sia angurie che meloni, sono spruzzati con un velo in polvere di Caolino, un minerale che protegge dal sole, insomma anche la pianta ha la sua Crema Solare, siamo all’avanguardia, che sia evidente già lo sapevamo. 500 quintali per ettaro è la resa del Dolce Passione, non male. Ci spostiamo nel magazzino confezionamento. Qui continuano le meraviglie: tutti i cocomeri sono marcati, uno ad uno, cioè puntonati e firmati “Lorenzini”, il picciolo viene chiuso con ceralacca una finezza che non avrei mai immaginato, una adesiva “Dolce Passione” viene posta da una addetta su ogni anguria, insomma nulla è lasciato al caso, anzi si dà il caso che qui siamo nel marketing migliore del prodotto, il consumatore va trattato coi guanti bianchi. In una baracca coibentata e a temperatura controllata (tutto freddo, circa 16 gradi per poter accedere ai camion frigo) trovo un analizzatore che lavora con tre mini laser, ogni cocomero viene passato per vedere lo stato di salute: chi non risponde ai minimi requisiti richiesti, viene eliminato. Sul fine linea della lunga catena, troviamo il signor Abdo che tasta manualmente, uno ad uno, tutti i frutti. Ci spiegano che Abdo è infallibile, infatti davanti a me spacca una anguria che avrà una cavità vacante, bravissimo. Abdo ci offre altri pezzi di cocomero, è tutta la mattina che ne mangiamo e non siamo ancora sazi.
Successivamente lo chef Mauro Spadoni ci propone un menù a base di Anguria Dolce Passione, la versatilità dell’anguria è attestata dai piatti cucinati, tutti al momento da Mauro. Ecco cosa mangiamo: Caprese di cocomero, cipolla dolce marinata, bufala, e mentuccia, originale, fresco, goloso, (voto 7,5); Risotto vialone nano cocomero con Russiola e mantecatura al gorgonzola, piatto clou dello chef già assaggiato l’anno scorso (voto 8,5); Hamburger scomposto di scottona con anguria marinata al rosmarino e salsa miele/senape, non riesco a mangiare poiché ho fatto il bis del risotto, i colleghi mi dicono essere ok; Cubotto di cocomero allo sciroppo di zucchero di canna al lime e menta, ottimo (voto 9). Da bere acqua e Lambrusco Sorbara (voto 6,5 al vino). Caffè, ottimo (voto 8+).
Gigi Arpinati