Nell’alluvione il Comune di Meldola amoreggia con la Massoneria

Nell’alluvione il Comune di Meldola amoreggia con la Massoneria

Appena poche ore fa ho pubblicato un articolo su Oscar Farinetti, il FICO della sinistra, e già devo rimetter mano alla tastiera: ne vale la pena, la notizia è ghiotta, subito me l’ha comunicata uno dei miei “agenti all’Avana”! Il 4 luglio scorso il Comune di Meldola, ancora in mano al pot-pourri del centrosinistra, ha lasciato l’uso di Rocca delle Caminate, l’ex residenza estiva di Mussolini, ad una manifestazione a porte chiuse, mi pare di capire, iniziatica, promossa dalla Massoneria. Nella locandina (vedi immagine), si legge, infatti, di una “Tornata sotto le stelle”, a quella data, per conto della R.L. G. Garibaldi di Forlì, presumo il nome della loggia massonica, e, dulcis in fundo, tanto di dettagli per raggiungere l’esclusivo raduno dei pochi, ma eletti massoni, sempre tanto uniti da scambievoli, interessati, per questo segreti fini.

Addirittura, il Fratello Marco Tupponi, omonimo di un avvocato forlivese, ha messo il proprio numero di cellulare e indirizzo email perché gli interessati del sodalizio “squadra e compasso”, denominazione, questa, sgradevole al suono al pari di “falce e martello”, potessero prenotare la loro partecipazione all’evento. Dunque, il Comune di Meldola, comunque competente sulla rocca in questione, ha detto sì agli autorevoli fratelli massoni perché svolgessero una loro riunione iniziatica per l’ammissione di un nuovo affiliato nel grado più basso dell’apprendista, perché, si sa, solo “chi bene impara dal niente si mette sulla buona strada”: ancora di più, ovviamente, nella Massoneria! Riunione, poi, chiusa da un’agape bianca, più semplicemente un banchetto: il termine agape, così in uso ai massoni, mi accappona la pelle, ha la faccia tosta di richiamare l’agape, il banchetto degli appartenenti alle prime comunità cristiane, quando si ritrovavano nel ricordo dell’Ultima Cena.

Una cosa, però, è la tradizione cristiana, altra e ben diversa è la scimmiottatura ad opera di chi per dare copertura ad un intreccio di interessi particolari e sotterranei ha creato la baggianata di un Grande Artefice dell’Universo con riti e attrezzi da pagliacciata, neppure da operetta. Eccola, dunque, sfrontatamente allo scoperto, la R.L. G. Garibaldi di Forlì nella tradizione nefasta della laicizzazione, della secolarizzazione, della distruzione di ogni idealità e spiritualità; eccola, la massoneria, forlivese e nazionale, sempre pronta ad andare col potere, fossero fascisti o antifascisti, cattolici o laici, comunisti o liberali, pur di garantirsi i propri affarucci e tornaconti!

Dicono che ora la Massoneria sia un’associazione trasparente, aperta a tutti e senza segreti, in realtà resta un ambito ristretto, molto riservato ed esclusivo, soprattutto con la capacità e, all’occorrenza, la forza per entrare e uscire, chiedere e ottenere, dove e quanto precluso ai semplici cittadini. Eppure, nonostante tutto, il Comune di Meldola, a questo punto espressione di un’Amministrazione di sinistra compiacente verso i poteri occulti, forse anche perché probabilmente partecipe di essi, non si è opposto allo svolgimento di un’iniziativa che offende quella libertà e quella trasparenza democratica che si affermano solo nell’uguaglianza di tutti i cittadini rispetto alla legge, ma prima ancora rispetto a valori comuni di etica, di morale.

La Massoneria, internazionale o italiana o forlivese che sia, ha sempre contrabbandato un patrimonio fittizio di principi, valori universali, giusto un sipario a copertura di una scena personale, la storia ampiamente lo insegna, perlopiù deprecabile. Solitamente i normali turisti, italiani e stranieri, devono spesso penare per visitare la Rocca delle Caminate, invece tappeti lunghi e rossi, senza esitazione alcuna, all’uso riservato, ad hoc da parte dei segreti fratelli massoni forlivesi. Era giusto, è stato opportuno che il Comune di Meldola fosse così prono alla Massoneria?

Ma con quale faccia, con quale coerenza i compagni meldolesi, al pari di tutti “gli scappati di casa” della sinistra italiana, hanno ancora l’ardire sfrontato di parlare di una loro lotta ai poteri occulti? Con quale faccia, con quale coerenza possono ancora dichiararsi unici difensori della democrazia contro un risorgente, ma inesistente neofascismo, da loro in malafede ravvisato nella destra, moderna e riformatrice, che, invece, ha vinto democraticamente le elezioni? Davvero impresentabile questo intreccio tra Massoneria e Comune di Meldola!

Franco D’Emilio

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