Ormai, sempre più imperversa sui social quello che è diventato in poco tempo il fenomeno socialgastronomico dei panini, ripieni in tanti modi e per tanti sapori, ma sempre dopo la fondamentale e rituale domanda al cliente “con mollica o senza?” Questo esistenziale quesito, portato al successo social dall’influencer-salumiere napoletano Donato Decaprio, è il tormentone che impazza da nord a sud, anche costituendo il brand, il marchio, appunto “Con mollica o senza?” di alcune paninoteche gastronomiche, messe su sempre dal nostro Donato assieme al giovane imprenditore lombardo Steven Basalari.
Certo, relativamente ad un panino, non mette a disagio la richiesta se lo si preferisca mollicato o smollicato oppure, considerando l’usatissimo sinonimo midolla, lo si voglia midollato o smidollato: lo stesso Donato gioca abilmente e ironicamente sull’uso dei due sinonimi e dei loro termini derivati. Il salumiere napoletano è sicuramente uno dei pochi a poter apostrofare come smollicati o smidollati i clienti dopo la scelta per un suo insuperabile panino.
Se si lascia la mollica, ci si sazia di più, ma soffocando nella pasta del pane i sapori del ripieno, viceversa senza mollica si apprezza maggiormente il gusto del companatico, sempre vario e abbondante, indipendentemente da come decida l’avventore: salumi soavi, formaggi prelibati, sottoli unici e, tocco da maestro, una sbriciolata sopra di tarallo casereccio..
L’altra sera, ondivago, mi domandavo chi possa essere il kamikaze del PD, disponibile al grido di “banzai” a candidarsi sindaco di Forlì alle amministrative del ’24; poi saltavo a chiedermi perché il ciclo forlivese estivo post alluvione, sinora tanto gaudente e plaudente, canterino e barzellettiere, non chiuda con un recital pruriginoso di Rocco Siffredi e qualche gentile sua collega, insomma con uno spettacolo, osé, ma senza eccessi, di glorie a luci rosse, sai che successo; alla fine, però, proprio uno spot dei panini di Donato mi ha inaspettatamente e angosciosamente sollecitato se pure Forlì possa scegliersi e viverla con mollica o senza.
Ho cercato, ottimista, di vedere mezzo pieno il bicchiere della nostra Forlì, ma vanamente perché costretto alla conclusione quanto il “cittadone” forlivese sia da tempo smollicato, anzi meglio dire smidollato, senza particolari volontà, energie, insomma rammollito in un’opaca ordinarietà, appena rischiarata da qualche luminaria o illusa dall’avventura futile su taluno incerto “miglio bianco”.
Se smidollata, allora Forlì, al pari di un panino, andrebbe ripiena del companatico di nuove iniziative che facciano rivivere la città, dandole sapore, gusto di vita e vitalità.
Un mese ancora, eppoi la città tornerà, invece, triste, sempre più deserta di presenze, commercio e incontri, solo gente che tira dritto e si rintana in casa.
Così attenderemo una nuova estate festaiola tra frizzi e lazzi, dimentichi per una stagione se Forlì possa viversi con mollica o senza.
Franco D’Emilio