W la famiglia normale

la pesca esselunga

Alla sinistra non piace, troppo banale e conformista, la normalità di una famiglia tradizionale, insomma da “mulino bianco”, unione serena di una donna ed un uomo, anche genitori di qualche figlio; però, sempre la sinistra non apprezza neppure la normalità di una famiglia di separati, magari con una figlioletta, dispiaciuta della separazione dei genitori fino al punto di inventarsi la bugia di una pesca in dono dalla mamma al papà, ormai fuori di casa.

Per la sinistra, oggi, la serenità familiare è riposta, soprattutto e parimenti, nell’anormalità della presunta unità familiare di due donne o due uomini ovvero coppie omosessuali nelle quali una componente o un componente svolge almeno un ruolo improprio, se non addirittura due nel caso di una donna nella funzione di marito e padre o di un uomo in quella di moglie e madre: d’altronde, la realtà è innegabilmente questa, confermata dal fatto che nella parodia dei matrimoni omosessuali tra due uomini o due donne, c’è sempre uno degli improbabili coniugi, rispettivamente in abito bianco oppure in vesti chiaramente maschili o, perlomeno, ispirate alla moda maschile.

La sinistra sconsideratamente plaude alla serenità della famiglia omosessuale, realtà anormale e illogica perché fuori da quelle regole umane, sociali e giuridiche che da tempo riconoscono e tutelano l’unione eterosessuale come giusto e necessario presupposto della continuità di una comunità e del suo vivere civile.

La stessa maternità e paternità non possono prescindere dall’evidenza di tradizionali, identificabili ruoli biologici: in una coppia omosessuale può solo costituire una pratica umanamente e moralmente abominevole, se non un delitto, aggirare la maternità e la paternità reali con il ricorso, a secondo dei casi, alla fecondazione eterologa o all’utero in affitto o a talune “borse nere” dell’infanzia abbandonata nel mondo.

La sinistra sostiene la fluidità di genere ovvero un andirivieni tra maschio, femmina e loro surrogati, chi più ne ha ne metta, perdendosi così la nitidezza di valori e fini della società fondata sulla famiglia vera da sempre, non quella omosessuale, palesemente falsa, tanto artificiosa e spesso grottesca.

Non si mette in discussione il rispetto di tutte le persone, a prescindere dal loro orientamento sessuale, però non può assolutamente accettarsi che l’istituto familiare, dunque maternità e paternità comprese, possa formularsi e affermarsi su identità omosessuali, fuori da regole e valori, consueti della vera unione familiare.
W la famiglia normale!

Franco D’Emilio

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