Forse i miei lettori sobbalzeranno a questo titolo, davvero pesante ed offensivo verso l’identità politica di Fratelli d’Italia e della Lega, due partiti da tempo attivi e significativi nella vita politica nazionale e locale, compresa quella della Romagna forlivese.
Capobastone nella terminologia della criminalità di stampo mafioso, soprattutto quella della ‘ndrangheta calabrese, designa il responsabile di un’area territoriale, fortemente coinvolta in una turpe attività delinquenziale di natura estorsiva, corruttiva, intimidatoria e, all’occorrenza, pure assassina.
D’accordo, su questo non ci piove, ma cosa c’entra mai la figura delinquenziale del capobastone con Fratelli d’Italia e la Lega dell’area forlivese? Lo si chieda alla dottoressa Elisa Deo, ex sindaca di Galeata, forse prossima consigliera comunale, recuperata perché immediatamente coda di un candidato sindaco, ora pare dimissionario, del quale non ricordo nemmeno più il nome, tanta la sua inconsistenza politica. In un sussulto di orgoglioso pudore tale aspirante primo cittadino, bocciato dal libero voto elettorale, lascia, dunque, il posto alla prima dei non eletti ovvero ad Elisa Deo, come sempre unica ed ineffabile.
Veniamo all’ultima grave, arrogante, spocchiosa prodezza di tale stella, ormai cadente, anzi no, definitivamente caduta, che offende il dibattito democratico, ma prima ancora i valori del confronto civile nella Romagna forlivese.
In un suo post su Facebook del 17 ottobre (vedi immagine), fattomi pervenire stampato, la signora Elisa Deo, riferendosi alla mancata partecipazione dell’attuale sindaca di Galeata, Francesca Pondini, espressione di una lista di centrodestra, alla recente manifestazione a sostegno degli alluvionati, svoltasi a Forlì su iniziativa della sola sinistra politica e sindacale, scrive testualmente “Senza dubbio, anche lei, ha eseguito gli ordini dei capibastone di FDI e Lega che hanno optato per far disertare la manifestazione ai sindaci di destra”.
Ohibò, l’attuale sindaca di Galeata, Francesca Pondini, non aveva alcun obbligo di riconoscersi e, di conseguenza, partecipare ad una manifestazione di esclusiva promozione ad opera della sinistra forlivese, per questo la sua assenza non può essere affatto stigmatizzata dalla prossima consigliera per ripescaggio, Elisa Deo, che davvero perde un’aurea occasione per tacere, magari mordersi la lingua, visto che a detta “manifestazione alluvionale” non ha partecipato neppure il sindaco di centrosinistra di qualche Comune limitrofo di Galeata.
La capisco l’ex sindaca-zarina del Bidente galeatese, ancora le batte la lingua dove le duole il dente della sconfitta e della caduta manzoniana dall’altare nella polvere, però veramente, adesso, l’ha fatta grossa a dare dei “capibastone” ai dirigenti forlivesi di Fratelli d’Italia e della Lega, accomunandoli, così, a dei volgari capi territoriali di stampo mafioso nella loro attività di rappresentare sul nostro territorio i rispettivi partiti d’appartenenza. La gentile signora Deo offende la dignità della politica, il consenso elettorale di cui sono espressione i due partiti, da lei equiparati a formazioni mafiose; usa l’arma spregevole della denigrazione pubblica verso l’attuale sindaca di Galeata.
Non pare all’ex prima cittadina di scrivere a vanvera? Come fa un’ex sindaca, che tanto declamava Galeata come Comune “mafia free”, ad affermare ora che lo stesso municipio sia in mano ad una nuova prima cittadina, manovrata dal manipolo di capibastone forlivesi di Fratelli d’Italia e della Lega? Se Fratelli d’Italia e Lega della Romagna forlivese hanno il senso del loro onore politico, mi auguro che le diano una giusta lezione, per lei dura e indimenticabile; contemporaneamente, mi auguro che tutta la sinistra forlivese comprenda da quest’ultima dabbenaggine quanto Elisa Deo sia inaffidabile nel suo parlare a sproposito.
La politica, di qualunque colore, non fa più per lei; si rassegni, si cerchi un lavoro, viva della sua utile professione di infermiera.
Franco D’Emilio