Zitti zitti, sotto sotto, Gian Luca Zattini e Marco Di Maio?

gian luca zattini marco di maio

Nell’ultima settimana ripetutamente sono stato interrogato in proposito: se la voce fosse vera e ne sapessi qualcosa; addirittura, dandolo per scontato, cosa pensassi di un accordo tra i due interessati; ancora di più, come un patto tra i due possa incidere sulla politica locale, pure nella corsa delle prossime amministrative. Non è mancato neppure chi mi abbia riferito tempi, circostanze e costo, chiamiamolo così, di tale presunta, possibile intesa.

Certo, la chiacchiera è sempre più insistente e ampia, seppur mormorata, sottovoce dinanzi alle tazzine di caffè nei bar di piazza Saffi: insomma, Gian Luca Zattini, attuale sindaco forlivese di centrodestra, e Marco Di Maio, ex parlamentare miracolato, ex piddino, ex renziano di Italia Viva, da tempo politicamente inattivo e senza storia, solo in stand by, avrebbero raggiunto un accordo in previsione delle elezioni amministrative del prossimo anno, quindi sul rinnovo del mandato di sindaco nelle mani del centrodestra.

A destra, la voce di tale patto inquieta Lega e Fratelli d’Italia, nondimeno le minime listarelle satelliti dell’odierno governo cittadino; a sinistra, sinora alla vana ricerca di un proprio candidato sindaco, quasi pari, in questo, al filosofo Diogene in pieno giorno per le vie ateniesi in cerca dell’uomo con una lanterna in mano, il Partito Democratico subisce la delusione di un possibile tradimento dell’onorevole Di Maio, addirittura fino a poco tempo fa suo probabile candidato, ed è costretto a correre ai ripari, magari con una disperata consultazione degli iscritti su chi candidare a sinistra, nonostante, attorno, un disarmante fuggi fuggi generale.

Certo, se la cosa fosse vera, sarebbe un patto tra il gatto e la volpe contro la “pinocchia” Forlì, un casereccio “patto della piadina”, emulo in salsa romagnola del cosiddetto “patto della crostata” del 1997 a casa di Gianni Letta tra D’Alema e Berlusconi. Capisco Gian Luca Zattini: con un tale accordo si assicurerebbe parte del voto moderato del centrosinistra, in particolar modo quello ondivago, sempre interessato del mondo cattolico; toglierebbe di torno un possibile avversario, forse, ormai, sopravvalutato, ma sempre d’impiccio, appunto come Di Maio; infine, cosa davvero importante per l’attuale sindaco in scadenza, un simile patto contribuirebbe ancora di più a svuotare di politica, la poca residua, i partiti locali.

Capisco pure Marco Di Maio, da tempo ex di tutto e sempre meno nel cuore altrui, in particolar modo quello di sinistra, ma soprattutto, ormai, nella necessità di provvedere entro gli angusti confini forlivesi a quel “tengo famiglia”, tanto ironizzato dai caustici Longanesi, Flaiano e Montanelli: un’occasione ghiotta e d’oro per restare in sella e fare l’ago della bilancia, anche se solo tara al peso lordo di Zattini.
Tutto questo in cambio di cosa tra i due? Al momento solo qualche concreta ipotesi.
Nell’attesa vale “voce di popolo, voce di Dio” ovvero siamo sulla via della verità?

Franco D’Emilio

1 commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *