Ieri Il Resto del Carlino ha riportato un’intervista a Davide Minutillo, capogruppo della lista civica “Centrodestra per Forlì”: intervento chiaramente sollecitato dall’avvicinarsi delle prossime amministrative, dunque dalla necessità di rinverdire la memoria degli elettori forlivesi su cosa abbia realizzato e significato questa minuta formazione politica, anche un po’ raccogliticcia, fiancheggiatrice dell’attuale maggioranza di centrodestra al governo della città. Lo stesso Davide Minutillo, poi, sui social ha amplificato il valore di questo suo intervento, definendolo “tante domande e tanti chiarimenti per un’intervista a tutto campo”.
In verità. “a tutto campo” mi sembra un po’ azzardato, magari meglio parlare di “intervista a tutto orticello”, il proprio e unico rispondente ai numeri, al ruolo e alle aspirazioni, necessariamente contenute, della smilza lista Centrodestra per Forlì. La prospettiva della formazione minutelliana è stata e, nella più felice delle ipotesi, mi pare destinata a restare una presenza di contorno che fa maggioranza, ma conta solo quanto il due, anzi, mi scuso, il quattro di briscola: appunto, Davide Minutillo, Francesco Lasaponara, Marinella Portolani e, infine, Barbara Rossi, quest’ultima, verso il tramonto dell’odierna sindacatura, miracolata assessora al Welfare in conseguenza di un inverecondo mercato di cadreghine, interno alla maggioranza comunale di centrodestra.
Ma, tornando a bomba, è stata soprattutto un’intervista a tutto orticello su temi del tutto estranei a prospettive di sviluppo, miglioramento della vita sociale, economica e politica di Forlì, quanto maggiormente nell’interesse di noi cittadini. Tutto si è risolto in un menare ancora il can per l’aia su argomenti, ormai, solo gramigna e non grano fruttifero per il futuro dei forlivesi: cosa mai può ancora interessarci il rapporto di Minutillo e compagni con Lauro Biondi, consigliere di Forza Italia? E, ancora, può, forse, sollevarci da un’ansiosa insonnia sapere di una possibile ricomposizione al “volemose bene” tra Minutillo e Fratelli d’Italia? Eppoi, perché mai dovremmo sussultare, ancora, per la genialità di trite ovvietà, quali quelle che gli amministratori devono ascoltare o che le liste civiche sono più vicine dei partiti alle necessità dei cittadini?
Solo affermazioni scontate, pari a quella dell’acqua bagnata. Però non è mancato il colpo gobbo minutelliano di un messaggio forte e chiaro a chi deve intendere ovvero che alle prossime amministrative la listarella civica Centrodestra per Forlì è pronta sia a correre di nuovo da sola oppure ospitata da un’altra formazione: inevitabile, quindi, l’idea di tanti forlivesi che Minutillo sia pronto al proprio, calcolato riciclo, perché no a mercanteggiare, anche sull’onda del corteggiamento nei suoi confronti da parte di diverse frazioni del centrodestra forlivese. Ohibò, il quattro di briscola di Centrodestra per Forlì, dunque, adulato, lusingato, oggetto di attenzioni e moine, manco potesse diventare la favorita del re! Palese, in proposito, alla fine dell’intervista la finalità di incensare il lavoro a “tante piccole svolte” da parte dell’assessora al Welfare Barbara Rossi.
Eppoi, basta con la solfa dei valori del centrodestra, al pari di quelli del centrosinistra, sempre genericamente richiamati, ma mai esplicitati con chiarezza, almeno per verificarne cosa davvero ne sia stato messo in pratica nel governo cittadino, ora verso la fine.
Intervista incolore, dunque, quella del consigliere Davide Minutillo, giusta da orticello familiare, ora con poche verdure novembrine: cicoria, rape e qualche cardo.
Amara la cicoria quanto la tattica del calcolo e del vantaggio politico; illusoria la rapa dell’eventualità che se possa cavare sangue per una nuova politica; spinoso il cardo, al pari di tante vicende politiche, forlivesi e nazionali, che solo un asino bigio di carducciana memoria può rosicchiare paziente nella piana Davanti San Guido.
E siamo soltanto ai primi inizi della campagna elettorale.
Franco D’Emilio