Strategie per l’agricoltura post alluvione, Legacoop lancia un progetto di ricerca con Unibo

Paolo Lucchi Federcoop

Cambiamenti climatici, concorrenza sleale sui mercati internazionali, difficoltà a trovare personale, redditività al lumicino, ma anche nuove opportunità da cogliere: dopo l’alluvione l’agricoltura romagnola è in trasformazione e servono linee strategiche aggiornate per affrontare le sfide inedite presenti e future. Con questo obiettivo Legacoop Romagna, le Cooperative agricole braccianti (Cab) e Promosagri (cooperativa di servizi agronomici) hanno deciso di avviare un progetto di ricerca con il Dipartimento di scienze e tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna.

Il responsabile è il professor Davide Viaggi, docente ordinario di Economia Agraria ed Estimo all’Alma Mater Studiorum. La presentazione è avvenuta martedì 31 ottobre a Conselice, alla presenza di presidenti e direttori di tutte le Cab coinvolte. La ricerca avrà il compito di accompagnare il settore nell’elaborazione di strategie distintive e innovative per individuare nuove opportunità di sperimentazione e potenziare il raggiungimento della missione di queste cooperative: un reddito equo attraverso produzioni di qualità, integrazioni tre le aziende, in grado di sostenere l’occupazione della loro base sociale e della comunità.

La grande base dati economica e agronomica raccolta degli ultimi decenni dalle Cab, sarà la base di partenza per un’analisi che fornirà indicazioni utili su sostenibilità, trend, e punti di forza e debolezza delle cooperative. Complementare a questo, si procederà con uno studio bibliografico che esplora vari scenari di sviluppo, sia a livello locale che globale, confrontandoli con le prospettive dell’agroalimentare a vari livelli geografici. Il lavoro prevede un lavoro di squadra con i dirigenti delle cooperative, di Legacoop Romagna e di Promosagri per discutere gli scenari emergenti e le implicazioni tecnologiche, che evolverà in tavoli di confronto mirati alla co-creazione di strategie di sviluppo.

Questo processo collaborativo vedrà un intenso coinvolgimento dei rappresentanti delle cooperative, offrendo loro anche un percorso educativoo interattivocon un coinvolgimento attivo nella ricerca di soluzioni innovative. Infine, saranno delineate linee di attività per sperimentare opportunità agronomiche e, a conclusione, si redigerà e discuterà uno studio dettagliato sull’argomento.
«Le Cooperative Agricole Braccianti danno un contributo fondamentale alle comunità a cui appartengono, lo si è visto durante l’alluvione, quando hanno sacrificato i loro terreni per salvare le aree abitate e si sono messe a disposizione con uomini e mezzi — dice il presidente di Legacoop Romagna Paolo Lucchi (nella foto) -. Per questo motivo occorre fare tutto quanto è possibile per portare la loro storia più che centenaria nel futuro: in questo è essenziale la collaborazione con la ricerca e l’università per affrontare le dinamiche sempre più complesse del mercato».

«Queste cooperative — dice il presidente di Promosagri Stefano Patrizipermettono di fornire grandi quantità di lavoro sicuro, tutelato e di qualità. Il motivo è che da 140 anni sono i lavoratori stessi a disporre e gestire in modo democratico i mezzi di produzione agricoli, un esempio più unico che raro in Europa. Di fronte all’evoluzione tecnologica e ai cambiamenti di scenario, lo studio rimane il più importante mezzo di evoluzione ed emancipazione anche per le imprese per individuare nuovi percorsi che consentano di garantire l’equilibrio cooperativo tra attività economica e attività sociale. In questo è fondamentale la crescita di chi lavora nelle cooperative anche attraverso il confronto con gli esperti e con l’Università».

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