Dopo il successo di pubblico della serata di ottobre dedicata al dipinto “Fiasca con fiori” del Museo Civico di San Domenico, domenica 19 novembre alle ore 18,00, nell’ex Chiesa di San Giacomo, con ingresso gratuito, torna “Un’Opera al Mese”, la rassegna pensata per far conoscere al grande pubblico i capolavori del patrimonio storico-artistico forlivese con un format divulgativo. Promossa dall’assessore alla Cultura Valerio Melandri, il ciclo di appuntamenti è curato dal dirigente alla Cultura Stefano Benetti e realizzato dal Servizio Cultura in collaborazione con l’Associazione Amici dei Musei di Forlì presieduta da Raffaella Alessandrini. Protagonista della serata sarà un autentico capolavoro riportato alla bellezza originale dopo gli interventi di restauro da poco terminati: il pregevolissimo bassorilievo di Antonio Canova dedicato alla memoria del Cavaliere Ottavio Trento che verrà esposto al pubblico per l’occasione.
“Il recupero di questa straordinaria opera – spiega l’assessore alla Cultura Valerio Melandri – rappresenta un ulteriore passo dell’importante percorso che abbiamo intrapreso di monitoraggio, manutenzione conservativa e restauro del nostro patrimonio sia mobile che immobile. Il complesso lavoro di restauro del gesso del Canova è stata senza dubbio una operazione di grande significato; per questo la vogliamo condividere con i forlivesi e non solo. Da parte nostra va il nostro sentito ringraziamento al restauratore Augusto Giuffredi, assistito dalla funzionaria dei nostri Musei Lorenza Montanari”.
Certamente si tratta di un’opera che necessitava di un intervento di restauro in grado di fermarne i processi di degrado in corso e di recuperarne la qualità estetica. A conclusione dei restauri, questo autentico capolavoro meritava di entrare a far parte della rassegna “Un’opera al mese – precisa Stefano Benetti – sia perchè Canova è parte integrante della cultura storico-artistica di Forlì, sia perchè si tratta di riscoprire un’opera sino ad ora non fruibile dal pubblico e poco leggibile dal punto di vista estetico a causa della cattive condizioni in cui si trovava”.
A presentare l’opera domenica 19 novembre nella Chiesa di San Giacomo sarà il professor Francesco Leone, profondo conoscitore dell’arte del Canova, storico dell’arte, autore di monografie dedicate all’artista di Possagno, già ospite della rassegna “Un’Opera al Mese” nel 2019 in occasione dell’appuntamento dedicato alla Ebe. “Si tratta di un recupero di grande rilievo – spiega Francesco Leone – nell’ambito del catalogo di Antonio Canova. Infatti, questo riportato oggi al suo antico splendore è l’unico gesso che si conosca della Stele funeraria di Ottavio Trento scolpita in marmo dal genio di Possagno tra 1813 e 1815 per l’ex monastero benedettino di San Pietro a Vicenza, dove il monumento fu allestito e solennemente inaugurato nel 1816. Il gesso è un calco eseguito dal marmo nello studio romano dello scultore nel 1815, prima della partenza del monumento sepolcrale alla volta di Vicenza. Il gesso ha una provenienza antica e importante e documenta ulteriormente, insieme alla Ebe per Veronica Zauli Naldi Guarini, alla dispersa Danzatrice col dito al mento per Domenico Manzoni e alla stele funeraria dello stesso Manzoni conservata nella chiesa della Santissima Trinità, il ruolo centrale giocato da Forlì e dai suoi committenti nella parabola artistica canoviana. Quindi la città che ha dato i natali a Melchior Missirini, segretario e biografo di Canova, si riscopre oggi ancor di più città canoviana grazie al recupero di questa opera; mentre il confronto ora possibile tra il gesso della Stele funeraria di Ottavio Trento e il marmo della Stele funeraria di Domenico Manzoni ci autorizza a formulare alcune riflessioni su un genere artistico – quello sepolcrale – in cui Canova, icona della sua epoca, ha saputo operare una vera e propria rivoluzione”.
Giunta così al suo tredicesimo appuntamento, la rassegna “Un’Opera al Mese”, attraverso la narrazione di autorevoli studiosi, è stata un’occasione per promuovere e far conoscere grandi artisti e grandi capolavori appartenenti alle collezioni antiche e moderne dei Musei Civici forlivesi: dalla “Ebe” del Canova alla “Dama dei Gelsomini” al “Pestapepe” e alla “Fiasca con Fiori”; dal Beato Angelico al Palmezzano e al Cagnacci; da Wildt e De Chirico a Depero e Sironi. Ora è la volta di questo autentico capolavoro.