Ieri 14 dicembre alla Torre Numai di Forlì, sede dell’associazione Arma Aeronautica, si è svolto l’atto conclusivo della quinta edizione del Premio Persiani, riservato a giovani laureati in Ingegneria Aerospaziale con tesi di laurea magistrale sul tema “Innovazione per il settore aeronautico”, promosso da Ser.In.Ar., Centro Studi Franco Persiani e Associazione Italiana di Aeronautica ed Astronautica. Il Premio (euro 3.000) è stato assegnato al giovane ingegnere Enes Capa (nella foto), con la tesi sul tema “Progettazione di un sistema di regolazione della pressione Bang Bang per motori a gas freddo e plasma”, ritenuto il più meritevole dalla Commissione giudicatrice presieduta dal prof. Luca Piancastelli.
I promotori del Premio Persiani, in più, per questa edizione hanno deciso di assegnare un secondo premio (in questo caso onorario) che è stato conferito a Giancarlo Cortini, per i suoi 53 anni di ricerca in ambito astronomico, che gli hanno permesso, fra le tante cose, di scoprire ben 34 corpi celesti. L’evento, introdotto da Renato Cappelli presidente dell’associazione Arma Aeronautica e condotto da Paolo Persiani, figlio di Franco, è stato anche l’occasione per fare memoria dell’illustre professore, scomparso il 30 ottobre 2015, che insieme al senatore Leonardo Melandri, ha avuto un ruolo di primo piano per il decentramento dell’Università di Bologna in Romagna ed è stato l’artefice della creazione a Forlì della Facoltà di Ingegneria Aerospaziale e Meccanica, di cui fu preside per lunghi anni, dell’avvio del CIRI Aerospace (Centro Interdipartimentale di Ricerca Industriale) e del progetto Ciclope nelle ex gallerie Caproni di Predappio.
Molto significative, a questo proposito sono state le testimonianze di Gaetano Bergami, amico di Persiani e imprenditore del settore aeronautico, che ha ricordato quanto lo stesso Persiani si sia speso per creare innovazione nel settore aeronautico mettendo in sinergia la ricerca universitaria e le aziende italiane del settore. “Il nostro Paese – ha affermato Bergami – non conta molte imprese in questo ambito, ma possiede competenze d’eccellenza e tecnologie d’avanguardia che le pongono ai vertici mondiali: se ci fossero le risorse necessarie saremmo in grado di organizzare spedizioni sulla Luna e probabilmente essere attori protagonisti anche in un futuro viaggio su Marte”.
Franco Persiani è stato ricordato anche da un suo compagno di studi, Franco Giuliani, che ne ha ricordato l’abilità giovanile nella progettazione e costruzione di attrezzature (pressa forno per stampaggio titanio e macchinario per prove di servoidraulica), sulle quali insieme inserivano la sigla FPF (Forse Può Funzionare), a conferma che, oltre alla capacità innovativa e sperimentale dell’illustre professore scomparso, c’era in loro anche una significativa dose di ironia, nell’implementare i loro progetti. Di rilievo anche la testimonianza di Alfredo Liverani, professore ordinario al Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna: “Prima che un collega – ha affermato Liverani – Persiani per me è stato un maestro, che mi ha insegnato tanto. Ciò che mi colpiva di lui, oltre alle competenze tecniche, era la capacità e la curiosità di esplorare nuovi campi di studio e di innovazione, aspetti che ne facevano una persona vivace e molto intelligente”.