Vivo in una città di provincia che gioca col suo nome. Da poco l’amministrazione ha inaugurato un’ampia, nuova area commerciale vicino all’autostrada, che non mi pare particolarmente attraente (ma sarò felice di sbagliarmi), ribattezzandola “Formì”.
E così mi è venuta in mente una storia che mi raccontava mia madre, giovane traduttrice del town mayor inglese nel 1945. I soldati semianalfabeti che lasciavano le abitazioni occupate, dovevano descrivere i danni procurati, e intestavano il documento, indicando come luogo un improbabile Fort Lee. Lo facevano per la pronuncia, ovviamente.
Ma il nome evocava un remoto e paradossale scenario western. Mancavano solo i pellirosse. Tutto sommato, un’idea involontariamente ironica e migliore di Formì. Ci pensate? Un bello striscione con su scritto: “Benvenuti a Fort Lee”.
Roberto Balzani