Benessere equo e sostenibile nella provincia di Forlì-Cesena

Sono usciti a fine dicembre gli indicatori di benessere equo e sostenibile (BES) 2023 delle province italiane, che hanno la finalità di misurare e confrontare, ricorrendo a dati quantitativi e qualitativi, i diversi modelli di sviluppo territoriale, evidenziando esiti e ritardi. Gli indicatori sono riuniti per argomento e la possibilità di metterli a confronto offre l’occasione, per le province, di comprendere e valutare il proprio posizionamento in ciascuna area.

Di seguito è riportata una sintesi del lavoro di elaborazione dati e commento, a cura di Istat – Upi – Cuspi – Anci, su fonti varie, della provincia di Forlì-Cesena; i relativi documenti, pubblicati sul sito www.besdelleprovince.it, sono stati redatti sulla base delle informazioni disponibili al 31 ottobre 2023.

SALUTE – Nell’ambito della dimensione salute gli indicatori legati al tema dell’aspettativa di vita si attestano su valori positivi: nel territorio provinciale le stime 2022 si presentano nuovamente superiori sia al dato regionale che a quello nazionale; nella speranza di vita totale (83,4 anni), +0,3 p.p. rispetto al dato regionale e +0,8 p.p. rispetto al dato nazionale, nella speranza di vita alla nascita-maschi, +0,5 p.p. in confronto al dato Emilia-Romagna e +1,2 p.p. rispetto al dato Italia. Spicca comunque il dato sulla speranza di vita femminile a 85,2 anni, con un dato superiore alla media nazionale e in linea con quello regionale (contro gli 81,7 anni degli uomini). Per quanto riguarda gli indicatori sulla mortalità, va sottolineato che fanno riferimento all’anno 2020, quindi ancora in piena emergenza covid19; il tasso standardizzato di mortalità totale si attesta a 84,9 morti per diecimila abitanti, rispetto ai 91,8 del dato regionale e ai 95,3 del dato nazionale, in evidente peggioramento rispetto alla precedente rilevazione (che conteneva dati riferiti all’anno 2019). Nel 2020, ultimo dato utile, il tasso standardizzato di mortalità per tumore (20-64 anni) si colloca al 7,3 ogni 10mila ab., dato in linea col contesto regionale e migliorativo rispetto a quello nazionale (8,0%).

ISTRUZIONE E FORMAZIONE – Il profilo di benessere legato alla dimensione Istruzione e formazione si presenta complessivamente positivo nel territorio provinciale. Analizzando i dati, l’indicatore che riguarda i giovani che non lavorano e non studiano, appare particolarmente basso rispetto al dato nazionale (-11.4 p.p.) e inferiore anche al dato regionale (-4,6 p.p.), a testimonianza di un’attenzione particolare per contrastare Il fenomeno dei cosiddetti “Neet”; la percentuale si attesta, nel 2022, al 7,6% (rispetto al 13,8% del 2021) ed è un risultato assai positivo se si paragona al 19% nazionale. L’incidenza di persone tra i 25 e 64 anni con almeno un diploma risulta più bassa della media regionale di oltre tre punti, seppur superiore alla media nazionale; si segnala, comunque, che rispetto al 2021 (63,0%) la percentuale del 2022 si attesta al 64,7%, quindi con un “trend” positivo di crescita.

Il dato dei laureati ed altri titoli terziari nella fascia d’età 25-39 (33,0%, dato superiore rispetto a quello regionale e nazionale) è in costante aumento; con lo sviluppo dell’Università degli Studi di Bologna, sul versante forlivese-cesenate, si ritiene che questa percentuale debba avere una crescita ulteriore nell’immediato futuro, viste le opportunità sempre crescenti di corsi di laurea. Buoni i punteggi ottenuti nelle prove di competenza alfabetica e di competenza numerica, riferiti all’anno scolastico 2022/23, superiori entrambi al dato italiano ed in linea al dato emiliano-romagnolo. Il dato dei laureati in discipline tecnico-scientifiche (Stem), che misura rapporto tra i residenti nella provincia che hanno conseguito nell’anno solare di riferimento un titolo di livello terziario nelle discipline scientifico-tecnologiche e la popolazione residente media di 20-29 anni della stessa provincia, per 1.000, presenta invece un forte calo rispetto alla rilevazione precedente del 2020 (era il 24,2%); per il 2021 si registra, infatti, un 18,1%, percentuale in linea con quella regionale (18,2%) e nazionale (17,7%). L’indicatore sulla formazione permanente (9,7% della popolazione 25-64 anni), poi, si presenta in linea col dato nazionale ma ancora distante da quello regionale (-2.2 p.p.).

LAVORO E CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA – I dati 2022 sul mercato del lavoro presentano le seguenti caratteristiche. Per ciò che riguarda il tasso di inattività (15-74 anni), il dato provinciale (36,6%) è pressoché in linea con quello regionale (36,1%) e distante da quello nazionale (43,2%); il tasso di inattività giovanile (15-29 anni) si attesta al 49,8% rispetto al 52,7% regionale e al 58,8% nazionale. Analizzando la differenza di genere F-M nel tasso di inattività 15-74 anni, si riscontra un +14,9 (Emilia-Romagna: +12,3 p.p., Italia: +17,3 p.p.). In ambito occupazionale, positivi i dati sia sul lavoro giovanile (46,6% il tasso di occupazione 15-29 anni, quasi 13 punti in percentuale superiore alla media nazionale e oltre 4 punti di quella regionale), come pure il tasso di occupazione complessivo (20-64 anni) (75,4%), nettamente superiore alla media nazionale e lievemente sopra a quella regionale; permane invece preoccupante il gap tra il tasso di occupazione femminile e maschile (20-64 anni), che si attesta a -14,9%.

I valori dei tassi di disoccupazione 15-74 anni (4,0%) e 15-34 anni (5,8%) sono inferiori rispetto sia alle medie regionali (5,0% e 8,9%) che a quelle nazionali (8,1% e 14,4%). Nel complesso, i dati riferiti all’anno 2022 mostrano dati positivi per il mercato del lavoro forlivese. L’indicatore sulle giornate retribuite nell’anno (anno 2021) analizza il rapporto tra il numero medio di giornate di lavoro effettivamente retribuite nell’anno a un lavoratore dipendente e il numero di lavoratori nell’anno; sono 237,3 in provincia, rispetto a 243,4 in regione e a 235,3 in ambito nazionale, quindi un segno positivo solo nel confronto nazionale. Il dato sulla differenza di genere F-M delle giornate retribuite nell’anno (-23,6) certifica ulteriormente le difficoltà delle donne nel mercato del lavoro italiano, sia in ambito locale, sia in ambito nazionale. Permane elevato, nel 2021, il dato sugli infortuni sul lavoro e inabilità permanente, che si attesta a 13,7 per 10mila occupati, superiore al dato regionale e nazionale (rispettivamente 11,4 e 10,2).

BENESSERE ECONOMICO – La situazione reddituale dei cittadini del territorio provinciale presenta il seguente quadro economico: riguardo al reddito disponibile delle famiglie pro capite, che è il rapporto tra il reddito complessivo lordo delle famiglie anagrafiche e il numero totale di componenti delle famiglie anagrafiche, il dato provinciale è assai vicino a quello regionale (22.529,8 euro, a fronte di 23.335,6 euro) e superiore a quello nazionale (19.761,0 euro). La retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti (20.778,23 euro) si presenta inferiore ai contesti regionali e nazionali con un saldo negativo, importante soprattutto se confrontato con il reddito regionale (circa 3.000 euro in meno); meno marcato il saldo negativo nel confronto nazionale (-1.000 euro circa). Pure l’importo medio annuo delle pensioni (12.997,36 euro) risulta inferiore agli altri contesti, sebbene con differenze meno evidenti.

Infine, il dato sulle pensioni di basso importo, che analizza la percentuale di pensioni vigenti inferiori a 500 euro sul totale delle pensioni, si attesta attorno al 20%, rispetto al 18,3% regionale e 21,2% nazionale. Un quadro economico complessivo, in sostanza, non molto positivo. Si evidenzia che i dati sopra commentati riferiti al reddito e alla retribuzione sono dell’anno 2021, mentre quelli pensionistici fanno riferimento a fine 2022. La differenza di genere F-M nella retribuzione media dei lavoratori dipendenti (-8.190,77 euro) si attesta quasi sugli stessi valori nazionali (-7.907,76 euro), ma in controtendenza rispetto a quelli regionali (-9.328,60 euro), con una decisa differenza in senso positivo (anno 2021); ovviamente il dato testimonia le problematiche salariali di genere presenti anche nel territorio provinciale, con il noto gap salariale nei confronti del lavoro femminile, che, se anche meno evidente rispetto ad altri ambiti, ne testimonia l’esistenza. Per quanto riguarda il tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti bancari alle famiglie (0,42) appare lievemente inferiore al dato nazionale ed in linea con quello regionale, con un trend in diminuzione.

RELAZIONI SOCIALI – La dimensione Relazioni sociali evidenzia le seguenti tendenze, riguardo ai temi della disabilità, dell’immigrazione e della società civile. Inferiore il dato sulla presenza complessiva di alunni disabili negli Istituti scolastici rispetto agli altri contesti territoriali; in provincia di Forlì-Cesena la percentuale si attesta al 2,5% a fronte del 3,5% regionale e nazionale; rispetto all’indicatore riguardante le scuole di II grado che li ospitano, la percentuale degli alunni disabili (2,0%) è inferiore di 1 p.p. sia al dato regionale che a quello nazionale.

Il dato statistico fa riferimento all’anno scolastico 2021/2022. Nel 2021, ultimo dato utile, la presenza di postazioni informatiche adattate (75,0%) continua ad evidenziare un ritardo se paragonato al contesto regionale (-7,3 p.p.) e a quello nazionale (-1,9 p.p.). Rispetto alle acquisizioni di cittadinanza, che misura la percentuale di cittadini stranieri residenti che hanno ottenuto la cittadinanza italiana nel corso dell’anno sul totale degli stranieri residenti (dato anno 2021), la tendenza risulta in forte crescita rispetto alla rilevazione precedente (dall’1,6% al 3,0%), in linea col dato regionale e nazionale. Il valore relativo alla quota di istituzioni non profit ogni 10.000 abitanti (69,7) è superiore di oltre 7 p.p. rispetto al dato regionale e di circa 8 p.p. rispetto al dato nazionale, a testimonianza della capillare diffusione in provincia di questo tipo di associazionismo.

POLITICA ED ISTITUZIONI – Il problema della rappresentanza politica delle donne in Italia rimane una situazione generalizzata, sia nelle amministrazioni centrali che in quelle locali. Nonostante diversi interventi normativi specifici approvati negli anni, “le quote rosa” faticano nel nostro Paese a trovare una corrispondenza istituzionale. Nella nostra regione, comunque, il dato regionale e quello dei Comuni del territorio provinciale si attesta su una percentuale superiore al dato nazionale (che è attorno al 34%); 39,0% a livello regionale e 37,5% a livello comunale. Anche la percentuale di giovani (<40 anni) sul totale degli amministratori comunali non presenta un dato esaltante (29,2%, dati riferiti all’anno 2022). Positivo il valore relativo all’incidenza delle spese rigide sulle entrate correnti dell’Amministrazione provinciale (31,7%), dato migliore rispetto ai valori regionali (27,7%) e nazionali (24,2%). Buona anche la capacità di riscossione (0,80 per 1 euro di entrata), che misura il rapporto tra l’ammontare delle riscossioni in conto competenza e le entrate accertate, con valore migliore del dato medio Emilia-Romagna (0,78) e Italia (0,62). (Rilevazione anno 2021).

SICUREZZA – In tema di sicurezza le rilevazioni fanno riferimento all’anno 2021. Il tasso di omicidi volontari consumati, che misura la media negli ultimi tre anni del numero di omicidi per 100.000 abitanti, è in provincia di Forlì-Cesena dello 0,3, migliore della media regionale (0,7) e di quella nazionale (0,5); il dato sul tasso di criminalità predatoria, che conteggia il numero di rapine denunciate per 100.000 abitanti, presenta un valore del 29,1, a fronte del 47,8 regionale e 37,4 nazionale, mentre le truffe e frodi informatiche risultano 362,2 ogni 100mila ab., contro il 448,6 regionale e 498,5 nazionale. In aumento il dato sulle violenze sessuali, che si attesta intorno a circa 11,7 casi ogni 100.000 abitanti, tendenza evidenziata anche nei dati Emilia-Romagna (14,2) e Italia (8,9). Il tema della sicurezza stradale è affrontato analizzando il numero di feriti rispetto agli incidenti e alla popolazione residente.

Il rapporto percentuale tra i feriti e gli incidenti per ogni tipologia di strada nel territorio di Forlì-Cesena si presenta più basso rispetto agli altri contesti territoriali (126,5, a fronte di 128,8 regionale e 134,8 nazionale), mentre quello limitato al solo ambito stradale extraurbano (escluse le autostrade) evidenzia un +2 p.p. rispetto al dato regionale (140,6%, a fronte di 138,6%, il dato nazionale è stabile sui 150%). L’analisi del tasso di feriti in incidenti stradali ogni 1.000 abitanti, evidenzia un dato del 4,4, identico al dato regionale, mentre il dato nazionale è inferiore dello 0,9 p.p.; probabilmente la vocazione turistica del territorio provinciale, con un sempre più consistente aumento del traffico nei periodi di vacanza e di una sempre più presenza massiccia di veicoli sulle strade, determina la pericolosa crescita di questo indicatore.

PAESAGGIO E PATRIMONIO CULTURALE – La percentuale relativa alla densità di verde storico e parchi urbani di notevole interesse pubblico (D.lgs. 42/2004) si attesta sullo 0,1%, dato più basso rispetto al valore regionale (0,6%) e nazionale (1,7%). Il dato si riferisce al comune capoluogo di provincia e la rilevazione risale all’anno 2021. Non soddisfacente, per il territorio forlivese e cesenate, l’indicatore sulla densità e rilevanza del patrimonio museale per 100 kmq, che certifica il numero di strutture espositive permanenti (musei, aree archeologiche e monumenti aperti al pubblico), ponderato per il numero dei visitatori (0,5, a fronte di un 1,2 regionale e 1,4 nazionale), nonostante la presenza di musei molto importanti (Rilevazione anno 2021). Buona la presenza del numero delle biblioteche per 100mila abitanti (22 unità), rilevato nell’anno 2022, uguale al dato nazionale e in avvicinamento a quello regionale.

La dotazione di risorse del patrimonio culturale per 100 kmq (77,0), che certifica beni immobili culturali, architettonici e archeologici registrati nel sistema informativo VIR – Vincoli in rete, si attesta su valori superiori al dato nazionale (75,2) ma di gran lunga inferiore al dato regionale (114,0). Grazie alla particolare posizione geografica e all’attenzione espressa dalla Regione Emilia-Romagna per sostenere il turismo rurale, aggiunta alla notorietà di cui godono le produzioni tipiche romagnole, si rileva una particolare diffusione sul territorio provinciale delle aziende agrituristiche, pari a 8,1 aziende ogni 100 kmq, superiore di 2,5 punti percentuali al dato regionale e praticamente in linea con il dato nazionale. La percentuale di comuni in cui sono presenti aree di particolare interesse naturalistico (70,0%), poi, risulta inferiore al dato regionale ma assai superiore a quello nazionale.

AMBIENTE – L’analisi ambientale presenta la seguente situazione. La disponibilità di verde urbano (25 mq per abitante nel capoluogo di provincia) presenta un valore assai inferiore a quello regionale (45 mq per abitante) e pure a quello nazionale (32,5 mq per abitante). Il dato è riferito all’anno 2021. Il valore più elevato relativo alla concentrazione media annua di PM2,5 rilevato tra tutte le centraline fisse per il monitoraggio della qualità dell’aria nel comune capoluogo di provincia è stato 13 μg/m3 (5 μg/m3 il valore limite per la protezione della salute umana); il valore più elevato relativo alla concentrazione media annua di NO2 è stato 28 μg/m3 (10 μg/m3 il valore limite per la protezione della salute umana). Il consumo di energia elettrica per uso domestico (1.052,2 kwh per ab.) risulta inferiore al dato nazionale del 3,9% e a quello regionale del 6% (dato riferito all’anno 2022). L’indicatore energia elettrica da fonti rinnovabili, che misura il rapporto percentuale tra la produzione lorda annua di energia elettrica degli impianti da fonti rinnovabili e l’energia elettrica lorda consumata nello stesso anno, presenta un dato nel territorio provinciale del 23,3%, rispetto al 22,7% regionale e al 39,3% nazionale. Il dato è riferito all’anno 2021.

La produzione lorda degli impianti fotovoltaici, cioè il rapporto tra la produzione degli impianti fotovoltaici ed il totale dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, presenta un dato significativo; 58,5% a livello provinciale, contro i 37,8% regionali e i 21,5% nazionali (rilevazione anno 2022); anche l’indice degli impianti fotovoltaici installati per kmq (5,7) esprime un ottimo indicatore, superiore sia al dato regionale sia al dato nazionale. La capacità produttiva media per impianto fotovoltaico, che misura il rapporto tra la produzione lorda degli impianti fotovoltaici installati sul numero degli impianti fotovoltaici installati, risulta superiore al dato regionale (22,1 megawatt orari, a fronte di 20,6) ed in linea col dato nazionale (23,0). La percentuale di superficie provinciale classificata come area a pericolosità da frana elevata è pari al 30,9% (più alta rispetto agli altri ambiti territoriali) mentre l’area a pericolosità idraulica media risulta al 20,6%; a seguito degli eventi meteo verificatesi a maggio 2023, è alquanto importante il monitoraggio continuo di questi indicatori.

RICERCA, INNOVAZIONE E CREATIVITÀ – In tema di Innovazione, l’indicatore che analizza la specializzazione produttiva in settori ad alta intensità di conoscenza (incidenza delle imprese con attività principale nei settori manifatturieri ad alta tecnologia e nei servizi ad alta intensità di conoscenza, sul totale delle imprese) presenta sul territorio provinciale un gap negativo: 29,5%, rispetto al 32,8% regionale e 33,7% nazionale. Il dato è riferito all’anno 2021. Sempre nel 2021, nel campo della ricerca, viene analizzato il tasso di migratorietà dei laureati italiani, compresi nell’età 25-39 anni, che presenta un dato nel nostro territorio pari a +5,9 (per 1000 laureati residenti); il valore dell’indicatore col segno “+” certifica l’attrattività del territorio provinciale, seppur lontano dalle medie regionali (+17,8).

Stessa tendenza positiva nell’analisi dei dati nell’ottica di genere; la mobilità dei laureati di sesso femminile si attesta a +6,0 (per 1000 laureati residenti) e quella di sesso maschile a +5,7 (per 1000 laureati residenti). I valori nazionali di queste rilevazioni presentano tutti, invece, un segno negativo. Le imprese nel settore culturale e ricreativo (calcolate sul totale delle imprese) sono il 4,5%, rispetto al 4,6% in regione e al 4,5% a livello nazionale, mentre i lavoratori che operano in questo settore (calcolati sul totale dei lavoratori) sono il 5,3% in provincia di Forlì-Cesena, il 5,8% in Emilia-Romagna e in Italia; infine, il valore aggiunto prodotto dal settore culturale e creativo (sul valore aggiunto dell’intera economia) si attesta al 4,2%, inferiore a quello regionale e nazionale (rispettivamente, 5,1% e 5,6%). Le rilevazioni sono riferite all’anno 2022.

QUALITÀ DEI SERVIZI – Gli indicatori sociosanitari sono complessivamente positivi; la percentuale di bambini (0-2 anni) che ha usufruito di servizi per l’infanzia (28,5%), risulta assai superiore al dato nazionale (15,2%), anche se inferiore al dato regionale (30,9%); così come è particolarmente basso l’indicatore dell’’emigrazione ospedaliera in altra regione (2,9%, rispetto al 5,1% regionale e al 7,8% nazionale). Rilevante la presenza di servizi per l’infanzia (90,0%), lievemente superiore al dato regionale (88,8%) e maggiore di un terzo di quella nazionale (59,6%). (Rilevazione anno 2021). In crescita continua il dato sulla raccolta differenziata dei rifiuti urbani da parte dei Comuni del territorio provinciale (71,6%), in forte recupero rispetto alla rilevazione di partenza dell’anno 2019, superiore a quello nazionale e praticamente in linea con quello regionale (La rilevazione si riferisce all’anno 2021).

Ritardo infrastrutturale sulla copertura internet a banda larga, anche se in forte espansione (42,4%), ma lontano dal dato regionale (52,5%) e nazionale (53,7%). In tema di mobilità urbana, infine, continua a rimanere basso nel comune capoluogo il valore dell’indicatore che misura l’offerta del trasporto pubblico locale (1.676 posti-km per abitante, riferito all’ultima rilevazione del 2021), caratterizzato sempre con un notevole gap nei confronti della media italiana (4.748) ed emiliano-romagnola (2.807). Come già osservato in passato, occorre tuttavia ricordare che tale indicatore è fortemente influenzato, a livello regionale, dal numero di Km/anno del servizio TPL assegnato dalla Regione Emilia-Romagna alle singole Province in fase di programmazione.

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