Colpire alcuni aspetti del metabolismo delle cellule leucemiche per “affamarle” e disarmarle, contribuendo a rafforzare al tempo stesso la risposta del sistema immunitario contro il tumore. È questo l’obiettivo del progetto dal titolo “Exploring polyamine metabolism as selective vulnerability for therapeutic combinations in acute myeloid leukemia”, che sarà condotto da Giorgia Simonetti, coordinatrice della Translational Hematology Unit del Laboratorio di Bioscienze di Irst “Dino Amadori” Irccs.
La ricerca quinquennale è stata ritenuta meritevole di approvazione nell’ambito del bando MFAG (My First Grant) di Airc. Fondazione Airc per la ricerca sul cancro è la più importante realtà italiana nel campo della promozione e del sostegno alla ricerca oncologica. Per il primo anno il progetto riceverà fondi per circa 100.000 euro. I fondi potranno essere rinnovati per ulteriori 4 anni, a fronte del raggiungimento degli obiettivi e della disponibilità da parte di Airc, fino al 31 dicembre 2028.
L’idea al centro della ricerca proposta è identificare quei sottotipi di leucemia che dipendono maggiormente dal metabolismo delle poliammine, particolari sostanze capaci di inibire il sistema immunitario. In questi casi la terapia sarà potenzialmente più efficace utilizzando basse dosi del farmaco in modo da limitare così gli effetti collaterali. Questi nuovi agenti verranno studiati in laboratorio, anche in combinazione con le terapie convenzionali, al fine di migliorare l’attuale standard di cura. Inoltre si cercherà di mettere a punto una coltura tridimensionale di cellule in cui riprodurre almeno in parte il tumore e il suo ambiente. Il fine è studiare terapie capaci di colpire il metabolismo, in un ambiente che simuli il midollo osseo in cui normalmente risiedono le cellule leucemiche.
“Grazie a questo progetto – spiega Giorgia Simonetti – ci proponiamo di trovare una terapia efficace per i pazienti affetti da leucemia acuta mieloide che non possono ricevere trattamenti aggressivi e attualmente hanno poche possibilità di cura. Il progetto si basa su farmaci che sono già utilizzati per la cura di pazienti affetti da leucemia o altre patologie, pertanto i risultati ottenuti potrebbero trasformarsi rapidamente in un possibile beneficio per i pazienti“.
“Per il nostro istituto – aggiunge il professore Giovanni Martinelli, direttore scientifico di Irst Dino Amadori Irccs – è motivo di grande prestigio e onore ricevere, grazie alla qualità della ricerca della dottoressa Simonetti, questo ulteriore sostegno da parte di Airc. Irst attraverso queste attestazioni, continua a posizionarsi come centro di riferimento in Romagna e non solo. La possibilità di colpire le cellule leucemiche, privandole del loro carburante, le poliammine, in modo da affamarle fino a distruggerle, può inoltre aprire importanti scenari anche nella sperimentazione di trattamenti per la cura di tumori solidi”.
I My First AIRC Grant (MFAG) sostengono i progetti di ricercatori che non hanno mai ricevuto prima un finanziamento Airc. Sono uno strumento concreto con cui i giovani scienziati possono sperimentare la conduzione del proprio progetto in una struttura italiana di eccellenza e diventare progressivamente autonomi e indipendenti. I progetti sono selezionati tramite un processo di valutazione basato sul metodo internazionale di “peer review” per la rilevanza al cancro, l’originalità, l’innovatività e la fattibilità.
La realizzazione del progetto è possibile grazie al lavoro di un gruppo multidisciplinare di Irst che coinvolge la Translational Hematology Unit del Laboratorio di Bioscienze (in particolare Martina Ghetti, Francesca Pirini, Francesca Ruggieri), l’Unità di Biostatistica e Sperimentazioni Cliniche (Irene Azzali, biostatistica e Davide Angeli, bioinformatico) e la Struttura di Ematologia e Trapianti CSE (Giovanni Marconi). Inoltre lo studio sarà svolto grazie alla preziosa collaborazione della professoressa Stefania Rapino (Università di Bologna) per la costruzione del modello 3D; di Claudia Sala (Università di Bologna) per l’integrazione di dati omici e i modelli di machine learning; di Sabina Sangaletti (Istituto Nazionale dei Tumori di Milano) per gli studi immunologici e su modelli preclinici; e di Bruno Fosso (Università di Bari) per l’analisi dei dati di microbiota.
Si tratta del sesto progetto che, nel corso dell’ultimo quinquennio, Fondazione Airc sostiene per uno studio condotto in Irst. A inizio 2024 è terminato il progetto di Ugo De Giorgi nell’ambito di un “Accelerator Award” sostenuto da Airc, Cruk e Fc Aecc. Sono, invece, ancora in corso due Investigator Grant guidati rispettivamente dal professore Giovanni Martinelli e Paola Ulivi, e un Mfag condotto da Marcella Tazzari.
“Da parte nostra va tutto il ringraziamento ad Airc che con il sostegno ai nostri progetti permette di valorizzare sia l’attività di ricerca che viene svolta nel nostro istituto, sia il ruolo e l’opera dei nostri ricercatori – sostiene il direttore generale Lorenzo Maffioli -. Anche grazie a questo contributo Irst è in grado di sviluppare la propria attività in diversi ambiti e in contesti in cui, come anche per lo studio portato avanti dalla dottoressa Simonetti, è fondamentale il lavoro in rete con altre importanti istituzioni nazionali”.