A “Un’opera al mese” le tecniche del futurismo, protagonista Giacomo Balla

Un'opera al mese ex chiesa san giacomo

Dall’arte antica al Futurismo. Dopo il successo di pubblico della serata di gennaio dedicata ai pregevoli dipinti medievali del Maestro di Forlì, domenica 17 marzo, alle ore 18,00, al Teatro Diego Fabbri, con ingresso gratuito, torna la rassegna d’arte “Un’Opera al Mese”, giunta al suo sedicesimo appuntamento, con uno dei giganti del Novecento: Giacomo Balla, protagonista assoluto del Futurismo. Protagonista della serata sarà infatti l’enigmatico dipinto di Balla “Siamo in quattro (beato chi li trova)” realizzato negli anni Venti del Novecento e proveniente dalle collezioni del Museo Civico di Palazzo Romagnoli.

L’opera, per l’occasione, sarà esposto al pubblico al Teatro Fabbri. Promosso dall’Assessore alla Cultura Valerio Melandri, il ciclo di appuntamenti dedicato a far conoscere al grande pubblico i grandi capolavori che appartengono al patrimonio artistico forlivese, è curato dal Dirigente alla Cultura Stefano Benetti e realizzato dal Servizio Cultura in collaborazione con l’Associazione Amici dei Musei di Forlì presieduta da Raffaella Alessandrini.

Dopo l’appuntamento di gennaio dedicato all’arte medievale – precisa l’assessore alla Cultura Valerio Melandri – domenica prossima ci “tuffiamo” nel Novecento futurista di Giacomo Balla. Con la rassegna “Un’opera al mese” cerchiamo infatti di attraversare tutti i secoli della storia dell’arte per coinvolgere i forlivesi, e non solo, in un viaggio senza confini temporali, con una narrazione divulgativo pur se rigorosamente scientifica”.

A presentare l’opera al Teatro Fabbri domenica 17 marzo sarà il professor Claudio Spadoni, raffinato storico dell’arte, già direttore dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna e del Museo d’Arte di Ravenna, profondo conoscitore della realtà museale italiana e internazionale e dell’arte moderna e contemporanea.

Giunta al sedicesimo appuntamento, la rassegna “Un’Opera al Mese” ha fino ad ora raccontato il patrimonio artistico forlivese sia antico che moderno: dalla “Dama dei Gelsomini alle pregevoli opere di “Ebe” e “Stele in gesso dedicata a Ottavio Trento” del Canova”; dal “Pestapepe” alla “Fiasca con Fiori”; dal Beato Angelico e dal Maestro di Forlì al Palmezzano e al Cagnacci; e poi il Novecento con Wildt, De Chirico, Depero, Sironi e, domenica, con questo pregevole dipinto del Maestro Giacomo Balla.

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