Buonguerrieri: «La sinistra nega l’evidenza: mai così tante risorse alla sanità col governo Meloni»

Buonguerrieri e Bartolini Fratelli d'Italia

Il segretario del Pd forlivese nega l’evidenza dettata dai numeri. Dal 2010 al 2019, tutti gli esecutivi, dal governo tecnico di Monti, a quelli Pd con Letta, Renzi e Gentiloni, fino ad arrivare al Conte 1 e Conte 2, hanno saputo solo tagliare, togliendo dalle disponibilità del Sistema sanitario nazionale ben 37,5 miliardi. Se la nostra sanità territoriale è una eccellenza lo dobbiamo ai medici, infermieri, e a tutti gli operatori sanitari, non certo alla politica regionale”. Alice Buonguerrieri, deputato e presidente provinciale di Fratelli d’Italia, replica così a Gessica Allegni, segretario del Pd forlivese.

Con il Governo Meloni sono stati stanziati 136 miliardi di euro per la sanità, mai un investimento così alto, con 3 miliardi tutti destinati all’abbattimento delle lunghe liste d’attesa, ereditate dai precedenti Governi, mentre al rinnovo dei contratti per medici e infermieri vanno 2,3 miliardi dei 5 miliardi complessivi per gli aumenti nella Pa – argomenta il parlamentare – abbiamo, poi, assicurato risorse per le strutture ospedaliere alluvionate, per l’acquisto di nuova strumentazione, per il processo di digitalizzazione, abbiamo rinnovato il contratto nazionale per 135mila dirigenti medici e sanitari e potrei proseguire a lungo. Si può fare sempre di più e sempre meglio, per carità, ma rispetto a quando il Pd era al governo oggi si è cambiato marcia: comprendiamo che la Allegni fatichi ad ammetterlo, ma si tratta di numeri che non possono essere sconfessati neppure dal solito giochino che usa il PD sul rapporto spesa sanitaria / Pil: è chiaro infatti a tutti che adottare come punto di riferimento il Pil crollato in tempo di covid mettendolo a confronto con il Pil, per fortuna, molto aumentato del periodo post covid è un artificio strumentale tanto caro solo a chi ha come unico obiettivo quello di mistificare i fatti a scopi elettorali e sulla pelle dei cittadini. L’atteggiamento non ci stupisce, è il medesimo utilizzato anche per l’alluvione“.

Capisco che quando si critica l’Ausl unica della Romagna si tocchi un nervo scoperto della sinistra, visto il palese flop di questa esperienza che, dopo 10 anni dalla nascita, si è rivelato un esperimento mal riuscito fatto sulla pelle dei romagnoli, gli unici in regione a veder le proprie Ausl unificate con un atto d’imperio senza tra l’altro ottenere nessun vantaggio concreto – analizza Luca Bartolini, ex consigliere regionale e dirigente di Fratelli d’Italia Forlì-Cesena -. Oggi l’Ausl della Romagna è come una colonia controllata direttamente dal PD di Bologna: un mega carrozzone come i tanti operatori che vi lavorano, ad ogni livello, ci segnalano quasi quotidianamente. Ma a proposito di segnalazioni, a forza di malagestione il sistema romagnolo finisce in tv per le risposte che dà ai pazienti, come è successo ieri sera a Fuori dal coro, dove si è parlato di appuntamento in ospedale a Forlì per una colonscopia fissato al 12 gennaio 2026 nonostante la persona avesse una predisposizione a particolari patologie. Rimane solo il Pd locale a difendere l’esperimento fallito della mega Ausl Romagna, un Pd che continua a prendere ordini di scuderia da Bologna – conclude Bartolini – e a giocare sulla pelle di noi romagnoli”.

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