Me l’aspettavo che, prima o poi, il Partito Democratico forlivese dicesse la sua sull’adesione di Sara Samorì al progetto civico e alla lista di Gian Luca Zattini, ricandidatosi sindaco per il centrodestra: era meglio che tacesse, ancora di più per non far fare una magra figura a Michele Valli, segretario cittadino, che con le sue dichiarazioni ha dimostrato solo di essere un promettente Carneade della politica della sinistra ovvero chi mai è e sarà costui?
Il giovane dirigente politico ha sparato a zero contro la Samorì, definendo la sua decisione di candidarsi con Zattini una di quelle scelte “che a tutti gli effetti può definirsi un cambio di casacca” e risultare tale “da minare la credibilità che i cittadini nutrono nei confronti della politica”. Poi, prendendo spunto dall’accusa d’incoerenza alla Samorì, mossa giorni fa da un esponente della locale intellighenzia leghista, il giovane futuro Carneade del PD non ci ha risparmiato il monito che la coerenza si dimostri “affrontando la politica con spirito di servizio e non necessariamente con la ricerca della poltrona, anteponendo l’interesse della comunità a quello del singolo”. Ma va, bene, bravo 7+!
Ora, credo che s’imponga un minimo di chiarezza per comprendere quanto siano inconsistenti, pretestuose, diciamo pure a vanvera, le accuse sia del segretario del Politburo piddino forlivese sia dell’esponente leghista, guarda caso, stavolta assieme, complici nello screditare la figura politica di Sara Samorì. Da un anno la signora è uscita dal PD, non condividendone più la linea politica, nazionale e locale, come pubblicamente ha dichiarato, anche per motivare il suo passaggio al gruppo Misto nel Consiglio comunale di Forlì; dunque, Samorì, di formazione repubblicana e mazziniana, ha ravvisato e reso nota la contraddizione vissuta tra la sua voglia di restare coerente ai propri principi e la mutata politica del PD, al quale pure aveva aderito convintamente.
Quindi, al bando le interpretazioni a proprio uso e consumo di qualche dilettante allo sbaraglio della politica forlivese, ricordo che coerenza vuol dire agire nel rispetto del proprio pensiero e la Samorì non ha mai cambiato pensiero: è il Partito Democratico di Elly Schlein e della sua fiduciaria locale Gessica Allegni che ha mutato rotta, non interpretando o accogliendo più la posizione della Samorì, come di altri!
Ad un anno dal divorzio definitivo dal PD, sempre più claudicante e vagante per campi di varia ed equivoca dimensione, come si fa a muovere l’inconsistente accusa di incoerenza sino a quella maligna, sotto sotto tanto rosicona, di “cambio di casacca”? Quando un matrimonio motivatamente finisce, non si può certo pretendere che ciascuna delle parti resti coerente nella scelta di un nuovo partner, cercandolo simile al precedente. Con tutto questo non mi interessa tanto difendere Sara Samorì, quanto piuttosto denunciare l’uso della denigrazione di chiunque affermi la personale indipendenza, coerenza di pensiero ed azione.
L’affaire Samorì, addirittura un compagno del PD forlivese così ha definito la vicenda, richiama le parole sulla coerenza del filosofo francese Gabriel Marcel, padre del cosiddetto “esistenzialismo cristiano”: «Quando uno non vive come pensa, finisce per pensare come vive», ovvero male, magari per il tipo di vita, interno al Partito Democratico. Ecco, Samorì ha scelto di vivere come pensa e ha deciso pragmaticamente di farlo, sostenendo il progetto civico di Zattini e la sua lista elettorale: è una scelta che concilia la posizione moderata, liberaldemocratica della signora con quella di equilibrato centrodestra del ricandidato sindaco.
Dunque, dove sta l’incoerenza, il cambio di casacca, la ricerca della poltrona? Eppure, in queste ore, tra Forlì e Predappio è in corso, anche da parte del PD, i nomi circolano da giorni, la caccia elettorale ad esponenti moderati del centrodestra: dunque, pure in questa circostanza, il solito doppiopesismo della sinistra? Non si può, infine, tralasciare l’affermazione del segretario Valli che anche nella coalizione di Zattini sia forte la convinzione che vicende, come l’affaire Samorì, risultino più deleterie che utili.
Sapete chi pensa questo? Sono pochi pataca, consapevoli della mediocrità politica sinora dimostrata e quanto il sindaco Zattini sia, adesso più che mai, risoluto a pesare bene, al netto della tara, lo spessore delle persone con lui disposte alla nuova battaglia elettorale. Sara Samorì è preparata, ha esperienza, non parla a sproposito, può dare un contributo significativo ad una nuova, possibile sindacatura di Gian Luca Zattini.
Franco D’Emilio