«Continua la cementificazione del territorio forlivese, grazie a insediamenti che la giunta Zattini sta portando in tutta fretta, negli ultimi Consigli comunali del suo mandato. Non è vero che si stanno solo attuando le previsioni del piano del commercio del 2017: non si tratta di diritti acquisiti e a 8 anni di distanza, dopo quello che è successo con la terribile alluvione del maggio scorso, se non altro almeno il buon senso avrebbe richiesto di fermare. Zattini aveva persino commentato positivamente la proposta del presidente della Regione Bonaccini di fermare nuovi insediamenti alla luce dell’alluvione, salvo operare in netto contrasto con queste dichiarazioni. Se lo ritiene valido, perché non applica questo principio, deliberando una moratoria o attendendo almeno il termine del suo mandato, invece di accelerare al massimo per fare approvare alla sua maggioranza queste nuove delibere?» si chiedono Alessandro Ronchi e Marisa Fabbri Alleanza Verdi e Sinistra Forlì.
«Che cosa c’entra l’insediamento della dimensione di 32 campi da calcio per logistica in via Mattei col piano del commercio? Già la discutibile operazione Querzoli-Ferretti ha fatto nascere 4 orrendi scatoloni di cemento sulla via Emilia al Ronco, tutti destinati alla logistica che comporterà un aggravio insostenibile di traffico e nessun beneficio per la città. Un’identica operazione viene messa in atto ora in zona industriale, sulla via Mattei. Da essa non deriverà nessun beneficio per l’occupazione, dal momento che la logistica si appresta sempre più all’automazione spinta e all’assunzione limitata, dequalificata e precaria. Zattini dovrebbe spiegare come smaltirà il traffico enorme provocato dai nuovi insediamenti logistici, progetti che l’amministrazione non è in grado neppure di valutare. Un’altra operazione speculativa è quella del polo H, un altro supermercato accanto all’ospedale, sprecando e sacrificando un’area preziosa che doveva essere destinata ad attività connesse con il Pierantoni. Le norme di proroga del blocco delle nuove urbanizzazioni varate dalla regione dopo gli eventi alluvionali non costituiscono certamente un obbligo per il Comune: l’Amministrazione ha la facoltà di negare l’autorizzazione a coloro che non abbiano già sottoscritto le convenzioni con il Comune. Quindi se si faranno quei nuovi mostruosi capannoni sarà tutta responsabilità di questa amministrazione al termine» insistono gli esponenti di minoranza.
«Non si cerchi di scaricarla alle Amministrazioni precedenti, come se i 5 anni di mandato non fossero stati sufficienti per cambiare rotta: la verità, attestata anche dall’inaugurazione del Formì piena di amministratori e politici di destra, è che la destra è assolutamente favorevole all’aumento della cementificazione e con gli atti lo sta dimostrando, dall’inizio alla fine del suo mandato. Si potevano fermare queste operazioni, evitare di appesantire ulteriormente il traffico fino ai livelli insopportabili di oggi, di aumentare l’inquinamento dando un colpo mortale al commercio locale. Particolarmente scandaloso infine appare l’utilizzo degli accordi di programma, nati per far dialogare diverse pubbliche amministrazioni fra loro e trasformatisi in meccanismi di urbanistica contrattata che vedono soccombere la pianificazione e la trasparenza in favore degli interessi privati. Rivolgiamo a Zattini un appello: si fermi, è ancora in tempo, non c’è nessuna urgenza di approvare questi progetti entro la fine del mandato, si faccia una moratoria fino a quando gli strumenti urbanistici non saranno adeguati alle nuove mappe di rischio» concludono Ronchi e Fabbri.