“Forlì Sarà” è lo slogan della campagna elettorale di Graziano Rinaldini, candidato sindaco di Forlì per la sinistra alle prossime elezioni amministrative. Uno slogan al futuro e il futuro si sa, in politica, molto spesso viene proposto o, più tristemente, blaterato a chiacchiere, perlopiù con la logica propositiva “bastian contraria” che basti dire, fare tutto l’opposto di quanto nei propositi dell’avversario.
Quando Gian Luca Zattini, attuale sindaco di Forlì per il centrodestra, nuovamente candidatosi con un ampio ed innovativo progetto civico, dice bianco oppure parla di grande distribuzione commerciale come volano economico e di occupazione o, ancora, ribadisce il suo impegno per l’università a Forlì, già concretamente dimostrato sinora, oppure, ancora di più, discute di politica abitativa, ecco allora Rinaldini, subito in contropiede, sostenere il rovescio degli intendimenti del suo antagonista elettorale. Cosa, questa per me, lo confesso, spunto del malizioso, irriverente pensiero che, in fondo, Rinaldini, l’ex comunista al sole col Rolex al polso per l’esatto cronometraggio della fatica dei dipendenti sottopagati della sua cooperativa rossa di servizi, assomigli un po’ al generale Vannacci perché candidato sindaco di “Una Forlì al Contrario”.
Al contrario, però, del generale che esplicitamente scrive, dichiara, pure fuori dal e contro il politicamente corretto, coerentemente con le sue idee e indipendentemente dal giudizio altrui, positivo o negativo che sia, il candidato Rinaldini, invece, gioca con gli elettori a fare il piacione ruffiano, universalmente politically correct. Così, con Rinaldini candidato si rischia davvero che Forlì finisca in mano a un grossolano, romagnolaccio don Chisciotte della Mancia che tanto confonde la realtà e, di conseguenza, finge di leggere, vedere il futuro.
Dunque, Forlì Sarà, cosa non si sa, vista la mancanza di mattoni, utili a tirar su nuove mura, e di una cazzuola di abile mano, certo non surrogabile con inconsistenti sciocchezzuole, alias cazzatelle alternative. Mi viene spontaneo chiedermi Che sarà o Cosa sarà della mia Forlì, fischiettando le due omonime canzoni, la prima dei Ricchi e Poveri, la seconda di De Gregori e Dalla, ma subito torno serio: Rinaldini non vale proprio neppure la pena di un motivetto sotto il filo del rasoio sulla barba mattutina.
Franco D’Emilio