Vera partita a ping pong quella a Forlì tra Gian Luca Zattini, sindaco uscente di centrodestra, nuovamente candidatosi per un secondo mandato, e Graziano Rinaldini, ex dirigente cooperativo, ora candidato sindaco per la sinistra. Un ping pong dove alle battute documentate e motivate di Zattini l’avversario Rinaldini risponde con le controbattute del contrario di tutto, sempre e ad ogni costo nel suo ruolo di bastian contrario: alcuni esempi.
Zattini dimostra 5 anni di lavori a Forlì per la riqualificazione di zone storiche e no, di scuole e impianti sportivi, 226 milioni di euro la spesa complessiva; Rinaldini nega questa evidenza e parla di abbandono della città al degrado. Zattini ha ristrutturato e reso disponibili numerosi alloggi popolari, da tempo vuoti, controllandone la giusta assegnazione; Rinaldini lo accusa, invece, di nessun intervento per l’edilizia sociale.
Zattini cerca nuove possibilità di sviluppo e lavoro nel progetto di un’area industriale a Villa Selva; Rinaldini grida no alla cementificazione. Zattini asfalta strade dopo interventi di manutenzione; Rinaldini è contro a tanto inutile asfalto. Zattini ha realizzato scelte e proposte culturali per la città, magari discutibili, ma per questo perfettibili; Rinaldini sullo stesso tema dichiara solo il contrario di tutto senza mai un dettagliato, possibile progetto alternativo.
Zattini ha fronteggiato fattivamente i temi della sicurezza e dell’ordine pubblico nell’ambito della possibile azione, riconosciuta ai Comuni; Rinaldini lo accusa a vanvera di mancanza nella prevenzione e nel controllo del territorio, poi di intenti repressivi, soprattutto verso gli immigrati, bersaglio di pregiudizio e discriminazione.
Zattini celebra il ventennale del nuovo ospedale di Forlì, anche coerentemente con la scelta della sua maggioranza nel 2020 di votare a favore dell’istituzione della facoltà di medicina nel nostro nuovo polo ospedaliero, vera eccellenza; Rinaldini pure celebra lo stesso ventennale, ma tanto incoerentemente perché plaude alla nuova facoltà di medicina, volutamente e calcolatamente dimentico dell’astensione, pressoché una contrarietà, sempre nel 2020, del PD, suo partito d’appartenenza, al nuovo corso di laurea.
Zattini esprime il suo cordoglio per la tragedia sul lavoro a Firenze nel cantiere per un nuovo supermercato Esselunga; Rinaldini sciacallamente lo ammonisce di vigilare sulla costruzione del primo Esselunga a Forlì. Zattini è stato sindaco presente e fattivo, per quanto nelle sue prerogative, durante e dopo l’alluvione; Rinaldini lo accusa del contrario e, adesso, reclama a tanto demagogico furor di popolo addirittura un assessorato all’alluvione e comitati di controllo cittadino e chi più ne ha ne aggiunga.
Zattini, tra difficoltà e tanti imprevisti, ritardi, non a lui imputabili, è stato sindaco dell’alluvione, in questo pari nella sua dignità a Piero Bargellini sindaco dell’alluvione di Firenze; Rinaldini è stato sì cittadino meritevole per il suo spalar via il fango, ma non pari ai tanti fiorentini che, pure nella diversità delle loro idee politiche, spalarono fango in solidarietà con il ruolo istituzionale del loro sindaco Piero.
In conclusione, Zattini resta il sindaco del certo dal possibile; Rinaldini solo il demagogico, fumoso candidato sindaco dell’incerto dall’impossibile.
Franco D’Emilio