Politiche per le famiglie. Morgagni: «5 anni di propaganda e immobilismo»

Federico Morgagni

«Non provoca stupore la presenza del sindaco Zattini come ospite d’onore al convegno sulla “famiglia e difesa della vita” di Fratelli d’Italia. La storia di questi anni è stata infatti quella di un’Amministrazione fintamente civica e moderata ma in realtà dipendente dalle forze di destra in tutte le sue scelte fondamentali. Sui temi civili Zattini non ha mai nascosto il suo allineamento alle posizioni retrive e ideologiche della destra radicale, dalle crociate contro l’immaginaria minaccia del “gender”, agli ambigui tentativi di minare la legge 194 con l’inserimento nel suo programma dell’obiettivo di garantire un sedicente “diritto a non abortire”, all’ostinata negazione dell’esistenza di una pluralità di famiglie, che avrebbero tutte il diritto di sentirsi riconosciute e rappresentate dal primo cittadino di Forlì. L’aspetto che vale la pena di notare è che nei cinque anni di governo della destra e di Zattini l’evocazione retorica della famiglia non si è affatto accompagnata a una conseguente attenzione nelle scelte amministrative e di spesa, nonostante le enormi risorse di bilancio a disposizione. Forlì si vanta giustamente di una tradizione decennale di politiche innovative in campo educativo e di welfare a sostegno delle famiglie, che però negli ultimi anni è venuta meno, in una ripetizione di modelli del passato incapaci di dialogare con i cambiamenti della nostra società» è l’attacco di Federico Morgagni capogruppo di Forlì e co.

«Per quanto riguarda le scuole, per esempio, il tentativo, per fortuna fallito, dell’Amministrazione di ridurre orari e flessibilità dell’uscita dei bambini degli asili è solo la punta dell’iceberg di una situazione nella quale da anni il Comune non mette in campo alcun intervento per abbassare le rette o azzerare le liste di attesa per i nidi, con ormai un centinaio di famiglie in graduatoria. Le uniche risorse per aumentare posti in convenzione e ridurre i costi sono arrivate dalla Regione, che ha dimostrato con i fatti, e non con le parole, di essere al fianco di famiglie e giovani coppie. Un altro buco nero è quello delle politiche abitative. Anche senza bisogno di tornare sulle centinaia di case Acer sfitte in attesa di ristrutturazione, va sottolineato il disinteresse del Comune per una situazione in cui a Forlì giovani coppie, famiglie e anziani faticano a trovare alloggio a equo canone. L’Amministrazione ha mancato di svolgere qualsiasi funzione di regia dei vari soggetti (fondazioni, imprese, privato sociale) che in tanti altri Comuni vengono invece coinvolti in progetti innovativi di co-housing, edilizia sociale agevolata e rigenerazione immobiliare. Allo stesso modo non si registra alcun progetto concertato con le parti sociali e le associazioni dei proprietari per affrontare il tema delle migliaia di abitazioni private che in città rimangono vuote, nonostante il diffuso bisogno, ragionando anche di appositi incentivi e garanzie per favorire la loro messa sul mercato» insiste il consigliere di minoranza.

«L’altro tema di fondo con cui si confrontano le famiglie forlivesi è quello degli anziani e della non autosufficienza, che di anno in anno si fa sempre più esplosivo per il costante invecchiamento della popolazione. Viene da chiedersi cosa stia facendo il Comune per realizzare sul territorio servizi articolati, flessibili e personalizzati. Se si vuole rispondere all’avanzare di nuovi bisogni, garantire la dignità e la qualità della vita delle persone anziane e sovvenire le famiglie, servono risposte avanzate su più fronti, a partire dall’ampliamento dei servizi dedicati (centri diurni, aumento di posti accreditati nelle case di riposo e nei centri diurni per le demenze). È importante inoltre lavorare per migliorare i processi di apertura delle strutture residenziali, favorendo la partecipazione degli ospiti alla vita della comunità esterna e lo sviluppo di attività ed iniziative delle associazioni di volontariato al loro interno. Anche rispetto alle esigenze delle tante famiglie che fanno la scelta della domiciliarità, spesso realizzata attraverso l’assistenza delle badanti, non si registrano azioni di rilievo, nemmeno sotto forma della predisposizione, come fatto in altri comuni, di un servizio comunale che aiuti l’incontro domanda/offerta e la qualificazione delle figure di badanti. Insomma, il bilancio è di un governo della città che sulla famiglia in astratto ha speso fiumi di retorica, ma di azioni per affiancare nel concreto le famiglie forlivesi non ne ha praticamente messe in campo. È venuta quindi l’ora di archiviare questo fallimento, dando spazio a un’alternativa di governo che riconosca la pluralità di famiglie che fanno parte del nostro tessuto sociale e si attivi per sostenerle con politiche innovative e inclusive, al passo con i mutamenti dei bisogni della società» conclude Morgagni.

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