A Predappio il sindaco uscente di centrodestra Roberto Canali fugge dal pubblico confronto con la candidata del centrosinistra Monica Fucchi. Eppure, a Predappio, merito della civiltà politica della comunità di questo paese, da tempo la competizione elettorale per il sindaco è sempre stata caratterizzata dalla saggia occasione pubblica perché i predappiesi possano misurare, valutare la credibilità dei candidati sindaci e dei loro programmi sui temi fondamentali della vita amministrativa.
No, questa volta il sindaco uscente Canali, ricandidatosi senza gloria e senza infamia dal piattume insignificante della sua prima sindacatura di centrodestra a Predappio dalla fine della guerra e del Fascismo, taglia vergognosamente la corda, mancando, così, di rispetto ai predappiesi e offendendo il loro consolidato spirito di scelta democratica. Superbo e spocchioso o pavido e vile oppure solo presuntuoso a corto di argomenti e senza la faccia di presentarsi serenamente al giudizio degli elettori predappiesi?
Non possiamo lasciare il giudizio ai posteri, i tempi elettorali incombono e noi siamo costretti a dire che sul sindaco uscente Canali ricade la responsabilità di una fuga imbelle, pari a quella del bambino invidioso, dispettoso che buca il pallone per interrompere una probabile sua partita perdente con gli amici; ancora di più la responsabilità della triste conferma di una concezione personalistica del proprio potere, in questo caso quello di sindaco. Canali si sottrae al giudizio, mostra la schiena e non la faccia agli elettori predappiesi perché punta alla sopravvivenza della propria carica, evitando di dire esplicitamente la sua su diverse problematiche di Predappio.
Tutto questo ha una spiegazione: Canali è stato sindaco della via di mezzo, sempre a metà del guado, ne’ di qua ne’ di là, ne’ carne ne pesce, mai il coraggio di prendere il mare aperto di un cambiamento innovativo, ma solo una timorosa navigazione sotto costa, pronto a rifugiarsi con la sua anonima corte nella prima rada, offertagli da qualche interessato protettore o sostenitore. La prova di ciò? Pensate al suo ruolo insignificante nella vicenda della cacciata delle Suore Orsoline e nella pari, imminente vicenda dell’Opera dei Camilliani; pensate al suo assordante silenzio sulla vicenda del restauro della ex Casa del Fascio, salvo poi sapere all’ultimo momento di una vicenda giudiziaria con la ditta appaltatrice dei lavori, ma senza, però, sapere quanto sinora speso, se speso, dei 900.000 euro destinati agli iniziali studi di progettazione, propedeutici ai lavori di recupero.
Ancora, pensate alla famosa storia pasticciata del viaggio ad Auschwitz, alla comparsata di fare il piacione con la destra e con la sinistra, rimanendo a metà strada tra le due, convinto che nel mezzo non stia tanto la virtù, ma solo la sua non eccelsa sopravvivenza politica di primo cittadino. Ne’ dimenticatevi come abbia assecondato l’elevazione a martire partigiano di qualche solo incauto violatore del coprifuoco in tempo di guerra; ne’ dimenticatevi della esilarante “partita delle bocce rosse” del 2023 a Fiumana. Ne’ crediate che tanto scialbo ruolo del sindaco Canali possa essere riscattato da qualche sfalcio d’erba in più, da qualche strombazzato intervento di solo ordinaria manutenzione, da alcuni necessari metri di nuovo marciapiede. Non fatevi buggerare che egli risolva tutto o sia determinante, magari pure per risolvere il problema della permanenza dei Carabinieri a Predappio: spesso il fumo nasconde l’effettivo arrosto!
Il sindaco Canali ha sempre solo ingigantito bruscolini fino a farne travi nell’occhio altrui, ma i predappiesi non sono fessi e confido che abbiano inteso e intendano la tanta fuffa sparsa. Apprezzo e riconosco sempre il valore delle persone, indipendentemente dalla loro appartenenza e collocazione politica, per questo a Forlì apprezzo oggi Zattini del centrodestra forlivese come in passato ho apprezzato il buon compagno Zanniboni, ma, date retta, mi risulta davvero difficile confidare in chi volge le spalle e fugge, fugge via da un pubblico confronto.
Proprio diversamente da come io stesso feci nel 2014 quando, candidato sindaco di Predappio, affrontai senza esitazione e con altri candidati il confronto in teatro con i cittadini predappiesi; sconfitto col 19,60 per cento dei voti, come ho ripetutamente scritto, rinunciai al seggio di consigliere comunale per la scelta di impegnarmi nella promozione di attività culturali, delle quali la stessa Predappio è stata ampiamente testimone e pure beneficiaria. Lo stile non è acqua!
Franco D’Emilio