In politica si definisce outsider chiunque non possa annoverarsi tra i possibili vincitori di una corsa congressuale od elettorale, salvo poi, magari, prevalere inaspettatamente ed eccezionalmente, evenienza rara, su tutti gli altri contendenti. L’outsider politico è solitamente consapevole di questo suo svantaggio, o gap, però accetta la sfida, anteponendo il valore del suo contributo, pur piccolo, alla causa nella quale crede. È il caso della forlivese Paola Piovaccari, per la prima volta partecipe di una competizione elettorale come candidata di Forza Italia al Comune di Forlì.
Qualcuno potrebbe maliziosamente insinuare che Paola abbia cercato l’occasione per uscire dall’anonimato del suo lavoro al servizio di un’importante organizzazione di categoria e avere, così, un momento tutto suo di notorietà, ma sarebbe davvero una maldicenza infondata: la signora è conosciuta da tempo per la sua partecipazione attiva, spontaneamente solidale ai problemi di Forlì, pronta a sostenere chi in difficoltà e fronteggiare situazioni di grande contrarietà, come ha dimostrato nel frangente della calamitosa alluvione, nell’organizzazione, tempo fa, di aiuti alle zone terremotate, nella tenera premura verso la fragilità dei bambini, degli anziani. Una santa? Per carità, non provocate la signora Paola.
È solo la sua natura di cittadina e donna, cresciuta e, mi si passi il termine, ben impastata dei buoni valori umani, civili della sua Romagna, al cui dialetto spesso ricorre per manifestare in modo più colorito e immediato le proprie emozioni, i propri pensieri. Paola Piovaccari è donna pratica che, senza indugio e ostinatamente, cerca subito ogni soluzione possibile ai problemi e, magari, a chi le chiede una mano le dà entrambe senza esitare. Forza Italia le ha chiesto di candidarsi nelle sue fila al Comune di Forlì e lei ha accettato, non fosse altro perché convinta, da sempre, che soltanto la politica moderata individui soluzioni eque e che Forza Italia, nonostante tutto, abbia ben rappresentato e rappresenti tale finalità.
Se le chiedete su quale risultato elettorale personale spera, Paola vi guarda con il suo sorriso disarmante: “Sono io che ho accettato, quindi sono in gara, sapendo sin da quel momento di impegnarmi a recare a Forza Italia il mio contributo, piccolo o grande non m’importa. Questa la mia scelta, non sono né sarò mai una protagonista di rilievo della politica forlivese, però ho colto l’occasione della candidatura per offrire le mie idee e proposte”. E, allora, preparatevi al suo rapido, lapidario programma su quattro obiettivi fondamentali: l’aiuto, l’aggregazione sociale, l’ascolto, il viver bene attraverso gli strumenti della cittadinanza attiva, di una maggiore offerta di socialità, di una più forte integrazione tra territorio e amministrazione.
Per tutto questo Paola Piovaccari confida nell’incontro, anche critico, ma costruttivo delle persone, non ammette la contrapposizione aprioristica che una parte abbia ragione e l’altra solo torto, che una avrebbe fatto meglio di quanto ha fatto l’altra, pure in una circostanza drammatica, come quella dell’alluvione. Con schietta sincerità non esita in questi giorni a manifestare il suo dispiacere per la piega solo polemica della campagna elettorale della sinistra forlivese, poi recupera il suo buonumore e sorride sulle sue parole. Davvero un bell’auspicio il sorriso di Paola Piovaccari, candidata outsider di Forza Italia al Comune di Forlì.
Franco D’Emilio