Gian Luca Zattini ha vinto due volte: innanzitutto come candidato sindaco per la seconda volta, addirittura al primo turno; poi, come ispiratore e promotore, assieme a Paola Casara, della lista elettorale La Civica Forlì Cambia. Tale lista con il suo successo ha confermato il valore del proprio progetto politico, davvero innovatore sul piano propositivo per l’ascolto, l’interpretazione e l’integrazione dell’area moderata, presenza politica ampia e significativa nella nostra città, ma sinora dibattuta, incerta tra destra e sinistra, considerato che sia l’una che l’altra non ne hanno mai accolto, compreso appieno le finalità.
Zattini e Casara hanno così raccolto trasversalmente, raccogliendo, sempre da destra a sinistra, i frutti del seme fruttifero della condivisione, compartecipazione con l’area moderata di tante idee, finalità, appunto civiche, per il futuro della città. Zattini e Casara hanno saputo chiamare a raccolta i forlivesi responsabili, attenti alle priorità e opportunità delle scelte, dunque a giusti, equi tempi di realizzazione; Zattini e Casara sono stati i soli ad attrarre nuove intelligenze e risorse, giovani e meno giovani, attorno a un reale tavolo progettuale; sono stati gli unici a percorrere tutto il campo moderato cattolico, aggregandone buona parte, sempre su intenti pragmatici per il bene cittadino.
Ora, pur non avendo il valore di Zattini, non vorrei davvero trovarmi nei suoi panni perché non è assolutamente facile e agile concretizzare tanta novità politica in una altrettanto innovativa giunta cittadina: alla conta dei voti è seguita e, tuttora, è in atto la possibile spartizione degli assessorati, solo ed esclusivamente secondo il meschino manuale Cencelli, di democristiana memoria. La lista Zattini-Casara ha proposto personalità interessanti, qualche lista solo taluna rara novità, degna di evidenza, qualcun’altra, ancora, solo un opaco piattume di nomi. Ora bisogna scegliere soprattutto il meglio per competenza ed esperienza, per la capacità di vivere e comprendere la stessa città.
Solo così la nuova giunta potrà dirsi vicina ai forlivesi, quindi meno arroccata nella torre eburnea del potere amministrativo e più incline al dialogo, al confronto, quali strumenti di fattiva amministrazione: su questo, sicuramente, preme pure l’evidenza di alcune difficoltà post alluvione. Sarebbe, ancora di più a tal fine, apprezzabile l’inclusione nella giunta di qualche autorevole voce della cosiddetta società civile, magari proprio nel settore della cultura, tanto ampiamente coinvolgente.
Franco D’Emilio