Il 14 settembre è appena trascorso un anno dall’inaugurazione del restaurato Monumento ai Caduti in piazzale della Vittoria a Forlì, ma la ricorrenza pare già macchiata, anzi, diciamolo pure, rovinata dalla maldestra inavvedutezza dell’uomo, in questo degli improvvidi restauratori, autori di tanto prestigioso recupero. Appena un anno, infatti, ed emergono beffarde le prime pecche, magagne che rischiano di mandare all’aria lo splendido risultato di due anni di lavoro e a carte quarantotto 550.000 euro di spesa, finanziati dai contribuenti forlivesi.
Le due fontane laterali del basamento monumentale hanno già perso il nitore della pietra pulita, restituita ad una decorosa dignità: i mascheroni e i sottostanti elementi, superiori alle piscine di caduta e riempimento, sono già visibilmente toccati da estesa, crescente proliferazione acquatica di natura algale; inoltre, pure il materiale lapideo del complessivo monumento figura lordato, qua e la’, dal guano dei piccioni cittadini.
Nessuno, pare proprio nessuno, forse perché tutti rapiti a bocca aperta da tanto fulgido restauro finale, è stato cosi previdente da pensare al periodico trattamento con sostanze antivegetative delle acque a circuito chiuso delle due fontane; altrettanto, a nessuno, proprio a nessuno signor nessuno si è accesa la geniale lampadina dell’uso di dissuasori per piccioni: il campionario è vario, dai dissuasori micromeccanici a quelli, più opportuni nel caso di complessi monumentali e statue, di dissuasione ad ultrasuoni od elettronica oppure, ancora meglio, elettrostatica per contatto e/o sfioramento. Le soluzioni non mancano, anche utili a risparmiare, perlomeno a contenere successive spese di ordinaria manutenzione a carico delle finanze cittadine. Guardare il pelino nell’uovo non guasta mai.
Franco D’Emilio