Quel chiosco defunto al cimitero di Forlì

chiosco fiori al cimitero monumentale

Credo che, ormai, siano trascorsi dieci anni o poco oltre dalla chiusura di uno dei due chioschi di fiori, antistanti il Cimitero Monumentale di Forlì in via Ravegnana, ma nulla si è mai saputo ne’ delle ragioni di questa cessata attività, chiamiamola pure dipartita commerciale ne’ dei motivi della sua mancata riapertura con la stessa o diversa finalità. Si tratta del chiosco più vicino al Cimitero e Memoriale di Guerra Indiano: insomma, quello da tempo serrato, silenzioso, non un segno di vita, neppure la presenza dello spirito inquieto di un ospite del poco distante, estremo condominio dei trapassati e tutto questo con un decennale inutilizzo di suolo pubblico, l’abbandono di una struttura edilizia, immancabilmente a tutto scapito dei contribuenti forlivesi.

Certo, la cosa lascia perplessi: se è comprensibile la crisi commerciale del centro storico di Forlì sotto il fenomeno incalzante dello spopolamento cittadino, riesce, invece, difficile comprendere la chiusura del chiosco cimiteriale in questione perché l’indotto economico dei defunti non manca, anzi tira, forse più di quanto tiri ai vivi. Un fiore non manca mai nel nostro omaggio ai cari scomparsi e, se attendibile l’informazione che, ogni giorno della sua apertura annuale, il Cimitero Monumentale forlivese registri la presenza media di 240 visitatori, quindi di 1680 settimanali, 6720 mensili, infine 80.640 annuali, possiamo allora concludere che non manchi certamente l’indotto commerciale dell’aldilà e dove mangia uno vi sia pure posto per altri.

Invece niente. Questa chiusura e questa mancata riapertura sono un mistero; pare, si dice che sotto vi sia un conflitto irrisolto tra il Comune di Forlì e gli ultimi gestori, così nel frattempo il chiosco superstite lavora solo soletto con una licenza pluriennale e, cosa non da poco, in regime di assoluta libertà da ogni concorrente: se lo viene a sapere Ursula von der Leyren, Presidente della Commissione Europea, ci pianta sopra un casino da fare resuscitare almeno metà del nostro cimitero monumentale! Perché non confidare in una resurrezione del punto vendita? Al riguardo, sarebbe opportuno che l’amministrazione comunale di Forlì desse informazioni, utili a chiarire dubbi e perplessità di tanti forlivesi, visitatori e non, ma sempre nell’angosciosa domanda del carme foscoliano se “All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne confortate di pianto e’ forse il sonno della morte men duro?” Intanto, restituiamo alla vita il chiosco defunto.

Franco D’Emilio

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