Alle ultime elezioni comunali predappiesi dello scorso giugno il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle erano stati d’accordo nel proporlo come candidato sindaco del centrosinistra, ma lui, Edoardo Rossi, giovanottino ventiduenne di chissà mai quali speranze e, soprattutto, di chissà mai quali nuove e fattive proposte politiche, nonché responsabile dei giovani 5Stelle di Forlì, aveva presto declinato l’offerta, dichiarando “Sono ancora troppo giovane, sto facendo l’università e devo trovare prima un lavoro”. Era rimasto, comunque, candidato consigliere comunale, risultando eletto nella lista della sinistra “Predappio Futura” Le motivazioni di allora paiono adesso manifestatamente pretestuose e inattendibili.
Difficile, infatti, pensare che dallo scorso giugno ad oggi, dunque in soli cinque mesi, il giovanotto pentastellato, dal cognome tanto classicamente anonimo, abbia bruciato le tappe, maturando un’età adeguata, concludendo gli studi e subito trovando un lavoro, così da potersi candidare alle prossime elezioni regionali in Emilia-Romagna. Cosa arguire da questa palese contraddizione del consigliere Edoardo Rossi? Che, forse, il suo rifiuto della candidatura a sindaco ha significato solo sottrarsi alla molto probabile sconfitta del centrosinistra, quindi alla personale trombatura politica, per cui meglio fermarsi alla sicura elezione a consigliere comunale?
Oppure, che, forse, il nostro giovanotto puntava, già allora, più in alto, magari proprio a candidarsi alle regionali con il M5S, e il certo ruolo di consigliere comunale a Predappio poteva essere sufficiente ad accreditarlo come politico e amministratore capace in un movimento che notoriamente non brilla per disponibilità di geniali menti politiche? Certo, stupisce che per la candidatura in regione il nostro Edoardo Rossi non si sia più posto il problema di essere ancora ventiduenne, studente e senza un lavoro, il che suscita il sospetto che la sua persona non sia affatto quella di un giovane politico, acerbo e sprovveduto, ma quella, invece, di un furbetto in cerca di occasioni giuste e, chissà, se pure di stabile collocazione partitica, considerata la pletora di voltagabbana che anima la mutevole vita politica del forlivese.
Intanto, il giovane astro nascente postgrillino siede nel Consiglio Comunale di Predappio, ma senza un ruolo spiccato che lo distingua nell’ambito dell’opposizione e, in particolar modo, lo caratterizzi personalmente, cosa quest’ultima veramente importante per chi cova ambizioni politiche: non che si ricordi un suo significativo intervento, una sua particolare iniziativa, un suo critico dissenso. Mai nulla di tutto questo, il nostro protagonista tira a campare, appiattito, omologato su un’opposizione di sinistra che a Predappio risulta inerme, incolore, nemmeno un se o un ma sui tanti problemi, perennemente presenti nel paese. D’altronde, cosa aspettarsi dai candidati M5S in regione che dalle parole dei loro coordinatori regionali risultano “espressione della società civile e incarnano la volontà di portare avanti politiche a favore dei cittadini? Quanta originalità, quanta fuffa!
Non di meno la banalità del candidato Rossi alla presentazione della candidatura sua ed altri del M5S in regione: “Voglio mettere in evidenza le condizioni di disagio che vivono oggi i giovani tra guerre, cambiamenti climatici e precariato. Nel M5S penso di avere la possibilità di cambiare in meglio la regione spendendomi per gli ultimi”. Le intenzioni, pur nella loro genericità, sono buone, ma quali le proposte, i progetti, le priorità e le modalità attuative? Dunque, anche nel caso del nostro giovanottino, solo parole soffiate e destinate a perdersi nell’aria; né, sempre al nostro Edoardo Rossi, basta il frequente richiamo a temi moralistici o a principi etici: la storia italiana degli ultimi tempi ha dimostrato e dimostra tuttora come nel nostro Paese abbiano fallito i moralisti, vanamente blateranti che un mondo migliore potesse venire dall’apertura di una scatoletta di tonno.
Franco D’Emilio