In politica la visibilità è importante per farsi notare, mettersi in luce, possibilmente in primo piano, o, magari, non farsi dimenticare e, quindi, tentare di tornare a galla dopo essere stati affondati dal giudizio degli elettori, pure di diverse comunità cittadine. Per tornare a galleggiare si fa di tutto, spesso senza pudore, confidando anche, ma invano, nell’ormai trascorso proprio fascino personale, ora minato da insorgenti, palesi rugosità estetiche e, adesso, complessivamente capace, per varie cause e per passate, eclatanti vicende biasimevoli, di suscitare solo conati reattivi poco apprezzabili.
Non è facile recuperare, a volte anche nell’urgente necessità di tenere la bocca al di sopra di certa melma liquamosa, ben peggiore di quella alluvionale; ancora di più per risalire umanamente e politicamente la china della sconfitta e del conseguente oblio non basta davvero alzare e agitare un braccino oppure segnalarsi per un accattivante, ruffiano outfit di circostanza o per una fluente chioma da contrito francescano o penitente maddalena, entrambi in cerca di assoluzione da una precedente vita politica dissipata, macchiata da indelebili peccati.
Se, poi, magari, si sale su un panchetto o una seggiolina per emergere dal nulla, allora resta sconsolante la notazione manzoniana come la caduta dall’altare nella polvere possa trasformare la seduta d’appoggio di autorevoli glutei, un tempo favoriti dal consenso elettorale, in una disperata cassetta della frutta, perché davvero si è alla frutta, sulla quale salire per dire “mi vedete, ci sono anch’io, di nuovo”, a questo punto con l’inevitabile, scaramantica palpatina altrui ai paesi bassi.
Ma più assurdi sono coloro che assecondano il tentativo ostinato di riscossa politica di quanti, soltanto per colpa loro, precipitati a terra. Lo fanno per un pugnetto di voti, sorvolando sul fatto chi ne siano i portatori: tanto in politica tutto fa brodo e, quando si corre, qualunque mezzuccio è lecito, pur se maleodorante. Pur di raggiungere i loro obiettivi taluni protagonisti della nostra politica non stanno tanto a guardare il pelino, chiunque ne sia il donatore, perché, si sa, sotto elezioni può sempre accadere che un insignificante pelino elettorale tiri in salita più di un carro di buoi in discesa.
Franco D’Emilio