Mezzacapo contro il sindaco Zattini e l’assessora Sansavini

Daniele-Mezzacapo-Lega

C’era da aspettarselo che la Lega forlivese, partecipe della giunta Zattini, ma frustrata dai ripetuti rifiuti ad ogni sua pretesa di maggior potere istituzionale in giunta e al vertice del Consiglio Comunale, prima o poi mettesse in atto il più grezzo strumento dell’infantilismo politico: quello del risentimento, della ripicca vendicativa per tenere sotto scacco, sulle spine il sindaco, magari agitando critiche, velate dalla intuibile, seppur se sommessa, possibile minaccia di uscire fuori proprio dalla maggioranza. Ciò era sempre più nell’aria, si percepiva dagli interventi dei vari esponenti leghisti forlivesi e, alla fine, si è palesemente rivelata nelle parole di Daniele Mezzacapo, il più fine politico con ambizioni politologiche, oggi disponibile nelle fila del Carroccio a Forlì.

È una finalità vendicativa, abilmente mascherata dietro l’espressione di un dissenso leghista rispetto ad un’iniziativa della stessa giunta Zattini per la soluzione di un problema grave e incombente sulla realtà sociale della comunità forlivese: un dissenso che, così come manifestato dall’ineffabile Mezzacapo in un suo comunicato stampa urbi et orbi, si rivela solo pretestuoso, ricattatorio, pure conflittuale con taluni, trascorsi provvedimenti dello stesso leader leghista casalingo. L’iniziativa della giunta Zattini, adesso nelle mire del dissenso sottilmente minatorio della Lega, riguarda la volontà di dare soluzione o, perlomeno, contenere il problema dei senza fissa dimora, ormai oltre 450 unità e, purtroppo, con tendenza inarrestabile a crescere, non escluso ampio numero di italiani.

Il progetto dell’Amministrazione, espressione dell’impegno dell’assessora alle politiche sociali Angelica Sansavini e illustrato in commissione consiliare dal dirigente Pier Luigi Rosetti, si propone di adibire, quale servizio ad homeless, insomma i senzatetto, l’uso di immobili Acer, più noti come case popolari, siti a Forlì in via Marsala e in corso Garibaldi, rispettivamente ai numeri civici 7 e 319. Oggi, ci sono 170 alloggi Acer sfitti, quindi immediatamente disponibili per questa finalità sociale di non poco conto alla quale l’assessora Sansavini, nell’ambito delle sue competenze, ritiene giusto e opportuno dare concreta attuazione. In fondo, si tratta di una problematica diffusa in tutta Italia, alla quale la stessa Lega, al governo di città e regioni del nord, ha dato soluzioni analoghe a quella prospettata dal progetto dell’assessora forlivese: potrei dilungarmi in un lungo elenco di tali provvedimenti leghisti in terre padane, ma non voglio infierire sulla memoria, a tal proposito, volutamente e per interesse di partito, corta del consigliere Mezzacapo.

In qualunque sede istituzionale i problemi di una comunità si affrontano, magari si discutono, pure in maniera animata, ma sempre e comunque va trovata la quadra per risolverli e non per fuggirli, col rischio di ulteriore aggravamento: chiunque, parte di maggioranza od opposizione, rifugga dalla partecipazione a tale dibattito per la ricerca di soluzioni si colloca in un’aprioristica faziosità politica soltanto sterile e lontana dal confronto democratico. Almeno, tentare un punto d’incontro vale sempre la pena, ma certo non è negli auspici del leghista Mezzacapo che mostra, così, solo denti, insoddisfatti di tanti bocconi mancati.

Il coriaceo leghista Mezzacapo, fra l’altro, non controbatte al progetto Sansavini con una sua proposta alternativa, ma, a piè pari, salta il problema dei senza dimora, preoccupandosi soprattutto di rivestire i panni di un maldestro Masaniello, interprete della probabile rivolta dei forlivesi, abitanti in prossimità degli immobili Acer indicati e contrari all’iniziativa della giunta Zattini. Siamo nel pieno di uno spiccio e demagogico populismo casereccio, triste quale espressione di un uomo delle istituzioni. Tutti siamo consapevoli delle possibili conseguenze sociali, politiche, anche in termini di sicurezza, legate alla realtà dei senzatetto e di qualunque altro disagio delle persone, ma il principio cardine della prevenzione resta pur sempre quello di contenere i problemi, non di lasciarli aggravare o, tantomeno, farne un bieco strumento di speculazione politica.

Il nostro Albertino da Giussano si trincea dietro l’affermazione che il progetto dell’assessora Sansavini vada contro “il lavoro dei 5 anni appena trascorsi” ovviamente i suoi di vicesindaco e assessore alla sicurezza della prima sindacatura Zattini, tutti prevalentemente ispirati allo stato di polizia nelle mani dell’uomo giusto e forte che sa il fatto suo: non si può e, soprattutto, non si deve, però, pensare che tutto si risolva con provvedimenti, per carità giusti, a favore dell’impegno delle forze dell’ordine, dalla Polizia Locale all’Arma dei Carabinieri, alla Polizia di Stato.

Inoltre, una cosa è essere stato od essere oggi assessore alla sicurezza, diversa cosa risulta essere assessore alle problematiche sociali, quale, appunto, Angelica Sansavini, quindi Mezzacapo non confonda le cose col rischio evidente di esprimersi a vanvera. Del suo intervento urbi et orbi del 5 ottobre scorso su un giornale on line forlivese mi hanno colpito le seguenti parole “se si facesse come indicato da Sansavini, un’idea palesemente di sinistra, si andrebbero ad aggiungere problemi a problemi, in un contesto, il centro storico, che non può permettersi ulteriori condizioni di degrado”. Dunque, per l’ex assessore Mezzacapo, solo la sinistra si occupa delle persone in difficoltà ovvero la destra, compresa la Lega, se ne infischia? Mi pare una gran cantonata politica che in una battuta manda all’aria quell’intento di visibilità e apprezzamento che Mezzacapo ha cercato con il suo intervento, tanto per farsi un po’ di pubblicità in vista delle prossime elezioni regionali alle quali figura candidato con poco fiato, al consueto solo quello delle sue incaute affermazioni.

E, poi, con quale profitto l’ex vicesindaco e assessore alla sicurezza Mezzacapo ha svolto efficacemente il suo trascorso compito di amministratore: nuovamente, non voglio infierire, ma sotto il suo mandato amministrativo quanto è pesata la realizzazione del sistema di controllo Falco, fra l’altro mal funzionante e costato, girano voci attendibili, una gran barcata di danaro pubblico dei contribuenti forlivesi? E, ancora, come si sente nei panni di ex assessore che ha lasciato al Comune di Forlì il debito di una sanzione di 15.000 euro per violazione della privacy da corrispondere all’Autorità garante di questa stessa?

Adesso, resta da vedere quanto la Lega forlivese con la giunta Zattini, della quale è partecipe, voglia giocare al tiramolla col peso del suo critico dissenso per tenere l’Amministrazione sotto scacco con la minaccia sospesa di un suo ritiro dalla stessa maggioranza. Intanto, chiudiamola qui, sempre meglio non accanirsi su quanti, parolai e maldestri, si spacciano senza peccato per poter scagliare la prima pietra.

Franco D’Emilio

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