Prendo spunto dalla notizia che a Forlì il vicesindaco Vincenzo Bongiorno e l’assessore Luca Bartolini abbiano presenziato alla verifica con finalità ispettiva delle condizioni igieniche di conservazione e vendita, presenti in alcuni esercizi commerciali, siti nel centro cittadino con licenza per generi alimentari, freschi e confezionati. Iniziativa, per carità, sempre legittima quella del controllo del corretto svolgimento di ogni attività, ancora di più quando quest’ultima doverosamente monitorabile a tutela della salute pubblica, ma sicuramente risulta inopportuna, perché davvero fuori luogo nel caso forlivese, la presenza, pur se solo attestativa, di un vicesindaco ed un assessore, ritenutisi autorizzati o, perlomeno, giustificati per le loro competenze ad assistere ai controlli, appunto riferitici dalla recente cronaca.
I due rappresentanti della giunta forlivese sono andati oltre la modalità attuativa delle loro competenze, hanno debordato dal loro compito. Infatti, nella vita amministrativa di ogni Comune il compito degli assessori, sempre agenti per delega del sindaco, è per legge quello di proporre, definire e attuare linee di indirizzo politico-amministrativo della gestione municipale, quindi configurando programmi, obiettivi e riscontrandone l’andamento, i risultati conseguiti; invece, il compito di verifica e controllo del rispetto di ogni regola nelle attività e nei servizi sul territorio comunale spetta esclusivamente al personale comunale, dirigenziale o direttivo o subalterno che sia, amministrativo oppure tecnico-scientifico, in servizio proprio per applicare la volontà amministrativa del Comune.
Se a Forlì esistevano ed ancora, eventualmente, esistono ed esisteranno attività commerciali con poco rispetto della normativa igienica e di tutela della salute pubblica, ebbene bastava allora, basta oggi e basterà domani solo disporre il ruolo dei competenti uffici sanitari, dell’addetta polizia locale, infine di chi preposto alle licenze commerciali, tutti soggetti impegnati per garantire con efficienza l’applicazione di quanto nella volontà della giunta e degli assessori interessati. Magari, si tratta di intensificare i controlli da parte di questi stessi addetti comunali, anche con un adeguato, più efficiente organico di personale. Capisco, comunque, quanto la foto del vicesindaco Bongiorno e dell’assessore Bartolini su luoghi di “violata igiene e sicurezza commerciale” possa colpire l’immaginario forlivese di chi confonde la giusta condotta amministrativa della giunta con quella spiccia, incline all’evidenza del pugno di ferro in guanto di velluto.
Il vicesindaco Bongiorno e l’assessore Bartolini hanno voluto strafare, forse anche con un sotteso interesse elettoralistico verso il giardinetto del loro consenso, ed eccoli improvvisati sceriffi di fulgida stella giustiziera sul luogo di un “delitto igienico-sanitario”. Sono, ormai, anni che vedo nel centro storico, e non solo, di Forlì negozi alimentari, dove probabilmente la salmonella flirta con il vibrione colerico, per questo mi rassicurano sempre i controlli dei capaci uffici comunali e ne auspico una maggiore effettuazione, ma per favore gli sceriffi improvvisati no: quelli meglio che restino confinati in qualche saloon al suono pizzicato di un banjo.
Franco D’Emilio