Al momento, dopo i primi exit poll paiono già certe talune indicazioni del voto regionale in Emilia-Romagna. Innanzitutto, si attesta poco sopra il 44% l’affluenza alle urne, quindi più del 23% ancora è cresciuta l’astensione rispetto all’ultima consultazione regionale ovvero quasi il 55%, come dire la metà degli elettori, non ne ha voluto sapere di andare al voto: segno, quest’ultimo, davvero allarmante, ma significativo quanto tutto il sistema attuale dei partiti, da destra a sinistra, non sappia interpretare efficacemente i problemi e le attese degli emiliano-romagnoli.
Michele de Pascale, ex sindaco di Ravenna, vince e la nostra regione resta salda nelle mani del PD e della sinistra di contorno. Perde Elena Ugolini, candidata del centrodestra, ma la sua sconfitta non sorprende: personaggio politicamente nient’affatto coinvolgente e attrattiva, inoltre protagonista di una campagna elettorale scialba, in fondo una mezza suorina di buoni principi, ma senza alcun piglio.
Sono stato subito facile cassandra nel prevedere, sin dall’inizio, la sconfitta dell’infelice candidatura della Ugolini, sospinta dall’illusione che una lista civica allargasse il favore elettorale verso lo schieramento di centrodestra. La scelta sventurata della Ugolini ha agevolato Michele de Pascale, già forte del sostegno di una propria possente macchina elettorale; la disfatta della Ugolini deve ora convincere tutto il centrodestra come in Emilia-Romagna per battere la sinistra occorra davvero seminare e coltivare nel tempo una buona politica propositiva e non svegliarsi all’ultimo momento, magari confidando nell’effetto trascinante del governo in mano al centrodestra. Solo tanto fumo nel sogno della prof. Ugolini!
Franco D’Emilio