Minutillo insiste: non c’è più religione, neppure per un vescovo

castellucci e papa Francesco

Non c’è più religione! Mai esclamazione può risultare così efficace per manifestare la propria indignazione di fronte ad un avvenimento che contraria, offende lo spirito religioso, la fede di tanti cattolici. In questo caso, un’indignazione duplice: innanzitutto, per la nostra Chiesa, santa comunità di fedeli e madre di principi, valori, tradizioni universali, purtroppo coinvolta in una vicenda vergognosa; poi, per un vescovo che rischia di andare a processo per il reato di vilipendio, ai sensi dell’art. 403 del codice penale. Nello specifico, la Chiesa è colpita nella diocesi di Modena e Carpi ed il vescovo, impelagatosi in tanta triste storia, risulta proprio il pastore di questa stessa circoscrizione spirituale ed ecclesiastica ovvero monsignor Erio Castellucci, fra l’altro pure vicepresidente della CEI, Conferenza Episcopale Italiana.

Dunque, il forlivese don Erio indagato per vilipendio, infatti il Giudice per le Indagini Preliminari del tribunale di Modena non ha accolto la richiesta di archiviazione, proposta dalla Procura della Repubblica, di conseguenza, il prossimo 20 gennaio 2025, il nostro vescovo con altri tre indagati dovrà comparire dinanzi al giudice in un’udienza di discussione sulla fondatezza o no dell’archiviazione, sottoponendosi, comunque, ad un primo dibattimento e giudizio circa l’accusa di vilipendio. Al riguardo, l’avvocato forlivese Francesco Minutillo, oppostosi alla richiesta di archiviazione, quale legale di fedeli, ritenutisi lesi dal vilipendio ad opera dei quattro accusati, ci tiene a sottolineare come lo stesso GIP non abbia rigettato la sua opposizione, non ravvisando minimamente quell’insussistenza di reato, utile a respingere la contrarietà della difesa. Per questo si andrà in udienza per decidere, carte alla mano, quindi considerando ogni elemento di prova.

L’accusa di vilipendio contestata nasce dalla mostra “Gratia Plena” del pittore Andrea Saltini, programmata dal 2 marzo al 2 giugno scorso nella Chiesa di Sant’Ignazio ovvero in un luogo pienamente consacrato, dedicato al culto e alla pratica religiosa, dunque al rispetto della Fede. In particolare, tre dipinti del citato artista avevano suscitato scandalo per il loro contenuto blasfemo, vero vilipendio della nostra religione: quello, intitolato “Gratia Plena” raffigurava la Madonna in atteggiamenti lascivi sotto lo sguardo di alcuni uomini e con una propria disponibilità ad un rapporto sessuale di gruppo; l’opera, detta “Ascensione”, rappresentava Cristo biondo, in tutina verde, aderente da gay pride, sorretto da personaggi svestiti, praticamente in mutande; infine, il quadro “INRI-San Longino” rappresentava Gesù sdraiato, nudo e sulla sua area genitale il centurione Longino, chino in una posizione tale da non fare supporre affatto un tocco al costato ferito del Salvatore.

La mostra, davvero blasfema, indignò numerosissimi fedeli, pure non modenesi o carpigiani, tanto da costringere il vescovo Castellucci ad anticiparne la chiusura; a contorno, il pittore Andrea Saltini subì pure un’aggressione, rimanendo ferito, e una sua opera fu sfregiata; infine, sulla mostra è emersa la possibilità di un’accusa di truffa ai danni dei fedeli. Sono punti, questi, sui quali l’avv. Minutillo ritiene non si siano compiute indagini accurate, atte a fugare dubbi e perplessità. Per mesi, a cominciare dal vescovado di Modena, si è cercato e creduto di mettere la sordina a questa storia di tanta vergogna; il vescovo don Erio Castellucci pareva tranquillo, quasi fare spallucce, sicuro dell’immediata archiviazione, tanto da non aver dato mandato ad alcun legale per la sua difesa. Non è andata così, a Carpi con don Erio la Chiesa di Papa Francesco ha veramente oltraggiato il Tempio.

Franco D’Emilio

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