Quel fanalino di coda elettorale di Elisa Deo

Elisa Deo ex sindaca di Galeata

I dati parlano chiaro, Elisa Deo, ex sindaca di Galeata, da tempo candidata senza successo a qualunque carica pubblica, non ha più alcun futuro politico, pochissimi se la filano: alle regionali del 2020 la signora ebbe 782 voti, a quelle di ieri solo 350 ovvero la metà, dei quali appena 33 a Galeata e 40 a Rocca San Casciano, dove vanamente candidata sindaca alle ultime comunali di pochi mesi fa. Galeata l’ha umiliata col votuccio risicato dei familiari, parenti e affini, giusto quei 33, utili a farle dire trentatré in un eventuale consulto medico-diagnostico.

Certo, 33 sono anche gli anni di Cristo nella smorfia napoletana, ma qui il paragone con Elisa Deo è davvero incongruo perché, da sempre, la signora risulta sospinta a candidarsi non per passione a sostegno del bene altrui quanto piuttosto per l’evidente, smodato interesse a realizzare ambizioni personali e a soddisfare una spiccata vanità politica. Non si rassegna, non si arrende alle sconfitte e, pur di vedersi candidata, accetta anche il ruolo di fanalino, simile a quello rosso lampeggiante che alcuni ciclisti applicano alla bici, proprio sotto il culo, per segnalare la loro presenza agli automobilisti che sopraggiungono da dietro.

Dunque, in queste ultime regionali Elisa Deo è stata il fanalino di coda rosso lampeggiante di “Civici con De Pascale”, lista reggicoda del candidato PD, ora talmente trionfatore delle regionali che le 350 preferenze dell’ex sindaca di Galeata figurano essenziali quanto un mazzetto di piscialletto, il comune tarassaco, nell’ampia corbeille elettorale di rose rosse, metafora dei tantissimi voti andati al vittorioso compagno De Pascale. Però, che destino ingrato, povera Deo: rimanere a bocca asciutta, proprio quando alleata di tanto vincitore; neppure sicura la ricompensa di qualche strapuntino consolatorio del sacrificio della propria dedizione al capo-candidato!

La gentile signora Deo è politicamente finita, ormai senza ritorno, nei titoli di coda finali, quelli in caratteri minuscoli, solitamente riservati al personale addetto al trucco e parrucco degli attori, soprattutto le grandi star, un po’ come lei con il grande leader De Pascale. Le alternative, le eventuali possibilità di riscatto da tanto tonfo mi sembrano veramente esigue, considerato che neppure è stata, recentemente, accolta una sua candidatura a rappresentante di classe, in fondo ben piccola cosa dopo anni di discusso, monarchico imperio di regina al comune di Galeata.

Generosamente cercherò di prodigarmi per procurarle una carica consolatoria, magari quella di prima dama della Compagnia del Brigidino di Lamporecchio o quella di gentile madonna della Congrega della Ribollita di Greve in Chianti, ove potrebbe riversare la personale esperienza di chi più volte ribollitasi politicamente. Come sono lontani i tempi felici, lo testimonia uno storico post su Facebook, quando dal Quirinale la nostra Elisa Deo, al cospetto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, salutava, ingrata, con evidente ironia il “paesello”, ovvero Galeata, di cui sindaca: allora, in lei lo spirito di chi, ormai, davvero così tanto in alto da sentirsi alle stelle, ben oltre la modesta realtà dei suoi semplici concittadini ed elettori galeatesi che, comunque, oggi l’hanno giustamente ricompensata con appena 33 votucci, poco più dei famosi trenta danari.

Franco D’Emilio

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